Da Strӓ ‘d suar a Strȁ dal guast, passando per Cantòn dla pövertȁ e Muntagnöla: ecco gli antichi nomi di vie e quartieri di Piacenza
Toponimi desueti della città storica. Un viaggio nella geografia della Piacenza del secolo scorso in posti che hanno caratterizzato, con i loro nomi, anche gli abitanti di quei quartieri
Strӓ ‘d suar. Strada di sopra, via Roma
Strӓ ‘d sutta. Strada di sotto, via Giulio Alberoni
Strӓ lvӓ. Strada levata, via Giuseppe Taverna
Strӓ dritta. Strada diritta, via 20 Settembre
Cantòn stop. Cantone chiuso, vicolo Potìa
Canton di stall. Cantone delle stalle, via Vincenzo Capra
Strӓ ‘d San Raimond. Strada San Raimondo, corso Vittorio Emanuele II
Strȁ dal guast. Strada del guasto, corso Giuseppe Garibaldi
Cantòn dla pövertȁ. Cantone della povertà, via Girolamo Illica
Canton dal giass. Cantone del ghiaccio, cantone dei Manzini
Santa Gnesa. Strada di Sant'Agnese, via X Giugno (anche tratto terminale via Angelo Genocchi, via Fornace)
La büsa. La buca, tratto terminale di via Mazzini, Molineria San Nicolò, cantone Degani
La Muntagnöla. Via Montagnola, tra le vie Benedettine, Santa Monica, della Filanda, del Guazzo
Facsaléin. Piccolo Facsàl (grazioso vialetto alberato che da Porta Soccorso saliva sinuoso fino allo Scalo Pontieri. Oggi sacrificato quasi interamente alla grande viabilità).
Piattéin. Piattino (bassura piana, delimitata da: Foce del Trebbia, sponda del Po, scalo Pontieri, tratto dell’argine maestro all’altezza del Tiro a Segno. D’inverno il fiume allagava quell’invaso naturale e il primo sole primaverile lo riscaldava a sufficienza, così che i monelli delle borgate ne approfittavano per fare il bagno – senza costume - già nel mese di aprile).
I siér. Forma corrottasi nel tempo da “in si är” (in su le aie) ovvero nella vasta area compresa le tra viale Maculani, via Balsamo, via Nicelli, via Borghetto, ove le lavandaie del quartiere stendevano il bucato.
Porta galera o Porta di ladròn. In origine il riferimento era a una famigerata prigione del XIII secolo, che oggi starebbe all’incirca tra via Confalonieri e via Caccialupo. Con l’ultimo ampliamento della cinta muraria, l’antica porta, spostata a est, divenne Porta San Lazzaro, attualmente collocabile tra via La Primogenita e piazzale Roma. Pur in assenza di prigioni nei dintorni, il vecchio appellativo rimase vivo fino a tempi recenti.
Tigrai. Grande edificio anni ’30, capace di 52 alloggi popolari, sito al civico 64 di via 21 Aprile, angolo via Trebbia. La denominazione fa riferimento all'impero coloniale vagheggiato dal regime; forse alludendo alla ubicazione - tra le antiche mura cittadine e l’aperta campagna - un po’ come il vero Tigrai, terra di nessuno tra l’Etiopia e l’Eritrea. Negli anni ’80 l’edificio venne ristrutturato, reso decoroso e arricchito da pertinenze verdi.
Tòbruk. Borgo Trebbia, in dialetto Tubrùk. Frazione a ovest della città legata al nome di Pietro Marchini, imprenditore che combatté in Libia nel 1912. Congedato, tornò a Piacenza, costruì una fornace e un villaggio che volle lui stesso denominare come la omonima città libica.
Baia del Re. Luogo della Norvegia ove fu posta la base della famosa transvolata polare in dirigibile (1926) di Umberto Nobile e Roald Amudsen. A Piacenza il nome si attaglia all'incirca agli insediamenti lungo la strada Farnesiana oltre la chiesa del Corpus Domini. "Baia del re" è denominazione attribuita anche a quartieri di altre città, ristoranti e perfino ad alberghi pluristellati.
Costanzo Ciano. Complesso a pianta quadra di case popolari costruite negli anni '30 sugli "ort dal mutt" (orti del muto) - in zona Cantarana - intitolato al presidente della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Oggi gli ingressi sono da via San Sepolcro e da via Astorri.
Villa Grilli. Case popolari di epoca fascista site nel primo tratto di via Boselli, lato destro. In origine erano state dedicate ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. Poi intervenne il sarcasmo popolare a cambiarne il nome. Niente dialetto, come si conviene a una residenza di rango. "Grilli" perché al tempo dette case erano praticamente in campagna, dove appunto friniscono i grilli.
Pista dla pùar. Pista della polvere. Percorso che partiva dall'attuale Piazzale Medaglie d'Oro e - sostanzialmente - lungo quella che oggi è via Giuseppe Manfredi, conduceva alla polveriera militare della Galleana (scoppiata nel 1943).
Regina Margherita. Primo insediamento residenziale ben lontano dalle mura cinquecentesche, fu voluto dal podestà Bernardo Barbiellini Amidei dopo l'accorpamento dei comuni contermini. Compreso grosso modo tra via Caduti sul lavoro, via Radini Tedeschi, piazzale Duca degli Abruzzi, il quartiere di villette venne realizzato nella seconda metà degli anni '20.
INCIS. Acronimo di "Istituto nazionale case impiegati statali". L'insediamento residenziale a pianta quadra delimitato da viale Patrioti, piazzale Libertà, via Pubblico passeggio, piazzale Roma risale alla seconda metà del ventennio e fu costruito dalla famosa impresa del piacentino ing. Giuseppe Lodigiani.
Mülein 'd i ort. Area compresa tra le vie Bolzoni, Colombo, Manzoni, Farnesiana. La denominazione si deve agli orti e ai mulini posti sulla riva destra del rio Rifiuto, che - a dispetto del nome - correva ancora limpido verso il Po.
Bülgaron. Disordinato accampamento di soldataglia (forse di nazionalità prevalentemente bulgara) a sud-est della città murata.
Sta fra. Via Raffalda e via Montebello nell'area ove insisteva la ex manifattura tabacchi.
Sintér dal Ciadòr. Con l'unità d'Italia, quando la costruzione della ferrovia impose l'abbattimento del bastione di Sant'Ambrogio, si creò una striscia di terra incolta che andava da Porta Fodesta a Porta Nuova. In una baracca viveva uno svuotalatrine coi suoi arnesi. La gente lo aveva preso a benvolere e lo chiamava Ciadòr mentre il sentiero cespugliato divenne Ciadòr-hall per fare il verso al più pretenzioso Waux-hall.