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Rabuffi: «"Piacenza in Comune" fa parte del perimetro del centrosinistra»

Il consigliere della sinistra: «Senza indugi ci riconosciamo nei valori che “Alternativa per Piacenza sta delineando. Gli ultimi anni amministrativi hanno rappresentato una devastazione per la città»

«Il recente passaggio del consigliere comunale Andrea Pugni dal M5S al Gruppo Misto e quello di Sergio Pecorara dal Gruppo Misto alla Lega rappresentano due elementi di chiarezza che segnano, di fatto, l’avvio della campagna elettorale per le amministrative 2022 di Piacenza, quando saremo chiamati alle urne per scegliere i nuovi amministratori. Al “via” di questa importante contesa elettorale, Piacenza in Comune, la lista che ho l’onore di rappresentare in Consiglio Comunale, non si tira indietro. E lo fa, senza indugi, all’interno del perimetro di valori che Alternativa per Piacenza (ApP) sta delineando.

Valori che Piacenza in Comune ha sempre sostenuto e che oggi, dopo oltre 4 anni di amministrazione “Barbieri” segnano nettamente la differenza programmatica tra i principali schieramenti che si confronteranno alle prossime elezioni.

Scuola, formazione, crescita sostenibile, diritti civili, ambientalismo, lavoro e solidarietà rappresentano, a nostro parere, tematiche non più eludibili. Esattamente l’opposto di ciò che, in questi anni, è stato propinato ai piacentini.

Anni di vuoto assoluto, durante i quali un fantomatico assessorato alla sicurezza ha battuto il record di promesse irrealizzate. Proponendo, nella lotta alla “malavita” nostrana, ricette di facciate quali le panchine anti bivacco ai Giardini Margherita e una strenua “lotta dura senza paura” agli esotici minimarket di turno.

Con la nuova sede della Polizia Locale, promessa a ripetizione e mai realizzata. Come l’installazione delle telecamere in piazza Cavalli, annunciate un paio di volte all’anno e ancora oggi disperse nel dimenticatoio della “malapolitica”.  

Un assessorato che sarà ricordato per la “memorabile” impresa di aver annientato (senza averne spiegato i reali motivi) un fiore all’occhiello della nostra Polizia Locale: il Nucleo di Polizia Giudiziaria. Salvo poi teorizzare ed enfatizzare l’attività antidroga di un’unità cinofila in cui il protagonista principale, il mitico Ector, è stato costretto, per la maggior parte del tempo, a “bivaccare” sul divano del Comando piuttosto che a stanare gli spacciatori/assuntori di stupefacenti.

Anni in cui, con un’alzata di spalle e nel silenzio “più assordante” si è banalizzata la vergognosa vicenda dell’ex Presidente del Consiglio, arrestato (e poi condannato) per associazione mafiosa proprio mentre sedeva sullo scranno più alto del Consiglio Comunale, candidato e votato dall’intera maggioranza.

Silenzio replicato, pochi mesi dopo, per i fatti della Caserma “Levante”. Atti criminosi gravissimi per chiunque ma non per un’Amministrazione che ha scelto, ostinatamente, di NON costituirsi parte civile, come invece ha fatto l’Arma.

Anni di regressione culturale, durante i quali i diritti civili sono stati trattati come un pesante fastidio, da ignorare e ostacolare. Come accaduto per la fuoriuscita dalla rete Re.a.dy. (contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), come è stato per il contrasto alle famiglie Arcobaleno (chiedere a Sara e Irene…) e come è stato per la “censura” allo spettacolo delle Drag Queen. Iniziative “eretiche” che, derogando dai canoni tradizionali della “Santa Inquisizione padana”, non potevano che terrorizzare i novelli “Bernardo Gui” che affollano gli scranni di Palazzo Mercanti.

Anni in cui, come dimenticarlo, si è preferito insegnare il dialetto piacentino a qualche nostalgico “piasintein”, piuttosto che l’italiano a profughi e migranti in cerca di aiuto e solidarietà.

Anni di devastazione del territorio, durante i quali il consumo di suolo, la cementificazione e la proliferazione di insediamenti commerciali hanno costantemente dettato, e forzato, l’agenda politica della Giunta e della maggioranza.

Anni in cui la Logistica ha rappresentato il cuore pulsante (ed economico) dell’idea di sviluppo portato avanti da questa Amministrazione, totalmente disinteressata agli effetti collaterali prodotti, quali lo sfruttamento dei lavoratori, il degrado, l’impatto viabilistico e l’inquinamento portato dai mezzi pesanti. 

Con l’Amministrazione impegnata ad ignorare la contrarietà di cittadini e comitati, aggrediti e avvelenati da un livello di inquinamento fuorilegge ed assassino che ha agevolato COVID-19 a fare strage dei piacentini.

Anni, infine, di totale autoreferenzialità, duranti i quali la Partecipazione offerta alla città è stata solo di facciata. Promessa e mai effettivamente riconosciuta. Con le Consulte e gli strumenti di partecipazione sostituiti, nei momenti decisionali, da un’interlocuzione riservata ai soli comitati “amici” e politicamente affini.

Di fronte a questo deserto di risultati, e di valori, non è possibile restare indifferenti. Ed è per ciò che Piacenza in Comune, con le proprie idee e con la propria passione, ha deciso di abbracciare e arricchire gli ideali di Alternativa per Piacenza (ApP), con la certezza che l’impegno comune e i valori costitutivi (in particolare: l’antifascismo, la difesa dei beni comuni ed i sentimenti di umanità e fratellanza) riusciranno a superare antiche divisioni, permettendo così di ridisegnare e colorare il futuro della nostra comunità, oggi più povera, più degradata e decisamente più triste. Ciò che i piacentini, decisamente, non si meritano».

Luigi Rabuffi, consigliere comunale di “Piacenza in Comune”

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