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L'invito

Utero in affitto e la risoluzione di Fd’I: «Sindaco e giunta manifestino la loro contrarietà»

Zanardi: «Il riconoscimento della legittimità o comunque la non contrarietà a tale pratica comporta delle ripercussioni anche a livello amministrativo comunale, come la questione della registrazione presso l’anagrafe di figli come nati da coppie omogenitoriali»

Gloria Zanardi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, quale prima firmataria, insieme agli altri colleghi di partito, ha presentato una risoluzione sul tema dell’utero in affitto. Nell’atto – si legge - si invita il sindaco e la giunta «a manifestare, anche presso il Parlamento Italiano, la netta contrarietà dell’amministrazione alla pratica della maternità surrogata ed il proprio sostegno rispetto ad una futura iniziativa di legge che sia finalizzata a rendere tale pratica reato universale per la legge italiana». Inoltre, Zanardi precisa: «Il riconoscimento della legittimità o comunque la non contrarietà a tale pratica comporta delle ripercussioni anche a livello amministrativo comunale, come la questione della registrazione presso l’anagrafe di figli come nati da coppie omogenitoriali tramite la pratica della maternità surrogata – prosegue – quindi con la risoluzione si invita l’amministrazione a manifestare anche la contrarietà su questo punto, in conformità con la volontà del governo Meloni ed anche la recente giurisprudenza della Cassazione». Fratelli d’Italia rileva: «La pratica della maternità surrogata non è solo una tecnica riproduttiva ma tocca molti diritti umani e temi etici. Secondo il principio dell’indisponibilità del corpo umano, l’acquisto, la vendita o l’affitto dello stesso sono fondamentalmente contrari al rispetto della sua dignità. La mercificazione del bambino e la strumentalizzazione del corpo della donna sono anch’essi contrari alla dignità umana, nonostante alcune donne acconsentano ad impegnarsi in un contratto che aliena la loro salute e la loro dignità, a vantaggio dell’industria e dei mercati della riproduzione, sotto la spinta di molteplici pressioni, spesso di natura esclusivamente economica». La risoluzione ripercorre la normativa internazionale in materia evidenziando «come sia necessario che tutte le istituzioni, a qualsiasi livello, manifestino la loro contrarietà a questa pratica lesiva della dignità umana – aggiungono gli esponenti del partito della Meloni – ed è necessario procedere immediatamente per fermare la mercificazione del corpo della donna e dei bambini».

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