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Cronaca

Madre di una neonata strappata alla strada, denunciato lo sfruttatore

Storia a lieto fine per una 24enne arrivata a Piacenza con il miraggio di un lavoro, ma poi costretta a prostituirsi sulla via Emilia a Montale. Il comandante Poma: «E' stato un lavoro di squadra»

Sono tutti concordi: è un lavoro di squadra quello che ha permesso di poter affrancare una giovane albanese, mamma di una bimba di pochi mesi, dal racket della prostituzione a Piacenza. Molteplici attività messe in campo dagli agenti della polizia municipale di Piacenza, fianco a fianco con la Procura della Repubblica e con i servizi sociali del Comune, in particolare con la rete di “Oltre la strada” il progetto regionale dedicato proprio all’assistenza a quelle ragazze che decidono di rompere con la prostituzione alla quale sono obbligate dai loro sfruttatori.
Una storia a lieto fine quella illustrata nei dettagli dal comandante Stefano Poma insieme all’assessore Stefano Cugini, all’ispettore superiore Marco Cassinelli, all’ispettore Federica Devoti e alla responsabile e coordinatrice del servizio di assistenza Elena Foletti.

La ragazza albanese - 23enne che attualmente si trova in una struttura protetta e che giorno dopo giorno sta riscoprendo il suo ruolo di mamma - era arrivata a Piacenza nel 2013. Un caso tipico il suo: la promessa di una nuova vita con un lavoro regolare in una pizzeria. Ma quando arriva in Italia quel lavoro svanisce: resta soltanto quella bambina che porta in grembo, per amore della quale accetta l’unica alternativa possibile, quella della strada.
Mesi di prostituzione sulla via Emilia Parmense a Montale, fin quando viene controllata da una pattuglia della polizia municipale. Non una pattuglia qualunque però, ma agenti che sono specializzati in questi tipo di approccio con le lucciole, e che sono in stretto contatto con il servizio sociale del Comune di Piacenza.

Certo non è facile entrare in confidenza con ragazze disilluse e diffidenti, atterrite dai loro protettori. «Ma gli agenti in questo caso - sottolineano al comando di via Rogelio - sono stati bravi a insinuarsi nella vita di questa ragazza sfruttando il suo punto debole: la bambina neonata».
La giovane albanese, di lì in seguito, viene avvicinata spesso: prima dagli agenti, e poi dagli addetti dei servizi sociali. La convincono a fuggire dal suo sfruttatore - un albanese 24enne, padre biologico di quella bambina - e a cercare protezione con l’aiuto degli agenti e del Comune. Alla fine la 23enne - che ha trovato personale in divisa in grado di ascoltare e di dare fiducia, sottolinea Poma - decide di farsi aiutare, permettendo anche alla procura di Piacenza di denunciare per induzione e sfruttamento della prostituzione il 24enne che di fatto attualmente si è reso irreperibile.

Sottolineano Cugini e Foletti: «”Oltre la strada” è un percorso di protezione che a Piacenza, attualmente, ha in carico una ventina di persone, quasi tutte donne. Possiamo contare anche su un’unità di strada che esce tre vuole a settimana, e formata da personale in grado di contattare le ragazze e di fornire un controllo un aiuto sanitario. Poi c’è anche lo psicologo in stretto contatto con gli altri servizi del Comune».

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