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Cronaca

L'istituto delle Orsoline opera a Piacenza da 367 anni: presentato il libro sulla sua storia

I primi cento anni dell'attività plurisecolare dell'istituto sono narrati nel libro intitolato "Storia della Casa di Sant'Orsola a Piacenza. Orsoline di Maria Immacolata. Volume I: 1649-1749"

Sono 367 anni che a Piacenza, nella sede storica di via Roma 42, l'istituto delle suore Orsoline di Maria Immacolata svolge attività di formazione scolastica proponendo un itinerario culturale che oggi è articolato nella scuola superiore paritaria e con un collegio per le alunne della scuola media e superiore, residenti fuori città. Tutto era iniziato il 17 febbraio del 1649, giorno delle Ceneri, quando Brigida Morello, Proclamata beata da Giovanni Paolo II nel 1998, con un gruppetto di ragazze, aveva riunito un primo nucleo di fabbricati dando inizio al monastero che in tempi successivi inglobando, adattando e ricostruendo gli edifici esistenti, avrebbe dato origine al grande palazzo conventuale compreso tra la chiesa di San Martino e via Angelo Genocchi.

I primi cento anni dell’attività plurisecolare dell'Istituto sono narrati nel libro intitolato "Storia della Casa di Sant'Orsola a Piacenza. Orsoline di Maria Immacolata. Volume I: 1649-1749" – pagine 136, edito da Tipografia Michele Pignacca - introdotto a Palazzo Galli dal presidente della Banca di Piacenza Luciano Gobbi, presente con il presidente d'Onore Corrado Sforza Fogliani e illustrato da Carlo Emanuele Manfredi, della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, in dialogo con l'autrice, Madre Elisabetta Maria Simoni, delle Religiose Orsoline di Maria Immacolata di Piacenza.

Brigida Morello nacque nel 1610 a San Michele di Pagana, a Rapallo, da una famiglia agiata e sesta di undici figli. Durante l'adolescenza maturò in lei la vocazione religiosa che non poté realizzarsi poiché il padre, coinvolto in un grave dissesto finanziario, non aveva la somma necessaria per costituire quella dote che le avrebbe permesso di entrare in uno dei più prestigiosi monasteri di Genova.

Nel 1633 Brigida sposò Matteo Zancari che possedeva un vasto patrimonio terriero nelle vicinanze di Salsomaggiore, borgata nella quale la coppia si trasferì. Tre anni dopo il matrimonio, il marito morì di tisi e Brigida si ammalò gravemente. Guarita, vedova a soli ventisette anni, Brigida fece voto di castità e si diede ad opere di misericordia ed anche ad istruire le giovani nel catechismo. Nel 1640 si trasferì a Piacenza, dove viveva un suo fratello, che svolgeva attività commerciali ed era ben introdotto nella società piacentina.

In quegli anni regnava il Duca Odoardo Farnese, che aveva sposato Margherita de Medici, figlia del Granduca di Toscana Cosimo II. Odoardo morì nel 1646, a soli 34 anni, e gli successe il giovane figlio Ranuccio, sotto la tutela della madre Margherita. Stabilitasi a Piacenza, Brigida Morello avrebbe voluto entrare nel monastero delle Cappuccine, ma il suo stato di vedovanza lo impedì. La sua volontà di farsi monaca non venne mai meno e qualche anno dopo, grazie all'appoggio dei Padri Gesuiti, da lei scelti quali guide spirituali, Brigida ebbe la possibilità di fondare una nuova comunità religiosa. Infatti, nel 1645 la Duchessa Margherita Farnese aveva espresso al rettore dei Gesuiti il desiderio di aprire in Piacenza una casa di Sant'Orsola, per l'educazione delle fanciulle nobili e borghesi. Per i Gesuiti la persona adatta a questo incarico era proprio Brigida Morello, la quale accolse questo invito e fondò - nel 1649 - il Collegio delle Orsoline, che ebbe sede in una casa donatale da un benefattore e che fu il primo nucleo dell'attuale Istituto delle Orsoline.

Il 17 febbraio 1649, con la pronuncia dei voti da parte delle prime sorelle e la vestizione dell'abito, nacque la Congregazione delle Orsoline di Maria Immacolata. Brigida diresse l'istituto da lei fondato per diversi decenni, affiancata da altre suore che con lei si dedicarono alla formazione delle giovani a loro affidate. Brigida di Gesù, così volle chiamarsi dopo la pronuncia dei voti, morì nel 1679 ed il Duca Ranuccio II Farnese, allora regnante, che aveva per Madre Brigida una grandissima stima e venerazione, volle per lei un funerale solenne, a spese della Camera Ducale. Fu proprio il Duca Ranuccio a patrocinare la causa di beatificazione di Brigida Morello, che venne iniziata poco dopo la sua morte, ma ebbe un lunghissimo iter e si concluse solo il 15 marzo 1998, con la beatificazione di Madre Brigida.

«Si comprende – ha concluso Manfredi - il ruolo di rilevante importanza avuto da Brigida Morello nella società piacentina del Seicento e il rilevante interesse suscitato per la sua figura e le sue opere, in particolare per l’attività formativa giunta ai giorni nostri e che per l'attività plurisecolare detiene il primato nel campo dell’insegnamento piacentino, davanti all'Istituto Gazzola, fondato nel 1700».

orsoline-2«Questa Storia - ha confidato l'autrice Madre Elisabetta Maria Simoni - era stata concepita come una ristretta storia di famiglia e dono in occasione del mio 70esimo di Professione Religiosa. Si è andata poi via via sviluppando con l'occasionale scoperta di nuovi documenti che non potevano essere ignorati. Così è nato il proposito di un'esposizione più completa – per chi appartiene alla "casa", o in quella "casa" è cresciuto, e anche per chi guarda a quella "Casa" o con curiosità o come qualcosa di positivo nel concreto ecclesiale e cittadino.

Non è una storia di fatti clamorosi, ma di umili fatti umani, straordinari nella loro ordinarietà, anche se compiuti in circostanze storiche di grande risonanza. I documenti ritrovati e riproposti, sempre in parti minime rispetto al loro grande numero, confermano la forma piana e sicura del vivere nella quale temporale ed eterno, si intrecciano in una dinamica costante e umana. La lunghezza del periodo e la ricchezza e varietà degli avvenimenti, hanno suggerito di spezzare la narrazione e di procedere per secolo. Questo primo volume val dal 1649 al 1749 e offre la storia della fondazione e del consolidamento della casa di Sant'Orsola nel periodo relativamente tranquillo del governo di Ranuccio II e degli ultimi duchi Farnese, e insieme la continuazione della vita regolare e attività educativa nei torbidi di quel primo mezzo secolo XVIII, e grazie alla pietà di quelle esimie Sorelle Orsoline, alla perspicace vigilanza delle loro Superiore e alla continua assistenza spirituale dei Padri Gesuiti, da sempre confessori e guide.

"Si spera, a Dio piacendo" che a questo primo volume, facciano seguito un secondo e un terzo, rispettivamente dal 1748 al 1848, e dal 1848 al 1948, spezzato quest'ultimo in due sezioni: 1848 -1918 e 1918 – 1948.

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