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Cronaca Castell'Arquato

Castellarquato, Confcooperative applaude all’ordinanza del Tar sull’asilo

Il comune di Castellarquato non aveva dato un appalto a una ditta poiché questa presentava un prezzo del costo del lavoro sotto la soglia minima delle tabelle ministeriali. Il Tar di Parma ha dato ragione al Comune

«Confcooperative Piacenza – spiega in un comunicato - esprime grande soddisfazione per la recentissima ordinanza con cui il Tar di Parma ha respinto il ricorso presentato da una ditta esclusa da un appalto pubblico nel territorio piacentino per aver offerto un prezzo al di sotto delle soglie minime previste dalle tabelle ministeriali relative al costo del lavoro. L’atto è stato depositato lo scorso venerdì presso la segreteria del Tribunale amministrativo.

L’ordinanza prende le mosse dall’esito della procedura di affidamento del nuovo servizio di nido d’infanzia promossa dal comune di Castell’Arquato: ritenuta una delle offerte economiche pervenute non allineata con le previsioni del contratto collettivo di lavoro del settore, l’amministrazione appaltante ha ritenuto di procedere con l’esclusione del proponente per l’anomalia dell’offerta presentata. A fronte del successivo ricorso presentato dalla ditta esclusa, una cooperativa avente sede legale fuori provincia, il Tar di Parma ha stabilito ora la legittimità di tale estromissione.   

L’ordinanza del Tar è un segnale importante che va nella direzione di promuovere una sempre maggiore legalità all’interno dei contratti di appalto pubblici. Un plauso quindi al Comune di Castell’Arquato che operando con scrupolo e diligenza ha ritenuto di escludere dalla gara l’offerta non conforme e che ora vede riconosciute le proprie ragioni. L’auspicio è che tale comportamento possa essere un esempio virtuoso anche per le altre amministrazioni del territorio.

La condotta tenuta dall’amministrazione di Castell’Arquato è un segno evidente che ci si può opporre ad una prassi che per contrastare la ristrettezza delle risorse orienta le amministrazioni appaltanti verso affidamenti di servizi al massimo ribasso o comunque volti al contenimento dei costi. Una pratica che in particolare in un settore delicato come quello dei servizi alla persona compromette inevitabilmente la qualità dei servizi e del lavoro degli operatori, a discapito dei lavoratori stessi e dei cittadini che usufruiscono di tali servizi».

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