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Cronaca

Quote latte, cobas condannati dal Tribunale di milano. Chiesa: «Segnale importante»

La quarta sezione penale del tribunale di Milano ha condannato allevatori e produttori a pene comprese tra un anno e due anni e sei mesi nel processo con al centro una truffa da 100 milioni di euro attuata aggirando le normative sulle quote latte. Chiesa: «Segnale importante»

La quarta sezione penale del tribunale di Milano ha condannato allevatori e produttori a pene comprese tra un anno e due anni e sei mesi nel processo con al centro una truffa da 100 milioni di euro attuata aggirando le normative sulle quote latte. In capo al legale rappresentante della struttura cooperativa, condannato a cinque anni, è stato, tra l’altro, riconosciuto il reato di peculato.

“I giudici milanesi hanno dato così conferma della validità delle argomentazioni sempre manifestate da Confagricoltura – commenta Enrico Chiesa Presidente di Confagricoltura Piacenza - ed hanno condannato gli artefici ed i gestori del meccanismo truffaldino, non solo riconoscendo le ragioni dei produttori che hanno operato nella legalità, ma anche la validità della posizione della nostra Organizzazione, imponendo in suo favore il risarcimento del danno procurato”.

"La sentenza del Tribunale di Milano sulle quote latte è giunta così a conclusione dopo un lungo dibattimento, che ha visto alla sbarra, per truffa ai danni dello Stato, alcune fantomatiche cooperative di riferimento dei cosiddetti Cobas del latte. Una sentenza - evidenzia Confagricoltura - dalla quale nessun tribunale e nessun soggetto politico potrà d’ora in poi certamente prescindere nell’affrontare argomenti di gestione politica ed amministrativa del comparto lattiero-caseario italiano. Finalmente viene fatta giustizia delle ragioni, da sempre manifestate dalla stragrande maggioranza dei produttori italiani, quegli stessi produttori onesti e rispettosi della legge che Confagricoltura ha da sempre sostenuto e incoraggiato. Inoltre, il tribunale, disponendo risarcimenti per danni procurati a Confagricoltura e alle altre associazioni agricole e cooperative, ha suggellato la validità della posizione dell’Organizzazione".

“Si tratta di un segnale positivo – ha sottolineato Chiesa – di cui la zootecnia da latte piacentina aveva bisogno. I nostri allevatori stanno concentrando i propri sforzi per affrontare i problemi del comparto e, in generale, della crisi economica. Negli anni passati hanno sostenuto costi enormi per poter operare nella legalità, oggi, veder punito chi ha deciso di percorre scorciatoie è un incoraggiamento a continuare a lavorare per la redditività della propria impresa, per il valore dell’agricoltura piacentina, senza perdere di vista la linea di demarcazione che ci deve essere tra il rispetto delle regole e il piegarle al proprio personale profitto”.

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