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La polemica

«Cosa farà l'amministrazione quando scavando piazza Cittadella spunteranno reperti antichi?»

Le associazioni intervengono ponendo domande alla giunta Tarasconi: «La zona diventerà un agglomerato di auto e l'ex stazione dei bus non è un rudere»

«Alla luce della decisione assunta da questa Amministrazione di procedere alla realizzazione del parcheggio interrato di piazza Cittadella, i sottoscritti rappresentanti delle associazioni Archistorica, FATe (Fondo Ambiente Territorio), Italia Nostra Piacenza, Legambiente Piacenza, Comitato Parco della Pertite, Attac/Italia Piacenza, Laboratorio Popolare della Cultura e dell'Arte, ribadiscono ancora una volta energicamente la loro motivata contrarietà a tale opera, la cui esecuzione appare in netto ed evidente contrasto con l’interesse pubblico della comunità cittadina, sia in termini urbanistici che ambientali e culturali». Così le associazioni intervengono con una nota inviata al sindaco, alla giunta e a tutto il consiglio comunale: Domenico Ferrari Cesena, Anna Lalatta, Maria Laura Chiappa, Leo Bolliger, Maria Pia Romano. Alberto Esse.

«Chiediamo al sindaco e a questa amministrazione chiare e specifiche risposte scritte rispetto alle tante criticità elencate di seguito, che la realizzazione del parcheggio lascia tuttora irrisolte e non chiarite.
Come indicato dai corredi archeologici allegati al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P. all. C1.3 R scheda 0330320003 - pag.93), il sottosuolo di piazza Cittadella e degli immediati paraggi è noto per la complessa stratificazione e densità di reperti, già individuati e documentati fin dal 1985. Tali ritrovamenti, datati dall’epoca romana fino all’alto Medioevo, sono stati assegnati ad un’antica e vasta domus su cui sorsero in seguito un piccolo insediamento longobardo e la chiesa di S. Gregorio. Quando le escavazioni del parcheggio intercetteranno le stratificazioni archeologiche, oggi sconosciute nel dettaglio perché non rilevate strumentalmente, a fronte del Protocollo d'intesa per la gestione del cantiere archeologico sottoscritto con la Soprintendenza, che prescrive le procedure per la conservazione e visibilità dei ritrovamenti archeologici, quali strategie l'Amministrazione Comunale metterà in atto per garantirne ai cittadini l'osservanza e per impedire il rischio di una eventuale dispersione dei ritrovamenti, essendo mancata una preventiva e dettagliata indagine archeologica che ricostruisse la situazione esistente e che permettesse una corretta programmazione preventiva, anche in relazione alle tempistiche di cantiere imposte da questo Protocollo?»

«Nella relazione Valsat propedeutica al nuovo Piano Urbanistico Generale si legge a pag.56 che tra gli obiettivi ambientali perseguiti da questo Comune vi è anche la "diminuzione degli effetti “isola di calore”". Come è noto, il termine “isola di calore” si riferisce a quei comparti urbani dove l’assenza di verde e la concentrazione di cemento e asfalto aumentano pericolosamente il surriscaldamento e l’azione solare. Intervenire sulle isole di calore nella progettazione urbana, con piani di mitigazione del calore che progressivamente riducano le aree impermeabili di asfalto, cemento, pietr parte verde o naturali e permeabili, è oggi una priorità di sopravvivenza e la scommessa del futuro per ogni urbanista. Come dimostrato dai render pubblicati sulla stampa locale e dal progetto, il parcheggio interrato sarà coperto da una nuova piazza pavimentata, totalmente priva di alberi (essendo completamente svuotato il terreno sottostante), eccetto la presenza, residuale e peggiorativa rispetto allo stato attuale, di alcuni tigli su due lati esterni della piazza. Questa vastissima area totalmente esposta al sole e senza verde diverrà quindi una formidabile “isola di calore”. Come si concilia tutto ciò con gli obbiettivi ambientali previsti dal Pug e dalla Valsat?»

«E’ stato più volte ribadito dall’Amministrazione che la realizzazione del parcheggio è stata fortemente richiesta per soddisfare le esigenze di posteggio del comparto nord del centro storico. Obbiettivo ambizioso, per un parcheggio interrato che potrà offrire solo 261 posti auto, di cui 52 riservati. Nel merito, ognuno può facilmente riscontrare allo stato attuale la presenza di circa 180 posti auto a raso nella piazza e nei dintorni, piazza Casali compresa. A giudizio di questa amministrazione, ha davvero senso avviare un’opera così invasiva, traumatica e costosa per poter disporre di solo 25/30 posti auto circa in più rispetto a quelli già disponibili? Stante la fame di parcheggi di questa zona della città, non sarebbe molto più semplice, più economico, meno invasivo e più razionale riqualificare l’autosilo già esistente lungo via X Giugno abbandonato da quarant’anni? O convertire a parcheggio l’area ex Pontieri già sdemanializzata, ridossata all’interno delle mura farnesiane e ben raccordabile con la circonvallazione settentrionale via Legione Zanardi Landi? Per quale motivo non è stata nemmeno presa in considerazione la bozza di progetto di realizzazione di un parcheggio sotto viale Risorgimento e via Maculani, già proposta mediante recente comunicazione Pec del FATe all’assessorato urbanistica?»

«Il posizionamento del parcheggio interrato sotto piazza Cittadella costituirà fattore di attrazione delle auto e dei flussi di traffico verso il centro storico, in netto contrasto con lo scopo dei parcheggi scambiatori che sono di norma posti all’esterno, così da evitare il congestionamento delle aree più antiche e più delicate delle città, in contrasto con il Pums di cui si è dotata Piacenza e tenuto conto di quanto scritto dalla società Trt nella relazione di approfondimento che recita “l'aumento dell'offerta di sosta può far aumentare il numero dei veicoli circolanti, in parte vanificando gli interventi infrastrutturali previsti nella sosta (ex Acna, dismissione Ospedale ecc..). La nuova piazza sarà perciò ridotta di fatto ad una sorta di grande rotatoria per le auto in ingresso ed uscita dal parcheggio interrato e per gli autobus urbani e scolastici, considerando la presenza di 17 stalli previsti per il trasporto pubblico di cui alcuni proprio in faccia a Palazzo Farnese. In tutto ciò, il polo museale di Palazzo Farnese sarà circondato quindi dai flussi di traffico e perciò estromesso dal suo rapporto con la piazza e con la città. E' la destinazione a parcheggio e stazione autobus la decantata valorizzazione di Piazza Cittadella? Inoltre come si raccordano, da questo punto di vista, il presente progetto e lo spazio di piazza Casali, una volta spostato il mercato coperto nelle Scuderie di Maria Luigia? Se verrà lasciato il parcheggio a raso in Piazza Casali aumenteranno le auto in circolazione, trasformando le due piazze in centri attrattori di nuovi flussi di traffico, in totale contraddizione con la necessità di decongestionare dalle auto il centro storico. Quali soluzioni porrà in essere questa Amministrazione»?

«Al di là delle problematiche rilevate che lo scavo del parcheggio interrato determinerà e che ci paiono assolutamente sottovalutate ed in parte non affrontate dal progetto e sulle quali chiediamo una risposta specifica, resta il fatto che la realizzazione del parcheggio interrato avrà come conseguenza l’abbattimento della ex Stazione dei Bus con la motivazione che si tratta di un "rudere degradato di nessun valore”. In realtà si tratta di una significativa palazzina, opera di un importante progettista piacentino, Carlo Felice Cattadori, esempio di edificio in stile razionalista. Un edificio strutturalmente sano ma che è stato lasciato volutamente e colpevolmente degradare nei suoi aspetti esterni. La oggettiva considerazione del suo abbandono e degrado non significa che con un serio progetto di recupero, abbandonato il faraonico e costosissimo scavo della piazza, non possa diventare funzionale alle necessità dei visitatori del polo museale del Farnese ma anche un luogo accogliente e di relax per i piacentini. Potrebbe diventare la sede del punto informazioni turistiche, centro di esposizione fotografica e video dei luoghi di maggiore interesse della provincia, centro di esposizione e di degustazione dei prodotti tipici piacentini. Un punto di ristoro con tavolini all’aperto arricchito di una adeguata e congrua dotazione di verde, già presente in parte».

«Stupisce che nel corso di decenni di discussioni sulle prospettive di questa area strategica della città non sia mai emersa la curiosità, o meglio la necessità, di un progetto di fattibilità della riqualificazione della struttura, come è successo in tante altre città italiane ed europee. La sua conservazione potrebbe contribuire ad una reale riqualificazione della piazza nel rispetto della cultura architettonica e anche della storia e della memoria della comunità piacentina, che ha avuto in questo manufatto, nei suoi diversi usi, un punto di riferimento e di aggregazione per molte generazioni».

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