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Morelli confermato preside di Agraria: «Imprenditori reticenti a collaborare con noi»

Il professor Lorenzo Morelli, ordinario di Microbiologia agraria all’Università Cattolica di Piacenza-Cremona, è stato confermato preside della facoltà di Agraria: «Innovazione e sperimentazione sono il fiore all’occhiello della nostra Facoltà, ma il mondo imprenditoriale piacentino è reticente a collaborare con noi»

Il professor Lorenzo Morelli, ordinario di Microbiologia agraria all’Università Cattolica di Piacenza- Cremona, è stato confermato (come abbiamo già annunciato) preside della facoltà di Agraria per il quadriennio 2013/2014-2016/2017, un’ elezione avvenuta per acclamazione: si tratta di un tipo di votazione piuttosto inusitata nel mondo accademico che, per radicate consuetudini dovute alla contemporanea presenza di tanti illustri studiosi, è sovente incline a protagonismi e rivalità. Morelli sia per la sua fama di illustre microbiologo, come per un modo di rapportarsi con colleghi, studenti ed istituzioni poco formale, spesso accattivante, più consono a quello in uso nei college statunitensi ed anglosassoni, evidentemente ha saputo riscuotere un consenso unanime tra i colleghi.

Per questi motivi, con il prof. Morelli, più che tracciare il consueto bilancio degli anni passati, lo abbiamo invitato a proiettarsi più verso il futuro prossimo (anche se ha già dichiarato che non sarà disponibile per un terzo mandato), con prospettive che sono certamente collegate anche alla nuova denominazione della facoltà, che, festeggiati i 60 anni, ha cambiato nome, assumendo quella di facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali.

“Una qualificazione - chiarisce Morelli- che vuole evidenziare quanto la nostra Facoltà punti sempre di più su una didattica che vuole coinvolgere tutta la filiera agro-alimentare, “dalla terra alla tavola”, in stretta connessione con tutte le sue numerose valenze di tutela ambientale. Intanto devo evidenziare con soddisfazione, che per il prossimo anno accademico sono aumentate significativamente le iscrizioni: la nostra Università ripaga i costi che sostengono i suoi studenti con servizi eccellenti, supportandoli con progetti di ricerca che sono noti in tutto il mondo, tanto da divenire un polo di attrazione per gli studenti stranieri. In vista di Expo 2015, tanto per fare un esempio, i nostri corsi su latte, vino e formaggi hanno fatto registrare un boom di  presenze di studenti Usa e del Sud America; sempre con gli Usa abbiamo stipulato accordi con diverse Università per corsi a Piacenza dove vengono riconosciuti crediti; insomma una decisa spinta verso una internazionalizzazione che è ormai connaturata ad una formazione necessariamente globalizzata, ma basata sempre sulle eccellenze del nostro paese, sia sotto l’aspetto qualitativo come della sicurezza”. Non a caso proprio dal mondo dell’industria, delle associazioni e delle fondazioni è venuto un importante riconoscimento, ovvero la possibilità di mettere a disposizione, per le matricole di quest’anno accademico, ben 35 borse di studio legate al merito dei neo iscritti.

Eppure non è tutt’oro quel che luce: le industrie piacentine, le associazioni professionali e di prodotto locali, di fatto hanno confermano ancora una volta la propria anacronistica chiusura verso le novità, opponendo il solito “muro di gomma” che da decenni imbriglia il nostro sviluppo: “abbiamo più volte incontrato- ricorda Morelli-  i rappresentanti della filiera agro-alimentare invitandoli a collaborare con la nostra Facoltà; si tratta della possibilità di una collaborazione e ricerca in grado di elevare il tasso qualitativo dell’offerta sui mercati, una stimolante partnership per tutti, perché la nostra Facoltà di Agraria sta portando avanti da decenni straordinari progetti innovativi di ricerca che sono stati pubblicati su riviste internazionali diffuse in tutto il mondo. Il centro di microscopia elettronica, per esempio, che serve contestualmente più istituti, è pure a disposizione dei privati e consente di innovare lo sviluppo per numerosi prodotti, indirizzando ad esempio le aziende dell’agro-alimentare verso nuovi prodotti, come richiede oggi il mercato, ovvero cibi funzionali, quelli che aiutano a mantenersi in salute.

Insomma l’imprenditoria locale avrebbe la fortuna di avere a sua disposizione una struttura universitaria tra le più conosciute in Europa in grado di ottemperare, con la ricerca, ad ogni loro esigenza, marketing compreso. Ebbene, sa quanti hanno risposto, dopo gli incontri, a questa sollecitazione? Nessuno! Abbiamo costruito tante “passerelle”, ma il “ponte” è ancora di là da venire! Per fortuna, devo riscontrare con realismo, sono molto più sensibili Province a noi limitrofe”.

E sulla domanda relativa ad un mondo universitario che introduce con estrema lentezza i giovani nelle sue strutture, il Preside risponde così: “le lungaggini non dipendono certo da noi, ma un sistema di leggi codificato e quindi si tratta di mettere mano ad una riforma organica non certo semplice. Noi abbiamo nel frattempo aumentato il numero di ricercatori in numero di due all’anno, che sembrerebbe cifra modesta, ma è invece significativa e che ci ha consentito di abbassare l’età media, da 47 anni del 2009 agli attuali 40. E ci sono ulteriori spazi di crescita. Ma siamo vincolati dai contratti a tempo determinato. Ma da noi i giovani che hanno volontà di impegnarsi, non rimangono certo inascoltati. Bisogna nel contempo creare sinergie che consentano di ottimizzare i costi sempre più rilevanti. Ma sessant’anni di storia ci hanno insegnato qualcosa e ci sentiamo ancora molto giovani e pieni di voglia di fare”.

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