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Venerdì, 26 Aprile 2024
Animali

Il cane carabiniere Senna a caccia di bocconi avvelenati nel parchi della città

Continuano le segnalazioni dei bocconi avvelenati nelle zone della città maggiormente frequentate dai proprietari di cani

Continuano le segnalazioni dei bocconi avvelenati nelle zone della città maggiormente frequentate dai proprietari di cani.
Dopo l’intervento del 20 gennaio scorso, questa volta ad entrare in azione è stata l’unità cinofila dei Carabinieri Forestale di Lecco, con il cane Senna, sempre nell’ambito di una specifica attività di contrasto organizzata dal Comando Provinciale Carabinieri di Piacenza ed il Gruppo Carabinieri Forestale di Parma.
L’unità cinofila antiveleno è una caratteristica univoca del comparto Forestale dell’Arma dei Carabinieri, e Senna è un pastore tedesco esperto nello specifico ambito, che recentemente si è distinto anche nell’attività antibracconaggio, denominata “Pettirosso”, condotta annualmente dai Carabinieri Forestale fra la Lombardia ed il Veneto.

Le aree verdi perlustrate da Senna, insieme al suo conduttore (un carabiniere forestale) e alle pattuglie della Compagnia Carabinieri di Piacenza e della Stazione Carabinieri Forestale cittadina, sono state quelle del Parco della Galleana e quella extra-urbana nel Parco del Trebbia, quest’ultimo sito di recenti ritrovamenti di fauna selvatica morta per sospetto avvelenamento.
Fortunatamente, l’esito dei controlli è stato negativo. Tuttavia gli stessi proseguiranno nell’ottica di un determinante apporto deterrente a questo odioso fenomeno. 

«Occorre sensibilizzare profondamente la coscienza di tutti - dicono i carabinieri - in quanto l'utilizzo di bocconi avvelenati è illecito, oltre che pericoloso; sono infatti previste specifiche sanzioni penali stabilite dalla legge 157 del 1992 (reato di caccia con mezzi non consentiti) e si configurano inoltre, a seconda dei casi, ulteriori ipotesi di reato previste dal Codice Penale e dalla normativa che tutela gli animali d'affezione. Un’ordinanza del Ministero della Salute su “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati” stabilisce una serie di compiti e di competenze in capo ai medici veterinari, agli Istituti zooprofilattici sperimentali, ai Prefetti, ai Sindaci ed ai produttori di fitosanitari e sostanze pericolose.
Ricordiamo che in caso di ritrovamento di un presunto boccone avvelenato (o sospetto decesso di animale per tale causa), si devono contattare i Carabinieri Forestali che provvederanno ad eseguire gli accertamenti del caso ed attivare le dovute procedure».

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