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Cronaca

Bimbo di un anno in ospedale per cocaina, arrestati i genitori e i nonni

I carabinieri di Piacenza hanno fatto luce su una situazione familiare agghiacciante: mamma, papà e nonni spacciavano droga nella loro abitazione in città e facevano anche prostituire una donna. Il piccolo era finito in terapia intensiva un anno fa

L'anno scorso, nel giugno del 2019, un bambino di un anno era finito in terapia intensiva dopo aver ingerito accidentalmente della cocaina. Oggi, all'alba del 29 settembre, tutta la sua famiglia è finita in carcere. Mamma, papà e i due nonni sono stati arrestati al termine di una lunga e articolata indagine dei carabinieri di Piacenza. L'inchiesta, coordinata della Procura della Repubblica di Piacenza e che ha preso avvio dopo quel grave episodio, ha fatto luce su uno spaccato familiare agghiacciante. I genitori e i nonni erano coinvolti non solo in una attività di spaccio in città, ma anche di favoreggiamento della prostituzione. Per tutti le accuse sono di concorso in abbandono di minori, spaccio di sostanze stupefacenti e sfruttamento della prostituzione. Il bimbo è stato invece affidato ai servizi sociali.
I carabinieri di Piacenza, partendo da quell'episodio, hanno scoperto le condizioni di abbandono in cui era stato lasciato il bimbo di 1 anno da parte dei genitori che lo facevano vivere in condizioni igienico sanitarie inadeguate e pericolose. «In particolare - spiegano i carabinieri - gli arrestati custodivano in casa dosi di cocaina in posizioni accessibili al minore, il quale, in un’occasione, ne ha ingerita una, rimanendo gravemente intossicato, con conseguente necessità di ricovero in rianimazione». 
L’inchiesta ha anche consentito di dimostrare che i genitori e i due nonni del piccolo si approvvigionavano a Napoli della cocaina e dell’hashish che poi rivendevano a Piacenza presso la propria abitazione. Nel corso dell’indagine, in base alle dichiarazioni degli acquirenti, sono stati riscontrati complessivamente cinque episodi di spaccio. 

«I quattro soggetti - spiegano i carabinieri - si sono anche resi autori - in concorso tra loro - di sfruttamento della prostituzione nei confronti di una signora italiana per aver fornito ospitalità alla donna presso la loro abitazione di Piacenza e l’accompagnavano presso i luoghi ove esercitare la prostituzione, ottenendo in cambio parte dei guadagni anche a seguito di minacce e violenze fisiche».

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