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Commissione welfare ferma al palo, Cugini: «Non sanno prendersi responsabilità»

L'assessore al welfare prova a chiarire l'impasse della commissione speciale: «Surreale la richiesta di Polledri di affidarsi all'Università di Parma per una consulenza: è un fallimento. Non sanno prendersi le loro responsabilità nel sociale, noi lo facciamo ogni giorno»

«Mi viene un sussulto, qua siamo ai limiti del paradosso. La commissione è degenerata con convocazioni di ogni tipo e ora non sa arrivare a una conclusione». Così l’assessore al welfare Stefano Cugini si sente in dovere di intervenire sulla questione commissione welfare, da oltre tre mesi ferma al palo, dopo aver già esaurito il suo tempo a disposizione, prendendosela con con chi guida l'organismo, istituito la scorsa estate. 

«Lo scopo di questa commissione – spiega l’assessore - era riflettere sulle modalità di taglio nel welfare per far risparmiare i piacentini. Si poteva benissimo discutere di questi temi nella commissione 3: si è invece voluto istituire una commissione ad hoc “gettonata”. Il mio assessorato in questa presa di posizione è stato passivo: noi li abbiamo solamente sommersi di carte e documenti per garantire la massima trasparenza. I commissari erano in possesso di tutti gli strumenti necessari, hanno capito la complessità del sociale. C’è stato un grande sforzo collaborativo da parte del mio assessorato e degli uffici del Comune. La commissione è stata prorogata di altri due mesi – per volere del suo presidente - sempre “gettonata”, hanno avuto tutti i dati possibili per studiare e analizzare. E ora, a distanza di molti mesi, emerge l’incapacità di arrivare a una risposta, a un documento finale, che non mi è ancora pervenuto».

Il presidente della commissione speciale Massimo Polledri (Lega Nord) ha infatti chiesto di coinvolgere l’Università di Parma per dare un contributo e scandagliare il sistema welfare del capoluogo piacentino. «Trovo la richiesta del presidente Polledri – dichiara Cugini - alquanto surreale. Chiamare in causa un’università per una consulenza esterna per dare risposte politiche su un tema del genere...Dovrebbero esprimere i commissari della commissione una risposta. Forse, da parte dell’opposizione, all’interno di questa commissione, c’è l’incapacità di interpretare questo ruolo. Oltretutto non è praticabile la soluzione della consulenza esterna: dovremmo fare un bando, non possiamo affidarla all’Università di Parma così».

L’assessore sostiene di aver messo in guardia l’opposizione già all’inizio del percorso. «Scegliere nel sociale – dissi all’epoca - è toccare la carne viva della gente, non è per niente facile. Noi – Cugini intende l’Amministrazione e la maggioranza – ne siamo consapevoli. Le risorse a disposizione non sono infinite, le decisioni le prendiamo tutti i giorni e ci assumiamo le responsabilità. Qualcun altro pensa invece a consulenze esterne per risolvere le cose...Hanno scoperto che un conto è ragionare sulle carte e un conto è decidere, che un conto è fare propaganda dall’opposizione e un altro è amministrare. Scegliere di destinare risorse ai ragazzi autistici piuttosto che agli anziani è complicato e loro sono in netta difficoltà in queste scelte».

«Deduco – prosegue l’assessore – che il motivo dell’impasse della commissione welfare è proprio a causa della mancanza di assunzione delle proprie responsabilità. In questo caso sono stato un facile profeta: dissi all’inizio della commissione che li avrei messi in difficoltà e ora mi sento di dire che abbiamo ragione. Si sono accorti di tutto quello che stiamo facendo. Affidarsi a una consulenza esterna è il fallimento di questa commissione, un modo per trovare una scusa e non decidere». 

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