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Piacenza Nostra

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A cura di Cesare Zilocchi

La morte del Pordenone: gli svarioni de “La Scure” nel ricordarlo

Piacenza ha ben onorato nel 2018 il Pordenone. Ma in passato la stampa piacentina aveva mal ricordato il pittore

In questo anno 2018 Piacenza ha onorato alla grandissima il pittore Giannantonio De Sacchis - noto come il Pordenone - del quale ricorre (a quanto risulta) il 535esimo dalla nascita avvenuta nel 1483 e il quattrocentoottantesimo dalla morte, avvenuta nel 1539. Mera curiosità mi ha indotto a verificare se la stampa piacentina avesse ricordato il dipintore di Santa Maria di Campagna nelle più tonde ricorrenze del quinto centenario dalla nascita o del quarto centenario dalla morte. zil 2-2

Sì, La Scure, quotidiano di Piacenza (organo dei fasci di combattimento "Ardere e Ardire") il dì 12 marzo 1939 gli dedicò un articolo in prima pagina a firma di Carlo Paratici, studioso di arte e musica la cui biografia si trova sul Dizionario Biografico Piacentino (1860-1980) edito dalla Banca di Piacenza nell'anno 2000. Il pezzo, pur erudito, è contaminato da alcuni curiosi errori. Intanto il titolo: "Onoranze cittadine per il centenario [!] del Pordenone" trascurava di specificare che ricorreva il quarto centenario. Vabbé, si dirà, svarione del titolista. Senonché nell'incipit come negli ultimi periodi del dotto articolo le contraddizioni si ripetono. Qui di seguito si veda un estratto di brani testuali.  

"Nacque Giannantonio De Sacchis nel 1488 [!] ... Seguendo la storia del più grande pittore della scuola friulana, si rileva che egli temette sempre della sua vita da parte di qualche mano nemica, così è fama che durante il lavoro, dubitando di tradimento, fosse armato di spada, pronto a qualunque difesa. È che la sua morte avvenuta nel 1539 in Ferrara nell'albergo dell'Angelo sia stata causata da veleno. Che il Pordenone sia morto in pochi giorni di veleno è affermato da testimoni sincroni: dal Vasari, che passò per Ferrara un anno dopo la morte del Pordenone; da Camillo Delminio nelle sue orazioni: “pro suo eloquentia theatro” e da Marcantonio Amalteo, che ne piange la perdita in una elegia latina, scagliando anatemi all'ignoto assassino. Per quanto riguarda la data della morte del Pordenone, che contrasta con quella del 1840 [!] segnata dal Vasari, si ha conferma nell'Archivio parrocchiale di San Francesco a Ferrara in cui si legge: dipintore da Porto de-non, sepolto in San Paolo die 14 Jammari 1839 [!]". Forse il giornale non aveva più tempo per porre attenzione a queste quisquiglie. I fasci già ardevano e ardivano per la spartizione nazi-sovietica della Polonia.

La morte del Pordenone: gli svarioni de “La Scure” nel ricordarlo

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