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Cronaca

Blitz neonazista a Como, tre militanti sono piacentini

Sono stati identificati tutti i 13 militanti del Fronte Veneto Skinheads che lo scorso 28 novembre hanno fatto irruzione nell'assemblea di Como senza Frontiere al Chiostrino di Sant'Eufemia a Como. Tre di questi sono piacentini, tra loro anche Manuel Foletti

Sono stati identificati tutti i 13 militanti del Fronte Veneto Skinheads che lo scorso 28 novembre hanno fatto irruzione nell'assemblea di Como senza Frontiere al Chiostrino di Sant'Eufemia a Como. Tre di questi sono piacentini, tra loro anche Manuel Foletti, già noto per aver accoltellato al viso due ragazzi davanti alla cooperativa Infrangibile nel 2009. Era stato condannato a sei anni, due mesi e venti giorni per tentato omicidio. Tutti sono stati denunciati per violenza privata. 
I partecipanti al blitz sono stati identificati dalla Digos di Como, Piacenza, Genova e Lodi  grazie alle immagini girate proprio durante l'irruzione. Un episodio che ha suscitato molto clamore non solo a Como: il video, infatti, ha fatto il giro d'Italia scatenando polemiche e reazioni politiche. Proprio in seguito a questi fatti, per sabato 9 dicembre 2017 a Como sono state organizzate due manifestazioni: una indetta dal PD e una, di risposta, di Forza Nuova. 

L'IRRUZIONE - Durante l'assemblea plenaria della rete Como Senza Frontiere un gruppo di estrema destra ha fatto irruzione ed ha imposto alla platea l'ascolto della lettura di un volantino sul tema della cosiddetta invasione di migranti. Un episodio ripreso dalla telecamera di Ecoinformazioni. L'episodio si è verificato alle 21.30 al Chiostrino Sant’Eufemia a Como quando un gruppo, formato da una quindicina di esponenti del Veneto fronte skinheads, è entrato nella sala al primo piano dove, come detto, era in corso la riunione della rete. Una volta schieratisi intorno al tavolo, tutti vestiti con giubbotti neri, hanno letto un comunicato che si è concluso con lo slogan “Basta invasione”. Successivamente hanno invitato i presenti a continuare pure a discutere su come rovinare la nostra Patria. I partecipanti alla riunione di Como senza frontiere, che si occupa in città di accoglienza, non hanno voluto reagire alle provocazioni lasciando che tutto si svolgesse senza alcun tipo di violenza verbale o, tantomeno, fisica. Alla fine i provocatori hanno quindi lasciato indisturbati la sede dell'assemblea. Annamaria Maria Francescato, portavoce di Como Senza Frontiere, commenta così l'accaduto: «Hanno cercato di intimidirci ma non ci sono riusciti. Abbiamo ricevuto moltissimi messaggi di solidarieta che confortano il nostro operato. Di certo non cambieremo nulla rispetto alle nostre attività e continueremo la nostra battaglia antifascista. Poi vedremo come reagire alla provocazione». (Da http www.quicomo.it). 

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