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L'intervista

«La coperta è corta ma nella nostra manovra sostegni a lavoratori e famiglie»

Parla il capogruppo Foti: «La sinistra chiede ad un Governo di “destra-centro” di realizzare quello che non è riuscita a fare prima. Con gli alleati si discute ma non siamo come le accozzaglie del passato. Se Tarasconi chiama io rispondo, ma non commento più le vicende cittadine»

Sono giorni frenetici e decisivi per la manovra economica. Il Governo Meloni attende il momento decisivo: tra Natale e Capodanno il testo dovrebbe essere approvato dal Parlamento. La manovra vale circa 24 miliardi di euro, dei quali oltre 15 miliardi finanziari in deficit e destinati all'intervento principale, ovvero il taglio cuneo fiscale (quasi 11 miliardi) e alla riduzione delle aliquote Irpef (poco più di quattro miliardi). Le due misure insieme dovrebbero portare un vantaggio in busta paga per i contribuenti coinvolti di circa 120 euro. A Tommaso Foti, capogruppo alla Camera per Fratelli d’Italia, il principale partito di Governo, abbiamo posto qualche domanda.

  • Foti, siamo nella fase clou, in dirittura d’arrivo per la vostra prima vera manovra economica. La stella polare quale è?

Un grosso interesse che abbiamo riservato ai lavoratori, con un taglio del cuneo fiscale importante, con l’avvio del primo modulo della legge di riforma fiscale che ovviamente arriva alle persone che in questo momento hanno meno (i redditi fino a 28mila euro). Abbiamo riservato una parte significativa di interventi alle famiglie. È evidente che la coperta sia estremamente corta, abbiamo vissuto un anno difficile e contradditorio al tempo stesso. In tutto questo il Governo ha iniziato con un’inflazione dell’11,5%, oggi è stata dimezzata. E tutti pensavano che con la Meloni lo Spread si sarebbe alzato, mentre ora è 50 punti in meno di allora. Sono i dati che ci dicono se un Governo ha concorso a migliorare le cose.

  • Perché contradditorio?

La Borsa italiana ha registrato l’aumento più importante in Europa, non capitava da trent’anni. Abbiamo il record di occupazione, mai stati così tanti negli ultimi tempi. Il Pil cresce, non come si sarebbe voluto, ma in misura non inferiore alla media europea. Il tutto in un momento in cui la Bce ha aumentato i tassi d’interesse mese per mese, per rallentare la domanda (indirettamente frena lo sviluppo dell’economia). Non bastasse, siamo partiti con una guerra guerreggiata e terminiamo l’anno con due guerre. Un anno fa, di questi tempi, si ipotizzava la possibilità di una trattativa tra Russa e Ucraina, cosa che non si profila ancora all’orizzonte. Poi, l’attacco inopinato di Hamas contro inermi israeliani ha prodotto una reazione che riteniamo che debba trovare un limite per quanto riguarda la popolazione civile della striscia di Gaza.

  • Di cosa va più orgoglioso di questo anno?

Abbiamo fatto tante misure, ne cito una che fu ridicolizzata all’inizio. Vi ricordate le critiche della sinistra in merito al Decreto sui rave party? Bene, era una norma talmente inutile che da quel giorno non c’è stato un rave party abusivo in tutta Italia. Quel decreto subì l’ostruzionismo dell’opposizione e conteneva, in un altro articolo, l’ergastolo ostativo per i mafiosi e i delinquenti incalliti.

  • A chi vi ha votato ed è rimasto un po’ deluso dal proseguimento di alcune delle politiche del Governo Draghi?

A dire il vero sento molte accuse e poche proposte. Vedo molte proteste e molti pochi consigli. Vedo una sinistra che chiede ad un Governo di “destra-centro” di fare le cose che la sinistra non è riuscita a fare, dal salario minimo alla ratifica del Mes. Prima di montare in cattedra ed erigersi a docenti forse bisognerebbe chiedersi se si è buoni scolari.

  • Ai vostri detrattori non vanno giù il familismo del premier Meloni e gli scivoloni di qualche esponente del Governo.

Non parlerei di “familismo”. Se guardassimo agli altri partiti potrei citare il figlio di Vincenzo De Luca, in Parlamento, o la moglie di Dario Franceschini, entrambi nel Pd. Altri dei 5 Stelle che si sono sposati dopo essersi conosciuti in Parlamento. Se si riferisce al ministro Francesco Lollobrigida, non è da questo legislatura che si scopre essere una figura di riferimento del nostro partito: era il mio capogruppo nel precedente mandato. Su Arianna Meloni invece dico che una persona, se sta dietro le quinte, non possa avere un ruolo nel partito. Nel momento in cui una classe dirigente è impegnata in altri ruoli al Governo e in Parlamento, servono dei sostituti.

  • Le cronache politiche raccontano di fibrillazioni, fughe in avanti e dietrofront nei rapporti con gli alleati, Lega e Forza Italia.

L’Italia dei retroscena serve solo a vendere qualche copia di giornale o fare qualche click in più online. Spesso e volentieri leggo delle ricostruzioni fantastiche di riunioni alle quali avrei partecipato, nelle quali in realtà non c’ero proprio. Dopo di che in una coalizione è giusto che si discuta. La coalizione ha dei valori comuni, l’accozzaglia mette insieme i voti per sperare di andare al potere, come ai tempi di Romano Prodi.

  • Un anno di Governo Meloni, ma anche un anno e mezzo di Amministrazione Tarasconi a Piacenza. Se fosse ancora in minoranza a Palazzo Mercanti cosa contestereste?

Non sono minoranza e non mi occupo del ruolo che compete ad altri.

  • Foti, si dice che lei abbia un filo abbastanza diretto con il sindaco. Ad esempio sulla Pertite, avrebbe favorito un incontro insieme al ministro Guido Crosetto e con la deputata De Micheli.

Rispondo sempre a tutti, indipendente dal ruolo politico e dal partito di militanza. Mi telefona per chiedermi qualcosa il sindaco Tarasconi? Rispondo. Mi chiede qualcosa il presidente Bonaccini? Rispondo. È un dovere istituzionale.

  • In Consiglio comunale c’è chi ha dichiarato che all’incontro fosse presente, senza alcun titolo, anche Roberto Reggi, presidente della Fondazione.

Smentisco. Eravamo soltanto io, Tarasconi e De Micheli. Reggi non c’era.

  • Ma c’è una svolta all’orizzonte sull’ex Pertite dopo l’incontro con Crosetto?

Sono aree militari sulle quali lo Stato Maggiore dell’Esercito ha il totale potere decisionale e spesso cambiano gli interlocutori degli amministratori piacentini. Sono pratiche antiche e annose. Se pensiamo che la prima commissione per le aree militari di Piacenza venne costituita ai tempi della Giunta Trabacchi, tra il 1975 e il 1980. Non sono bastate cinque interrogazioni parlamentari per far concludere due palazzine abbandonate all’ex Artale che dovevano essere utilizzate dal personale del Genio Pontieri…Da dieci anni si vedono due palazzi costruiti fino al tetto, mai ultimati.

  • Le manca, dopo quasi quarant’anni di attività politica cittadina, il Consiglio comunale?

Purtroppo alcune vicende mi hanno consigliato di estraniarmi del tutto (l’inchiesta giudiziaria che lo riguarda insieme all’ex assessore all’urbanistica Erika Opizzi, nda). Non ne voglio sapere. Ogni cosa è figlia del suo tempo.

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