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I dati della Provincia

Turismo piacentino: cala il gap rispetto al periodo pre-covid, soprattutto in città

Nel 2021 oltre 191mila arrivi, circa 70mila in più del 2020 (+58,2%). «Nonostante il recupero, sensibile differenziale negativo ancora da colmare per comparto alberghiero ed estero»

«Turismo piacentino in accelerazione», cala il gap rispetto al periodo pre-covid (-30%), soprattutto in città. Si accorciano anche le distanze dal 2019 per numero di pernottamenti sul territorio locale, torna a crescere l’aumento di visitatori italiani, ma soprattutto stranieri, in primis francesi. A presentare il quadro e l’analisi dei dati del secondo semestre del 2021 l’Ufficio statistica della Provincia, che sottolinea come prosegua, anche nel secondo semestre, la fase di recupero rispetto ai minimi pre-pandemia, già evidenziata nei primi sei mesi dell’anno. Dati che consegnano alla provincia ed in particolare al capoluogo «una congiuntura positiva e in accelerazione a confronto con il primo semestre, incorporando i miglioramenti intervenuti nei mesi estivi a seguito dei progressi della campagna vaccinale e di una situazione di maggior normalità dal punto di vista degli spostamenti».

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«Rispetto al 2019 – sottolinea l’analisi - il gap da recuperare si riduce infatti dal 50% del primo semestre al 30% circa in finale d’anno per gli arrivi, e dal 30% al 17% per i pernottamenti. Altro punto a favore, la dinamica del turismo a Piacenza nel 2021 è stata migliore di quella sperimentata dalle province emiliane (Parma, Reggio-Emilia, Modena, Bologna) e comunque superiore a quella media regionale, confermando in ambito sovra-provinciale le buone capacità di ripresa viste in passato». Come indicato dalla nota, gli arrivi nel 2021, per il complesso degli esercizi ricettivi, gli arrivi sono stati 191.838, in aumento rispetto al 2020 del 58,2% (circa 70mila in più), mentre le presenze si sono attestate a 441.615, anch’esse in crescita sull’anno precedente, ma ad un ritmo leggermente inferiore, del 42,7% (circa 132mila in più). Cala, di conseguenza, la permanenza media dei turisti, da 2,56 giornate nel 2020 a 2,30 nel 2021».

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«In particolare - aggiunge - negli esercizi alberghieri sono stati rilevati 140.363 arrivi e 258.116 presenze, i primi in crescita sul 2020 del 55,1%, le seconde del 44,2%. Negli esercizi “extra-alberghieri” si sono registrati invece 51.475 arrivi, in aumento rispetto all'anno precedente del 68%, e 183.499 presenze, con una variazione positiva del 40,3%. Dal punto di vista della provenienza, sono in crescita sia i turisti italiani, che mostrano un aumento del 51% a livello di arrivi (148.037) e del 35,2% in termini di pernottamenti (351.448), sia soprattutto i turisti stranieri, +89,9% gli arrivi (43.801) e +80,5% le presenze (90.167), che però partivano da valori assoluti molto più bassi. Nonostante il recupero, un sensibile differenziale negativo ancora da colmare rispetto al 2019 risulta in particolare per il comparto alberghiero e per quello estero, mentre è stato completamente annullato il ritardo con riferimento alle presenze extra-alberghiere».

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«L’incidenza nel periodo considerato delle presenze straniere è stata del 20,4% (era il 26% nel 2019), mentre quella delle presenze negli esercizi extra-alberghieri è stata del 41,6% (rispetto al 30% nel 2019). L’andamento mensile delle presenze nel 2021 a confronto con quelle del 2020 e del 2019 mostra la ripresa del turismo piacentino nel corso dell’ultimo anno, che è andata a consolidarsi particolarmente nella seconda parte dell’anno, con differenziali minimi rispetto al 2019, e con agosto, settembre e ottobre che si sono ormai riportati sui livelli pre-covid. L’attenzione è quindi puntata, ai fini di un completo recupero del turismo locale, sui mesi del primo semestre 2022».

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«L’analisi dei dati mensili disaggregata per tipologia ricettiva – prosegue - evidenzia come il comparto alberghiero mostri in generale variazioni positive delle presenze superiori a quelle dell’extra-alberghiero nel raffronto 2020/2021, mentre rispetto al 2019 è quest’ultimo comparto a registrare la congiuntura più favorevole, con i pernottamenti che recuperano ampiamente i livelli pre-pandemici già a partire dal mese di maggio, per proseguire poi da luglio fino a dicembre.  A conclusioni simili si arriva distinguendo la provenienza dei turisti, italiani e stranieri. Il turismo estero, sostanzialmente azzerato nel 2020, segna nel corso del 2021 aumenti molto consistenti – superiori a quelli del turismo nazionale -, che tuttavia non riescono a riportare in positivo il saldo sul 2019, nonostante i miglioramenti del secondo semestre. Al contrario, la componente domestica della domanda turistica – meno performante in termini di variazioni 2021/2020 – raggiunge le presenze del 2019 già a luglio e le supera nei successivi mesi di agosto (+6%), settembre (+2,9%) e ottobre (+2,9%), accusando solo una leggera flessione nei mesi finali dell’anno».

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«Analizzando i principali flussi turistici dall’estero, i francesi sono stati i più assidui tra visitatori stranieri della nostra provincia nel corso del 2021, con circa 11.300 presenze, in aumento del 70% rispetto al 2020 ma ancora “sotto” del 40% a confronto col 2019; seguono tedeschi (10.600), romeni (9.400), svizzeri (7.300), olandesi (5.800), poi belgi e spagnoli (circa 3.000/3.500 presenze), per arrivare infine a inglesi, austriaci e statunitensi, tutti con circa 2.000 presenze. Brexit, al di là del Covid, sembra influire negativamente sui flussi di turisti dal Regno Unito (-65% rispetto ai livelli del 2019)».

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ANALISI TERRITORIALE - «A livello territoriale, i movimenti turistici si sono concentrati nel 2021 per oltre il 50% nel capoluogo Piacenza (101mila arrivi e 239mila presenze), mentre l’Appennino (compreso Bobbio e i comuni collinari) ha assorbito una quota vicina al 20% (circa 35mila arrivi e 86mila presenze); ai rimanenti comuni di pianura e bassa collina si riferisce la restante quota del 30% dei flussi registrati (56mila arrivi e 117mila presenze). In questo contesto, Piacenza - con i dati a consuntivo 2021 - conferma (+50% le presenze) il rimbalzo positivo rispetto al 2020 già rilevato nel primo semestre, qualificandosi inoltre per essere – insieme a Castel San Giovanni - il contesto provinciale più avanzato rispetto al recupero dei livelli pre-pandemici (-14% rispetto al 2019), al contrario ad esempio di Fiorenzuola d’Arda e dell’aggregato “altri comuni piacentini” che invece mostrano ancora un ritardo del 25-30%. Buono è stato comunque anche il recupero fatto dal turismo negli ambiti di collina e nell’Appennino, in parte certamente grazie alla maggior presenza in queste aree del comparto extralberghiero (agriturismi, bed&breakfast, …) e di un turismo di provenienza nazionale (i settori più “performanti”), con un gap sul 2019 riferito ai pernottamenti che è adesso inferiore al 20%».

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LA DINAMICA DI LUNGO PERIODO - «Leggendo i dati in un’ottica di medio-lungo periodo – conclude l’analisi - si può osservare come, grazie alla ripresa significativa dei flussi conosciuta nel 2021, il turismo piacentino abbia iniziato la sua fase di risalita dai minimi del 2020. Una risalita che risulta ancora parziale ma che si è irrobustita nella seconda parte dell’anno e lascia presagire come il recupero rispetto ai livelli pre-Covid possa essere forse completato nel primo semestre del 2022. Molto dipenderà dalla congiuntura economica generale, condizionata in questo periodo dagli effetti della guerra in Ucraina, e che incidono negativamente sulle previsioni di sviluppo dei Paesi, sull’inflazione, sul potere d’acquisto e sulle capacità di spesa dei consumatori».

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