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Tagliaferri: «In Regione lotto per sanità e ristori adeguati»

Il consigliere ad un anno dalle Regionali: «Non nego che la Regione s’impegni meglio di altre, ma il mio ruolo è segnalare problemi e sollecitare risposte. Bonaccini deve ascoltare di più l’Assemblea e meno la sinistra»

«È stato un anno molto difficile, dal dopoguerra oggi uno di quelli più complessi. Nei svariati atti ispettivi che ho presentato, nell’arco di 12 mesi, ho toccato molti temi, non solo per Piacenza, ma per tutta l’Emilia-Romagna». Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, a un anno dalla sua elezione a Bologna traccia un bilancio. «Sono stato accusato dalla Giunta regionale di essere decisoha commentato in una conferenza stampa - e violento negli attacchi a Bonaccini e alla sua squadra. Non credo di fare polemiche sterili, ma segnalo i problemi che la gente mi suggerisce. Faccio il consigliere come facevo il sindaco, dando il mio numero di telefono a tutti, parlando con tutti».

Su cosa si è concentrato Tagliaferri in questi mesi contrassegnati soprattutto dal Covid? «I temi della sanità – ha voluto ricordare lui stesso -, come la chiusura dei pronto soccorso in provincia, la presenza del medico al 118 di Farini. Le battaglie per la tangenziale di San Giorgio sono finite: è stata finalmente inaugurata lo scorso autunno. Così come sono contento che la struttura di San Damiano sia al servizio dell’emergenza Covid: dimostra la sua utilità per il territorio». «In questi ultimi tempi ho dato voce alle rimostranze dei sindaci della Valtrebbia su ponte Lenzino e insistito per avere finalmente la rotonda di Case Nuove a San Giorgio: sono riuscito con il Comune a forzare la mano e avere il consenso della Provincia per avviare l’iter per realizzare la rotonda (900mila euro)». «L’ultima battaglia l’ho fatta ieri: ho segnalato a Bologna una situazione inspiegabile. I ragazzi disabili non possono proseguire la fisioterapia al centro Inacqua, le famiglie da luglio aspettano una risposta».

Ma è la precarietà delle attività economiche piacentine a preoccupare di più il consigliere. «La lotta dei commercianti, degli esercenti e delle palestre è una battaglia che ci lascia sgomenti. Non si può scaricare tutte le responsabilità sui titolari e i loro dipendenti. Non è così semplice neanche chiuderle le attività in profonda crisi, visto che ci sono di mezzo spesso finanziamenti, prestiti, banche, fornitori. Chiediamo ristori veri, non proclami. Questa Regione sicuramente si sta impegnando più di altre, non lo si può negare, ma il mio compito di consigliere regionale d’opposizione e di questore dell’aula, devo sollecitare risposte e suggerire proposte».

UN GIUDIZIO SULLA GIUNTA A UN ANNO DALLE ELEZIONI REGIONALI

«Non voglio essere critico – rileva Tagliaferri - intervengo molto, me ne rendo conto, però la situazione richiede impegno, devo dire la mia sui tanti temi che si presentano e che mi segnalano i piacentini. Diverse volte abbiamo votato a favore o ci siamo astenuti per favorire l’approvazione di misure nei confronti delle attività colpite dal Covid quest’anno. Però chiediamo meno proclami, invito Bonaccini a essere morigerato nelle dichiarazioni. Dovrebbe avere più cautela nell’annunciare, come ad esempio sull’apertura delle scuole. La gente è incazzata di brutto: bene portare il gran premio di Formula Uno a Imola, però invece che spendere soldi per un evento, si pensi alle famiglie in crisi. Bonaccini è ostaggio di quei 3-4 consiglieri della sinistra, finti-ambientalisti, che paralizzano molte decisioni sue e della Giunta. Non è il caso di un rimpasto? Ci sono assessori che si trovano in difficoltà per questo».

«BONACCINI DEVE ASCOLTARE DI PIU’»

Ad un anno dalle Elezioni Regionali che hanno dato il via al Bonaccini bis, il consigliere ha un suggerimento per il governatore. «Il presidente ha molta personalità ma ascolta poco l’Assemblea. Mi auguro che come presidente della Conferenza Stato Regioni si faccia sentire con valore per spezzare la catena di confusione che la politica ha generato nella gente. Si vive nella destabilizzazione, cresce il disagio. Auguriamoci che i vaccini arrivino, l’Italia sta facendo l’ennesima brutta figura al riguardo. Anche qui finiamola con i proclami, perché i vaccini non ci sono per ora. Bisogna accelerare, non possiamo metterci due anni a vaccinare tutti».

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