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Cronaca

Finanziamento illecito ai partiti, il pm chiede l'assoluzione per tutti

Alla richiesta del pubblico ministero si sono associati anche i difensori degli imputati, i quali sono entrati nel merito delle vicende dei singoli

Richiesta di assoluzione per tutti e dieci gli imputati. E’ quanto ha detto il pm Antonio Colonna, rivolgendosi al giudice Gianandrea Bussi, al termine della propria requisitoria nel processo contro dieci persone accusate di finanziamento illecito ai partiti. Alla richiesta del pubblico ministero si sono associati anche i difensori degli imputati, i quali sono entrati nel merito delle vicende dei singoli. Insomma, erano regolari i contributi destinati ai partiti per le campagne elettorali - di alcuni candidati Pd ed ex Pdl - delle Regionali 2010 e per le primarie di coalizione del centrosinistra. I soldi - alcune migliaia di euro - erano stati ricevuti dai partiti tramite bonifici bancari, quindi tracciati, e qualcuno aveva rilasciato la ricevuta, anche se non obbligatoria, all’imprenditore che aveva effettuato la donazione, la Biomedica Santa Lucia. Al termine, il giudice Bussi ha rinviato il processo per consentire eventuali repliche e per emettere la sentenza.

Colonna ha ricordato come il reato di compia qualora non ci sia una delibera di un organo sociale della società e quando la somma non sia stata iscritta nei bilanci della stessa società. Ma come detto anche da più testimoni in aula, tutto questo non si sarebbe verificato. La procura aveva chiesto l’archiviazione, alla fine di gennaio 2015. Colonna aveva chiesto l’assoluzione per gli imputati al gup Elena Stoppini, ma il giudice non l’aveva accolta rinviando gli atti alla procura. 

L’inchiesta, avviata nel marzo del 2014, aveva visto come indagati l’ex vicesindaco Francesco Cacciatore, il consigliere regionale Marco Carini, entrambi Pd, e il consigliere regionale Andrea Pollastri del Pdl (assistito dall’avvocato Luigi Salice). Tutti - secondo le accuse originarie - avrebbero ricevuto soldi illeciti per la campagna elettorale per le regionali del 2010 e per le Primarie del 2012. Nel Pd, erano indagati anche Piera Marchi, Paolo Rezzoagli, Marcellina Anselmi (tutti, insieme con Cacciatore e Carini, assistiti dall'avvocato Paolo Fiori) e Sergio Driganti (difeso da Sabrina Erba). Per il Pdl, oltre a Pollastri erano finiti nell’inchiesta anche Anita Piccioni (difesa dall'avvocato Corrado Prandi), responsabile amministrativo del partito. Imputata di falso in atto pubblico era stata, poi, Anna Zambarbieri, impiegata nello studio del commercialista che segue l’azienda Biomedica Santa Lucia. Secondo la Guardia di finanza, che ha svolto le indagini, avrebbe ritoccato un documento relativo alla presenza delle delibere. Secondo la procura, sarebbe mancata la delibera dei contribuiti da parte del consiglio d’amministrazione di Biomedica. La delibera, per la legge sul finanziamento ai partiti, è obbligatoria. L’inchiesta avrebbe appurato che i finanziamenti erano comunque contenuti nei bilanci dell'azienda. Da qui, la richiesta di assoluzione poi respinta. L’inchiesta, partita da una segnalazione della Corte dei conti, toccò altre città ma in tutti i casi si arrivò alle assoluzioni dei politici coinvolti perché venne dimostrata la trasparenza dei contributi. Oltre alle delibere e all’iscrizione in bilancio del denaro, è stato evidenziato da tutti i testimoni che il versamento dei contributi elettorali era avvenuto tramite bonifici, e quindi i soldi erano tutti tracciati. Alcuni partiti, inoltre, avevano anche rilasciato una ricevuta, seppure no prevista dalla legge.

Insomma, 5 anni di indagini e un processo per ribadire ciò che era emerso fin dalla conclusione della fase istruttoria: nessun illecito. E in aula, oggi, è stato anche sottolineato da un difensore che i partiti sono previsti dalla Costituzione e che servono ai cittadini per associarsi e partecipare alla vita politica del Paese. La legge, poi, è chiara: nessun finanziamento da Enti pubblici e società partecipate dallo Stato. I cittadini, invece, nel rispetto della legge possono sì contribuire alla vita dei partiti, anche se ciò che spesso è emerso dal 1992, da Tangentopoli ai giorni nostri, qualche fondato dubbio nei cittadini lo ha fatto nascere.

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