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Stupro di via Scalabrini

«Dal Comune mai arrivato nessun atto che legittimasse la sua costituzione di parte civile»

Stupro di via Scalabrini. La procura interviene ufficialmente sulla mancata costituzione di parte civile del comune, volontà annunciata dal sindaco pochi giorni dopo il fatto

Niente costituzione di parte civile del Comune per lo stupro di via Scalabrini. In merito all’apertura del processo per la violenza sessuale avvenuta il 21 agosto 2022, per la quale è imputato un 28enne guineano, e la mancata costituzione di parte civile da parte del Comune, come invece annunciato nei giorni successivi allo stupro dal sindaco Katia Tarasconi, la procura interviene con una nota ufficiale.

«Nessuna comunicazione da parte della Procura della Repubblica è stata omessa. Il Comune di Piacenza non è infatti da considerarsi parte offesa del reato di violenza sessuale, né alcun atto è stato allegato dall'ente al fine di provare la sua legittimazione a costituirsi parte civile (ad esempio, statuto contenente la tutela del bene giuridico leso, consenso della parte offesa)». E ancora: «Infine non risulta che il Comune si sia mai costituito parte civile in un procedimento di violenza sessuale». Tarasconi disse: «Ne abbiamo parlato in giunta e convenuto che costituirsi parte civile è prima di tutto un atto morale, è giusto farlo nei confronti della vittima e della città: non vogliamo che passi il messaggio che Piacenza è questa». Tuttavia il 23 marzo alla prima udienza di smistamento non è accaduto.

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