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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Le ipotesi di deroga per il pranzo di Natale e le visite agli anziani nel nuovo Dpcm

Il presidente del Consiglio Conte pensa di introdurre una o due eccezioni alla zona rossa "a singhiozzo" per le festività dopo le richieste dei governatori leghisti. Ma c'è ancora un problema di norme da considerare

Ad annunciarlo ieri è stato il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: "Se il governo decidesse di chiudere tutta l'Italia in zona rossa dal 24 dicembre, sarebbe necessaria una deroga per consentire ai familiari di poter trascorrere il giorno di Natale insieme, con numeri limitati e prudenza come in tutti gli altri Paesi europei". E a quanto pare il governo Conte è orientato a concederla. 

Le deroghe per il pranzo di Natale e per le visite agli anziani nel nuovo Dpcm

Ieri sera infatti l'agenzia di stampa Ansa, citando proprio fonti dell'esecutivo, ha scritto che il governo sta valutando la possibilità di una deroga al divieto di spostamenti tra comuni - ed eventualmente anche all'interno di uno stesso comune in caso di ripristino della zona rossa - per i congiunti più stretti in occasione cenone della vigilia di Natale e del pranzo del 25. La deroga, in ogni caso, riguarderebbe un numero strettissimo di congiunti: due, secondo le stesse fonti. È proprio la deroga che andrebbe incontro anche alle richieste avanzate dagli amministratori della Lega in queste ore.

Ma a quanto pare non sarebbe l'unica. Perché il Messaggero scrive oggi che il governo è orientato anche a concedere una deroga per consentire "ad un massimo di due congiunti stretti" di andare a trovare "i genitori anziani". Ora però il problema è il come. Perché il governo ieri ha fatto trapelare l'intenzione di certificare il lockdown "a singhiozzo" di Natale 2020 attraverso un nuovo Dpcm, che proclamerà la zona rossa nei giorni del 24, 25, 26 e 27 dicembre e poi il 31, l'1, il 2 e il 3 gennaio: otto giorni di chiusure totali con un problema di gerarchia delle fonti, visto che potrebbe essere necessario anche un nuovo decreto legge che cambi le regole rispetto a quelle del Dl 2 dicembre n. 158. Mentre pare esclusa, per gli stessi motivi illustrati nei giorni scorsi, che le deroghe possano arrivare attraverso le famose Faq di Palazzo Chigi, visto che non sono una fonte di diritto fino a prova contraria. 

Quindi se le deroghe arriveranno davvero dovranno essere contenute nel decreto ministeriale. E chissà se saranno gradite all'ala rigorista del governo, rappresentata dai ministri della Salute Speranza, degli Affari Regionali Boccia e della Cultura Franceschini che fino a ieri volevano la zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio. Una posizione che è venuta meno soltanto dopo l'intervento di Conte: "È una follia chiudere gli italiani in casa per settimane. I nostri cittadini sono sotto pressione da mesi: temo per la tenuta psicologica e sociale del Paese che non reggerebbe a un nuovo lockdown generalizzato". Traduzione: "Al massimo posso accettare la zona rossa solo nei giorni festivi e soltanto dal 24 dicembre al 3 gennaio".

Un nuovo Dpcm, zona rossa per otto giorni e pranzi con due congiunti: come sarà il lockdown di Natale 2020

Zona rossa, zona gialla e zona arancione

Ma il lungo vertice informale tra i ministri e i rappresentanti della maggioranza di governo ieri alla fine non ha trovato un punto d'incontro definitivo. Tanto che sul tavolo dell'esecutivo c'è anche un'altra ipotesi. Ovvero quella di proclamare nei giorni rimanenti - quelli che vanno dal 21 dicembre al 23, dal 28 al 30 e poi dal 4 al 6 gennaio - la zona arancione, che lascerebbe così chiusi ristoranti e bar ma aperti gli altri negozi mantenendo comunque in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5. In questo caso bisognerà vedere anche che fine farà la deroga agli spostamenti per i piccoli comuni votata ieri dal Senato con un testo condiviso su cui la maggioranza ha trovato all'ultimo minuto un compromesso. 

La mozione si limita semplicemente ad invitare il governo a vagliare misure "eque" per tutti, che non consentano a un cittadino di Roma di spostarsi per decine di chilometri e costringano l'abitante di un piccolo borgo a stare in un territorio senza neanche un supermercato. In più al governo i senatori, su spinta di Iv, chiedono "ristori immediati" per tutti, non solo per chi chiuda. La maggioranza ha approvato tra i fischi del centrodestra, che si è fatto beffe dei colleghi che fino a ieri chiedevano di aprire tutto. Prima il nuovo dpcm con le eventuali deroghe, poi per il governo sarà tempo di un nuovo decreto per i ristori.

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