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Cronaca

Quartieri al buio per rubare dieci chilometri di cavi, sgominata la gang del rame

Operazione Black Out. Sgominata dai carabinieri di Cremona, guidati dal maggiore Rocco Papaleo, una pericolosa organizzazione criminale che razziava diverse province rubando chilometri di rame e provocava black out anche di quasi otto ore ciascuno. Otto arresti, tre denunce. I dettagli

furto_8-3COME AGIVANO - Le indagini hanno dimostrato come i componenti della banda, avevano due basi in altrettanti campi nomadi, uno a Vigevano e l’altro a Sant’Angelo Lodigiano alla Cascina Belfuggito, da cui partivano per aggredire obbiettivi a diversi chilometri di distanza, scegliendo in particolare zone piuttosto isolate ed agendo in tempo notturno. Un gruppo di nomadi di etnia rom, strettamente collegati tra loro che si occupavano di organizzare i fatti reato sin dalle fasi prodromiche, quali ad esempio la perlustrazione delle zone più adatte al compimento degli illeciti. Nel corso della medesima notte, infatti, i malviventi asportavano, dapprima, furgoni, autovetture, parcheggiati all’interno di  abitazioni e di alcune ditte del posto, dopo aver prelevato le chiavi dai locali adibiti ad ufficio, e, successivamente caricavano sui mezzi rubati rame nel frattempo prelevato dai cavi della media tensione. Tali azioni predatorie nel loro complesso cagionavano danni economici rilevanti sia alle ditte colpite che spesso, oltre ai mezzi rubati, si vedevano sottratti anche ulteriori beni (quali computer ed attrezzature di lavoro), sia alle società Enel, in quanto ogni furto provocava un danno economico tra i 10mila e gli 85 mila euro.

L'ORGANIZZAZIONE - E’ emerso che ogni componente della banda si recava sul luogo del reato provenendo da una delle due basi in provincia di Pavia e Lodi, per, poi, tornarvi nelle prime ore del mattino seguente.  Spregiudicati e scaltri, tanto da “isolare” intere aree occupate da insediamenti e centri abitati, anche “bonificandole” manomettendo i sistemi di allarme e quelli di videosorveglianza, così riuscendo a ritardare l’intervento delle forze di polizia prima ed il loro proseguo delle attività d’indagine poi. Proprio questa tecnica, l’impressionante ripetizione dei singoli delitti, le modalità di realizzazione degli stessi, l’abilità nella manomissione, l’apprensione di beni di notevole valore economico e la successiva vendita degli stessi, nonché l’intercambiabilità fra loro dei soggetti agenti e i significativi contatti anche con terzi inseriti nel mercato illecito, sono stati ritenuti dal Gip di Cremona, prova di preordinazione di azioni e di mezzi e pertanto indice di evidente capacità organizzativa, di professionalità, tutti elementi di sicuro rilievo ai fini del giudizio in relazione allo loro preoccupante e grave pericolosità sociale.

I TREDICI COLPI NEL PIACENTINO - Nel nostro territorio hanno colpito nel marzo del 2017 a Lusurasco di Alseno dove nella notte del 3 una furto_9-3banda di almeno otto persone ha rubato un chilometro di cavi in rame provocando un black out durato circa 4 ore e mezza nei comuni di Fiorenzuola, Alseno e Castellarquato. Danni ingenti anche agli impianti di distribuzione di Enel. Sempre a marzo e sempre ad Alseno invece hanno sradicato 840 metri di cavi dai tralicci nelle campagne. Pochi giorni dopo un altro colpo sempre nello stesso comune: nel bottino cavi di rame per 30mila euro, anche in questo caso hanno fatto saltare la linea elettrica in molte zone della Valdarda. A maggio, a Muradolo hanno tranciato e rubato cavi elettrici di due linee a media tensione (15mila volt). La conseguenza è stata un black out di circa otto ore che ha interessato numerose famiglie e creato parecchi disagi. I malviventi hanno tranciato tre campate da sei fili, per un totale di circa 500 metri di linea. Il 5 maggio a Monticelli, sono stati tranciati ancora cavi elettrici di due linee a media tensione: il black out è durato quattro ore (due campate da sei fili, per un totale di circa 800 metri di linea). Nella zona di Castelvetro sempre a maggio ancora due linee a media tensione nel mirino. Altre quattro ore di buio e un chilometro di linea fatto sparire. Colpo identico pochi giorni dopo. Altro black out, via una chilometro di linea elettrica. A Fossadello, a giugno, colpo fotocopia, così come in agosto a Roncaglia, Gerbido, Mortizza, Pontenure. A dicembre invece a Caorso i ladri hanno preso di mira alcuni tralicci della rete di distribuzione dell'energia elettrica che attraversano le campagne. I predoni del rame hanno colpito alle prime luci dell'alba, con un'azione veloce e sicura hanno tranciato circa un chilometro e mezzo di cavi elettrici con lo scopo di impossessarsi del rame contenuto. I tecnici dell'Enel, che in mattinata hanno ripristinato la regolare erogazione della corrente, hanno accertato che il furto ha causato un black-out in alcune cascine ed aziende della zona. Infine, il 20 dicembre a Muradolo altri duecento metri di cavi tranciati e rubati. 

LA RICETTAZIONE  -  L’attività d’indagine ha permesso anche di individuare ed arrestare un pensionato italiano, giacché resosi responsabili del reato di furto aggravato e ricettazione, avendo acquistato in diverse circostanze ingenti quantitativi di rame (ricavati dai conduttori e dalle bobine), dai citati soggetti, ben sapendo che si trattava di beni di provenienza furtiva. E’ stato accertato trattarsi di un vero e proprio riferimento del settore della ricettazione del rame. Conosciuto non solo dai componenti della banda dei “freeclamber”, ma anche da altri malviventi dediti alla commissione di qualunque tipo di furto. Un soggetto con un ruolo ben preciso anche nell’organizzazione logistica dell’attività di smercio, nella fase del trasporto della merce e del rame, sia del suo piazzamento. Beni che poi reintroduceva nella catena di commercio lecito attraverso alcuni gestori compiacenti con cui è risultato mantenere stretti legami, in particolare nelle province di Piacenza e Pavia. Proprio per accontentare le richieste della “clientela di fiducia”, spesso indicava gli obiettivi da colpire e commissionava furti di particolari prodotti, come alimenti e attrezzature per i bar. Nel corso dell’operazione sono state eseguite anche diverse perquisizioni domiciliari che hanno permesso di ritrovare parte della refurtiva: si stima che il valore della merce rubata dalla banda superi il milione di euro.

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