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Cronaca Castel San Giovanni / Corso Giacomo Matteotti

«Nessuna relazione tra il delitto e la ludopatia: quando uccise la madre era capace di intendere e volere»

Delitto di Castello: lo psichiatra incaricato dal Tribunale ribalta l'altra perizia che era stata presntata dalla difesa di Maria Cristina Filippini, la 48enne arrestata per aver ucciso la madre 90enne il 4 febbraio del 2013

Maria Cristina Filippini era capace di intendere e di volere quando, la mattina del 4 febbraio del 2013, uccise la madre 90enne Giuliana Boccenti strangolandola e soffocandola nella sua abitazione a Castelsangiovanni. Ad affermarlo, davanti al giudice per l’udienza preliminare Gianandrea Bussi, è stato lo psichiatra piacentino Filippo Lombardi, incaricato dal Tribunale di redigere una perizia sullo stato mentale della donna accusata di omicidio. 

Per Lombardi inoltre la ludopatia della quale sarebbe stata affetta la 48enne - presente in aula e difesa dagli avvocati Alessandra Salvadè ed Elena Marzi - non avrebbe comunque influito sul delitto. Insomma, la nuova perizia dello psichiatra piacentino dice l’esatto contrario di quanto sostenuto dall’altro professionista, consulente però della difesa della donna arrestata dai carabinieri, che invece aveva scritto come la Filippini non avesse la capacità di “volere” al momento dell’omicidio proprio a causa della sua mania patologica per il gioco d’azzardo alle macchinette, che l’avrebbe spinta - per denaro - a uccidere la madre anziana.

Dunque, per il perito del Tribunale non c’è alcuna relazione tra un’eventuale mania per il gioco e il delitto, e la donna era capace di intendere e di volere quando soffocò la 90enne.
Al termine della lettura della perizia di Lombardi, il giudice ha rinviato l’udienza alla fine di maggio per la discussione e le eventuali repliche.
 

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