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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

«Donna all'anagrafe senza operazione? Non ogni cambiamento sociale è un'evoluzione»

Il parlamentare piacentino del Pd Marco Bergonzi interviene sulla sentenza della corte di Cassazione che ha dato ragione a un transessuale che aveva chiesto il cambio di sesso all'anagrafe

«Che di certezze ve ne siano sempre meno è purtroppo acclarato, ma che un uomo possa farsi scrivere sui documenti "sesso femminile" senza fare l'operazione (e viceversa) mi lascia davvero perplesso». Lo afferma in una nota ufficiale il parlamentare piacentino del partito democratico, Marco Bergonzi, in riferimento alla sentenza della corte di Cassazione relativa alla vicenda di un transessuale piacentino di 45 anni che ha ottenuto il cambio di sesso all’anagrafe pur in mancanza dell’intervento chirurgico ai genitali per la ri-attribuzione del sesso. 

Prosegue Bergonzi: «Banalizzando: se non conta ciò che si è, ma ciò che ci si sente di essere, ciò che si vorrebbe essere (ma che non si è), peccato che sulla nuova carta d'identità non siano più riportati i dati somatici: tutti potrebbero far indicare "capelli: biondi", "occhi: azzurri" e quant'altro… È nella "realtà virtuale" che ci si può descrivere (e costruire) in modo diverso da come si è, ma nella vita vera, tante cose sono anche differenti da come vorremmo che fossero, ma non è chiamandole in un altro modo che ne modifichiamo la natura».
«Personalmente - conclude il parlamentare del Pd - non ritengo affatto che qualsivoglia cambiamento sociale possa considerarsi un'evoluzione. Allargando il discorso, ben oltre il caso della sentenza in questione: massima libertà di ciascuno di pensarla come crede, naturalmente, ma rivendico la mia nel ritenere che, la nostra società (così come qualsiasi comunità) abbia bisogno di valori saldi di riferimento e di figure che li testimonino con il propri comportamenti, cui ispirare il proprio operare; in mancanza non si fa molta strada, anzi si corre il rischio di arretrare».

La Cassazione sostiene che "il desiderio di realizzare la coincidenza tra soma e psiche è, anche in mancanza dell'intervento di demolizione chirurgica, il risultato di un'elaborazione sofferta e personale della propria identita' di genere realizzata con il sostegno di trattamenti medici e psicologici corrispondenti ai diversi profili di personalita' e di condizione individuale. Il momento conclusivo non può che essere profondamente influenzato dalle caratteristiche individuali. Non può in conclusione che essere il frutto di un processo di autodeterminazione verso l'obiettivo del mutamento di sesso, realizzato mediante i trattamenti medici e psicologici necessari". Insomma, "l'interesse pubblico alla definizione certa dei generi, anche considerando le implicazioni che ne possono conseguire in ordine alle relazioni familiari e filiali, non richiede il sacrificio del diritto alla conservazione della propria integrità psico-fisica sotto lo specifico profilo dell'obbligo dell'intervento chirurgico inteso come segmento non eludibile dell'avvicinamento del some alla psiche".

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