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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Crac Dorini, prima svolta: patteggiano in otto, prime confische di beni

Tra loro Angelo e Pierangelo Dorini (5 anni e 4 anni e 6 mesi) e il commercialista Petricciola (4 anni), una delle menti del sistema che avrebbe dovuto salvare il Gruppo in crisi, trasferendo la sede all'estero, salvando il patrimonio e lasciando senza un soldo i creditori

Svolta nell’inchiesta sul crac Dorini. Sono arrivate le prime sentenze e le prime confische di beni che erano stati sequestrati. Otto persone hanno patteggiato pene variabili tra un anno e 10 mesi e 5 anni. Il patteggiamento più alto - 5 anni - è stato accordato ad Angelo Dorini, che è ai domiciliari, mentre il figlio Pierangelo (tuttora in carcere) ha patteggiato 4 anni e sei mesi. I legali degli indagati hanno preferito utilizzare il patteggiamento anziché arrivare al giudizio immediato chiesto dalla procura. Le pene, come prevede il codice di procedura penale, sono così state ridotte di un terzo.

I PATTEGGIAMENTI Oltre a padre e figlio, hanno patteggiato: Gian Marco Govi mente finanziaria del Gruppo Dorini (un anno e 10 mesi, è l’unico a cui il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Bersani, ha concesso la sospensione condizionale della pena); il commercialista spezzino Vittorio Petricciola (4 anni); Giuseppe Fago, spezzino (3 anni e 2 mesi);  Andrea Viviani, spezzino (2 anni e 6 mesi); Fiore Bonifacio, anch’essa spezzina (2 anni e sei mesi); Alessandro Ricco, di Pontremoli (2 anni e 8 mesi). I patteggiamenti chiesti dagli avvocati difensori sono stati accolti dalla procura, in virtù dell’atteggiamento di collaborazione tenuto dagli indagati. Ormai messi all’angolo da prove evidenti, e da confessioni, le persone coinvolte hanno deciso di limitare i danni patteggiando, piuttosto che rischiare pesanti condanne in un dibattimento. Tutti sono stati accusati di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Gli indagati - eccetto i Dorini e Govi - dovevano rispondere anche di associazione per delinquere.

L’INCHIESTA Secondo gli investigatori, con un semplice, e allo stesso tempo sofisticato meccanismo, si offriva alle imprese in difficoltà di poter trasferire la sede all’estero, con tutti i beni, per evitare i fallimenti e lasciare i creditori a “bocca asciutta”. Le imprese della galassia Dorini venivano svuotate dei loro beni e poi trasferite a prestanome. Per la procura, Viviani, Bonifacio e Ricco si sarebbero intestati delle quote e avrebbero assunto la carica di amministratore nelle società costituite per l'acquisto dei beni provenienti dalle società svuotate  e per il riciclaggio. Petricciola, invece, sarebbe stato uno degli ideatori del sistema “chiavi in mano” e il direttore delle “operazioni”. Fago, oltre all’intestazione di quote e a diventare, liquidatore nelle società da svuotare, avrebbe preparato gli atti per trasferire il patrimonio e  quelli delle società, avviando anche i rapporti bancari in Bulgaria. La vasta inchiesta finanziaria, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Fontana, partita da alcune segnalazioni della Direzione investigativa antimafia di Genova, aveva portato a numerosi arresti e al sequestro, al Gruppo piacentino che gestiva la principale concessionaria italiana di veicoli industriali Volvo, di beni per circa 150 milioni euro, tra cui 140 immobili. Il gip ha disposto la confisca di una parte dei beni in denaro, immobili e società. La procura è, comunque, intenzionata a chiedere altre confische di beni.

IL PROCESSO Restano aperte, invece, le posizioni di altri indagati, tra cui numerosi professionisti che dovranno rispondere ai giudici del vorticosi giri di fallimenti, falsi, bancarotte, acquisizione di beni (tante le case e le società immobiliari) che avrebbero dovuto - se l’affaire fosse riuscito - consentire al Gruppo Dorini di aprire una nuova società in Bulgari, salvando il patrimonio e rendendo, di fatto, quasi impossibile ai creditori recuperare il loro denaro. Per i professionisti - ma anche per Carmen Grillo, la moglie di Angelo Dorini, che non ha chiesto finora di patteggiare - si intravede così il processo. Un dibattimento che, però, sarà più snello dopo gli otto patteggiamenti. Nonostante la mole di 50 capi di imputazione.

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