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Cronaca

Antonino d'Oro, saranno mons. Ambrosio e mons. Zuppi a consegnarlo a Bianchini

Un convegno anticipatore e rivelatore ha ripercorso la carriera professionale, sociale e politica di Giancarlo Bianchini, trentunesimo piacentino insignito dell’Antonino d’oro che riceverà in Basilica

Saranno i vescovi di Bologna mons. Matteo Zuppi e di Piacenza mons. Gianni Ambrosio a conferire nella basilica di Sant’Antonino al termine della messa delle ore 11, il trentunesimo Antonino d’oro, l’ambito riconoscimento ideato e patrocinato dalla Famiglia Piasinteina nel 1986, assegnato alternativamente ad un ecclesiastico e ad un laico. La serie iniziata con il conferimento al dottor Piero Castignoli, continua domenica con il prof. Giancarlo Bianchini scelto dal Capitolo dei Canonici della Basilica di Sant’Antonino per il suo impegno “nell’educazione dei giovani, nella politica e nel volontariato”.

Giancarlo Bianchini è nato a Monticelli d’Ongina; nel 1955 si trasferisce a Piacenza e continua l’opera di educatore dei ragazzi dell‘Azione Cattolica nella parrocchia di Santa Maria in Gariverto. Qui conosce Rosetta Casali, insegnante elementare, che diventerà sua moglie nel 1966. Dal matrimonio nascono Chiara, Lucia e Francesco. Laureato in Economia a Parma, Bianchini si è mantenuto agli studi con il lavoro da ragioniere; è stato ricercatore alla “Bocconi” e docente alle università di Parma e Modena. Nel 1962 è presidente diocesano della Gioventù Italiana di Azione Cattolica. A metà degli anni ’60 si impegna all‘interno della Casa del Fanciullo in stretta collaborazione con padre Gherardo. Dal 1975 al 1983 è presidente della Camera di Commercio di Piacenza e, per alcuni anni, Presidente dell’‘Ente Fiera. Eletto in Parlamento come deputato della Repubblica nelle file della Democrazia Cristiana nel 1983, è riconfermato nella successiva legislatura restando in carica fino al 1992. Tra le ultime responsabilità la Presidenza della Azienda Agricola Sperimentale Vittorio Tadini.

Dal 1993 è presidente dell’associazione “As.So.Fa.” (Associazione Solidarietà Famiglie) nata nel 1981 da genitori con figli disabili e da volontari provenienti da movimenti cattolici, associazione che ancora oggi risponde ai bisogni di 70 persone disabili e alle loro famiglie, contando su circa 100 volontari giovani e adulti. Bianchini – indicato come “l’ultimo democristiano piacentino” ha portato la sua testimonianza al convegno anticipatore e rivelatore all’Antonino d’oro, organizzato dal dottor Carlo Mistraletti, nel quale sono aleggiate le domande “Che ne è della Democrazia, che può o deve essere Cristiana? E se non vi è, un ispirazione “missionaria”, quale altro movente o fondamento “laico” spinge all’impegno per il bene comune; (Che poi laos in greco significa orizzonti).

A parere di Bianchini l’attività politica richiede due prerequisiti: una certa indipendenza economica e un gruppo di amici sinceri con cui confrontarsi. Tra i suoi collaboratori è stato ricordato il prof. Alfonso Cammi già vicesindaco a Piacenza, “bella figura a tutti noto per sobrietà, tenacia e coerenza morale”. Bianchini ha poi condiviso buona parte dell’introduzione di Carlo Mistraletti che ha rievocato “l’intelligenza di Carlo Donat Cattin leader della corrente  Forze Nuove celebre per il suo “Preambolo” nel febbraio 1980 per il XIV Congresso del partito. Uomo di ampie vedute, formatosi anche nel contatto con I grandi pensatori francesi da Mounier a Maritain, è stato membro di vari governi e al vertice del dicastero del Lavoro. Quando da ministro della Sanità (dal 1986 all’’89) venne a Piacenza, durante la visita alla “Geriatria” dell’Ospedale fece scalpore la sua azzeccata esclamazione: “Ma questo è un lazzaretto!”. Aveva suscitato interesse, durante la permanenza alla Sanità, la sua disapprovazione culturale alla propaganda del preservativo come strumento principe per la lotta all’AIDS.

Pur nelle varie correnti - ha osservato l’ex segretario provinciale Luigi Salice - vi era nella DC un’unità d’intenti nei criteri e nelle scelte di fondo. Non così in altre formazioni partitiche attuali ad esempio il PD, in gran  parte erede del PCI allora partito rinomato per il monolitismo. Oggi, pur avendo paradossalmente al vertice un brillante ex democristiano, si vede dilaniato al suo interno da diverse correnti, una detta dei “giovani turchi”. L’Europa - i cui padri fondatori sono in prevalenza democristiani: De Gasperi, Adenauer, Monnet, Schuman - pare indebolita dalla perdita delle radici più autentiche e dalle difficoltà legate all’allargamento, alla mondializzazione dei mercati, alla moneta e alla crisi non prevista dai trattati.

Gli interventi hanno anche accennato a diversi altri episodi della storia della DC ed è stato ricordato l’impegno del cristiano salvadoregno Napoleon Duarte negli anni ’80 ostacolato e minacciato dagli “Squadroni della morte” da una parte e dal “Fronte Farabundo Martì” dall’altra.

Padre Luigi Muratori grande esperto di storia delle religioni, ha delineato i motivi di connessione e distinzione fra lo spirito religioso e i comportamenti politici. Se pure l’esperienza del passato e nostra personale possono insegnare tante cose, restano interrogativi drammatici e motivi di riflessione.  Permangono le incertezze nel dialogo interreligioso e la conflittualità storica, riemergente periodicamente ad esempio oggi nel rapporto con l’Islam. Difficile fare previsioni per il futuro: emerge una universale esigenza di partecipazione e promozione umana, che si accompagna tuttavia alla richiesta e all’affermarsi di leader carismatici e “popolari”.

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Nella foto di gruppo: Antonio Saginario, Carlo Mistraletti, Gian Carlo Bianchini, Luigi Salice, Piero Milani, Piero detto “Bistecca”, Carlo Braghieri.

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