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Libri piacentini

Libri piacentini

A cura di Renato Passerini

“Ecce Homo”

La nostra sezione Cultura, curata dal giornalista Renato Passerini, dedica questo spazio alla segnalazione e recensione di libri piacentini. Ne entrano a far parte le opere che trattano argomenti riguardanti la nostra provincia: geografici, storici, ambientali, economici, urbanistici, folcloristici, ecc.; a queste si aggiungono i libri e le recensioni di autori piacentini, per nascita o per adozione, e i cataloghi delle esposizioni allestite sul territorio provinciale. Saggi e recensioni di amici del nostro blog

“Ecce Homo”

di Antonello da Messina

Autore Alessandro Malinverni

Editore Collegio Alberoni - Banca di Piacenza

Progetto grafica e copertina Studio E. Tre, Piacenza

Stampa Tep edizioni d’Arte

Anno 2020

Pagine 80

Formato cm 15 x 20,5

In occasione dell’ostensione del quadro di Antonello da Messina a Palazzo Galli con progetto scientifico del prof. Giovanni Foto di Alessandro Malinverni-2Carlo Federico Villa.

Questa pubblicazione ripercorre gli studi sull’Ecce Homo piacentino, iniziati nel 1901 ai quali contribuì anche il compianto prof. Arisi a cui, più di recente si è unito il contributo del prof. Villa e ora dell’apporto prezioso di uno studioso come Alessandro Malinverni.

Nell’occasione della deposizione e custodia della tavola dell’”Ecce Homo” nel caveau della Banca di Piacenza, in coincidenza con i lavori di restyling dell’appartamento del Cardinale, al Collegio Alberoni, dove è stabilmente esposto il dipinto di Antonello da Messina, si è anche creata l’occasione per una breve “ostensione” dell’opera nella sede espositiva di Palazzo Galli (dieci giorni: 29 Novembre-8 dicembre 2020).

Il Collegio Alberoni e la Banca di Piacenza, scrivono nelle pagine iniziali i “Presidenti” Giorgio Braghieri e Corrado Sforza Fogliani, hanno pensato l’evento in un triste momento come questo, per ricreare gli animi con la bellezza e per rendere omaggio a chi abita e a chi ama la nostra terra.

Con il quadro di Antonello da Messina è protagonista del volume il piacentino illustre cardinale Giulio Alberoni che – ha ricordato il prof. scansione0047-3Malinverni – nacque a Piacenza nel 1664 da una famiglia molto umile. Grazie agli studi e alle proprie doti riuscì ad imporsi facendo una carriera straordinaria che lo portò a diventare primo ministro in Spagna alla corte di Elisabetta Farnese e Filippo V. Risulta essere stato il primo proprietario noto della preziosa tavoletta di Antonello e si ritiene che se lo ritrovò tra i suppellettili del Palazzo Lana Buratti di Roma, acquistato nel 1725.

La prima traccia dell’Ecce Homo porta la data del 1735, quando fu steso l’inventario dove compariva la tavoletta, già attribuita all’artista messinese. Ma il prezioso dipinto ha rischiato di essere ceduto, perché il cardinale aveva dato disposizione di vendere la collezione d’arte dopo la sua morte. Il fatto di essere stata un po’ dimenticata, probabilmente l’ha salvata e l’opera arrivò finalmente a Piacenza nel 1761.

Il libro, nelle ultime pagine, ricorda le altre due occasioni nelle quali l’Ecce Homo venne in centro città per le due edizioni della Mostra dell’arte sacra: nel 1902 nel convento di San Vincenzo e nel 1926 nel salone d’onore di Palazzo Gotico. «Due grandi opportunità per i piacentini di ammirare centinaia di opere, due straordinari momenti che riaccesero l’interesse per il capolavoro di Antonello, intorno al quale furono incentivati gli studi che portarono, negli ultimi 20 anni, all’organizzazione di rassegne molto importanti, come quelle di Genova e Milano».

L’Ecce Homo piacentino - spiega il prof. Malinverni - è lo straordinario risultato finale di un percorso di riflessione che Antonello da Messina ha compiuto realizzando altri cinque esemplari del Cristo flagellato, nell’arco di una decina d’anni. L’artista fu il primo ad utilizzare la tecnica ad olio tipica della pittura fiamminga, riuscendo ad ottenere un effetto quasi fotografico. Questa è un’opera che ci colpisce ogni volta che l’osserviamo e vederla in un contesto diverso dal solito, aiuta il visitatore a scoprire particolari che in altre occasioni non si erano magari notati. Si rimane soprattutto colpiti dall’espressione del volto, che ci rivela tutta l’umanità di Gesù che chiede a noi di comprendere la sua reale sofferenza.

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