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Anticaglie

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A cura di Carlo Giarelli

I miti infranti della scienza

Oggi tutto è scienza, tanto che se possiamo dire che non esiste una dittatura politica, ne esiste un’altra, quella scientifica. Chiediamoci allora cos’è la scienza? Tante le possibili risposte, ma sintetizzando e con molta approssimazione possiamo dire che la scienza è quell’avventura del pensiero umano che applicata alla realtà, intesa come natura fisica e comprensiva di tutti gli esseri viventi, consente di scoprire nuove acquisizioni che prima non esistevano. Dunque attraverso la scienza l’uomo progredisce e utilizzandola crea una condizione di vita migliore. Si dice inoltre che la scienza agisce per se stessa in quanto come espressione del libero pensiero non deve e non può essere condizionata. Ma questo non è vero. I condizionamenti ci sono eccome. Ne conosciamo almeno di due tipi. Quello ideologico che agisce spesso in sordina quasi senza farsene accorgere, in quanto affetto da un complesso di inferiorità. E quello morale che invece si erge come possibilità di controllo quando lo sviluppo scientifico nel suo procedere a volte fin troppo veloce, non dà le giuste certezze. Secondo le quali le sue applicazioni siano create per contribuire a modificare in meglio il lato umano dell’uomo. Questo al fine di ridurlo ad esclusivo utilizzatore di una tecnologia che rischia di trasformarlo in una macchina poco pensante. Succede quanto lo stesso pensiero scientifico ha superato i confini antropologici e si è ormai diretto verso altri lidi, costituiti ad es. dall’intelligenza artificiale. La scienza quindi oggi vanta diritti e doveri che un tempo erano connaturati all’uomo, ma che oggi viaggiano indipendenti, avendo la scienza assunto una posizione prevalente sulle cose umane. Per meglio intenderci, la scienza si è trasformata in mito che come tale sembra al di sopra di ogni contestazione o critica e nulla valgono le concezione di filosofi come Galileo Galilei che da scienziato poneva questo limite alla scienza: la verificabilità. Di idee opposte quelle di Karl Popper, per il quale il limite da attribuire alla scienza consisteva nella sua falsicabilità. Nel senso che ogni ipotesi formulata come scientifica per essere tale, poteva fallire una volta messa a contatto e a confronto con l’esperienza. Nulla di tutto questo sembra esistere oggi, essendosi la scienza, come già detto, trasformata in mito. Ma poiché anche i miti dimostrano la loro vulnerabilità, non tutto, ci auguriamo, sembra ancora deciso. Riporto allora per semplificare tre esempi.  Il primo riguarda la vaccinazione anticovid.  Su questa, l’obbligatorietà della scienza non ammetteva discussioni. La vaccinazione serviva a tutelare non solo la salute individuale, ma quella collettiva. Per questo diventava obbligatoria, confliggendo con la norma costituzionale che garantisce a tutti la libertà di acconsentire o dissentite da una certa cura. Ma si sa come agisce la scienza. La sua indiscussa forza dogmatica, è stata quella di convincere che la libertà del singolo individuo, in realtà è solo un arbitrio, dunque una pericolosa illusione contro l’umanità. Le ragioni addotte non lasciavano dubbi. Le riassumo. Chi si vaccina non si ammala e non fa ammalare gli altri. Chi invece non si vaccina diventa l’untore di manzoniana memoria e quindi deve essere punito e allontanato da tutte le condizioni di vita pubblica, incluse quelle lavorative, dove il contatto con gli altri non si poteva evitare. Sembrava tutto lapalissiano perché così lo diceva la scienza, ma in realtà cosi chiaro non era. I dati via via raccolti, hanno infatti posto alcune riserve che sono le seguenti. Secondo le quali ci si può ammalare lo stesso dopo la vaccinazione, perché la immunità dichiarata all’inizio come perenne, in realtà dura al massimo 3-4 mesi. Non solo, ma i vaccinati possono a loro volta contagiare. Inoltre la cosiddetta panacea vaccinale non era proprio quel toccasana auspicato. Certi effetti collaterali che all’inizio venivano negati, in seguito sono emersi con una certa frequenza tale da rendere l’obbligo meno certo e non più così giustificato. Insomma ed in sintesi, il problema vaccinale, alla luce dell’esperienza fatta in questi due anni, ci racconta una verità meno assiomatica. Per la quale, forse è meglio vaccinarsi che non dare il braccio alla scienza, ma con una visione più obiettiva legata a rischi e benefici e meno drammaticamente punitiva verso i renitenti. E passiamo al secondo mito infranto. Quello delle macchine elettriche che devono sostituirsi a quelle a motore termico o a combustione, per liberare l’aria da un eccesso di Co2. Ebbene se è così come dice la scienza, nulla valgono i nuovi motori termici che sempre più affinando la loro tecnologia, ricorrendo anche a prodotti di combustione molto sofisticati, sarebbero già da oggi in grado di ridurre quasi al minimo l’inquinamento. Ma la scienza come mito non si può contestare nella sua visione dogmatica ed ideologicamente votata all’ecologia. Non l’hanno considerata in questo modo le autorità svizzere, paese in cui le auto elettriche sono particolarmente numerose. Cosa allora è successo? Che una disposizione governativa invita tutti i conduttori di auto elettriche a diminuire le ore di utilizzo, causa l’eccessivo dispendio di elettricità per la ricarica delle batterie. Tutto questo in attesa di un nuovo progresso che oggi non viene preso in considerazione, essendosi l’economia ormai votata all’elettrico, che riguarda l’utilizzo dell’idrogeno verde. Il quale per far muovere le vetture si considera la soluzione ottimale. Tutto questo al fine di non inquinare, compreso lo smaltimento delle costose batterie, di non consumare troppa energia e di non disperdere tanti posti di lavoro legate all’uso dei motori termici. Così facendo si assiste al trionfo di quello che Popper considerava l’idola fori, che in realtà significa quel tabù tecnologico che sembra faccia acqua da tutte le parti. Arriviamo ora al terzo mito che mi sembra il più importante e che riguarda la possibilità di utilizzare per cibo, la carne sintetica. Una novità questa caratterizzata da una scoperta scientifica recente, in grado di costruire in laboratorio attraverso combinazioni genetiche, la nuova carne che non comporta più la macellazione di animali. Un mondo quest’ultimo della macellazione che in base alla scienza si chiude e che ci consente di evitare di pensare a stalla, mucche e mangime. Inutile a questo punto dire chi è favorevole al nuovo alimento in provetta. In genere lo sono i progressisti ad oltranza che sono per la scienza a prescindere e che politicamente sono più legati all’ideologia di sinistra. Mentre dalla porte opposta si schierano i tradizionalisti, i conservatori, una genia questa considerata più vicina all’ideologia di destra. Ma non immiseriamo la questione con la politica. Il problema è ben più importante e riguarda la perplessità che il nostro stesso corpo possa andare incontro a quelle stesse modificazioni che offre la scienza per la carne non più di origine animale. Ecco allora che il terzo mito si ricollega al primo. Introducendo nell’uomo come vaccino (questo nome non rimanda alla vacca?) una sostanza artificiale, detto siero mRna, ed allo stesso modo sottoponendolo ad una alimentazione con la carne sintetica. Così facendo, non è escluso che anche il nostro corpo possa subire analoghe modificazioni. La scienza insomma senza controlli né limiti, potrebbe creare un nuovo progetto corporeo, di cui non potremmo capire la sua vera costituzione.  Per cui ogni individuo potrebbe considerare il proprio corpo altro da sé, per aver perso ormai ogni riferimento ad organi reali, sostituiti da quelli biotecnologici come fosse un serbatoio di elaborazioni tecniche che tendono a ridurre l’uomo a macchina.  Contribuirà a questo mutamento, l’inserimento di un chip nel cranio per aumentare le nostre capacità percettive ed intellettive, al punto di poter leggere i pensieri degli altri.  In questo modo il nuovo traguardo che prende il nome di transumanesimo, diventerà reale. Chiediamoci allora chi ci proteggerà da questa eventualità? Due le possibili speranze. Da un lato la politica che dovrebbe condizionare la scienza, ma sappiamo come in realtà non sia in grado di soddisfare questo obiettivo, in quanto è la scienza che condiziona la politica e non viceversa. L’altra possibilità è affidata alla morale. Ma anche qui la situazione è immersa nell’incertezza. Perché il crollo dei valori morali nella nostra società basata sul solo aspetto economico ed utilitaristico, sembra ormai arrivato al suo zenit senza ritorno. Tutto questo a causa del mito scientifico che non si pone remore o ostacoli nel suo procedere in modo incondizionato. Ed allora come andrà a finire? Poiché i miti infranti possono anche rinascere dalle proprie ceneri, il futuro non appare dei più rosei.  L’alleato (ed uno dei responsabili) a modificare l’aspetto antropologico, sembra essere il pensiero gnostico che garantisce di salvare l’uomo dovunque e a qualunque costo. Ma quale uomo è lecito chiederci?  E con quale corpo? Intanto ed in attesa del nuovo mito legato al cibo sintetico, l’hamburger e la fiorentina ci attendono fin tanto che sapremo resistere a questo ultimo e sintetico mito, non ancora infranto.              

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