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Cronaca

L'avvocato dello Spi-Cgil: «Una deprecabile gogna mediatica»

Fausto Cò, legale che rappresenta la dirigenza Spi-Cgil coinvolta nel caso dei tesseramenti forzati, in una nota esprime il disappunto «per le strumentalizzazioni sociali e politiche» portate dalle notizie sulle accuse a carico dei propri assistiti. Richiesta alla procura per capire se «sia stata violata o meno la segretezza delle indagini»

 
L'ex senatore Fausto Cò
«Una gogna mediatica». L'avvocato Fausto Cò, legale che rappresenta la dirigenza Spi-Cgil nel delicato caso dei presunti tesseramenti forzati ai danni di ignari pensionati, esce allo scoperto, lamentando un eccessivo «fiume» di informazioni fuoriuscite dalla vicenda.  

«E’ triste dover constatare - sottolinea in una nota - nella vicenda giudiziaria riguardante lo Spi la sistematica violazione di un principio sancito nella Costituzione, secondo il quale la persona accusata di un reato ha diritto di essere informata riservatamente della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico e di disporre del tempo e delle condizioni necessarie per preparare la sua difesa. Il mancato riassetto della normativa in materia, non rispettosa di questo principio costituzionale, è all’origine della comunque deprecabile gogna mediatica cui è stata sottoposta la dirigenza Spi».
  L'avvocato Cò: «Una diffusione mediatica massiccia di informazioni, e conseguenti strumentalizzazioni»  

E’ intollerabile, per il legale piacentino, senatore nella 13esima legislatura, dal 1996 al 2001, «che l’inizio di una indagine comporti sistematicamente, a prescindere dalla fondatezza dell’accusa, una diffusione mediatica massiccia e conseguenti strumentalizzazioni sociali e politiche poste in essere per i fini più disparati».

Per questa ragione è stato richiesto nei giorni scorsi «al procuratore della Repubblica di verificare se nella vicenda in corso sia stata violata o meno la segretezza delle indagini e la riservatezza delle persone coinvolte, nella speranza di avviare almeno una riflessione sul tema».

Chiusa sull'autosospensione dei dirigenti: «Bisogna precisare che la dirigenza Spi da me assistita, con la propria autosospensione da ogni incarico ha inteso allontanare in modo netto l’indagine in corso della vita democratica dell’organizzazione, a segnalare un profilo comportamentale opposto a quello assai diffuso che ispira processi sommari e attività denigratorie di vario genere».
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