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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Pontieri in Libano, non solo mine Ecco la nuova strada fra gli uliveti

Reportage dal Paese dei Cedri. Per la prima volta, i soldati del Genio in una missione Onu. Sono inquadrati nella brigata aeromobile Friuli, tutta emiliana

DALL'INVIATO A SHAMA (LIBANO) - Svolgono uno dei mestieri più pericolosi al mondo, bonificare i terreni dalle mine, ma sono sempre pronti a svestire i panni degli specialisti e indossare quello di genieri per riparare strade e aiutare la popolazione con le loro capacità. I soldati del 2° reggimento Genio pontieri sono tornati in una missione fuori area, in Libano, dopo l'ultima del 2009 in Kosovo. E questa volta lo hanno fatto con due "primati": è la prima volta che partecipano a una missione Onu ed è la prima volta che il reggimento vede impiegati i minex, cioè gli sminatori, una qualifica professionale in più acquisita negli ultimi tempi.

PONTIERI - GLI SPECIALISTI DEL MINEX CHE DISATTIVANO STRUMENTI DI MORTE

Un centinaio di uomini, al comando del capitano Alessandro Zarzana, vengono impiegati ogni giorno nel sud del Libano, per far rispettare la risoluzione Onu 1701, adottata dal Consiglo di sicurezza per mettere fine alla fine della guerra dei "33 giorni", che nel 2006 vide Israele invadere il Libano. L'esercito di Tsahal aveva risposto alle aggressioni armate del movimento Hezbollah, "il partito di Dio". I genieri sono inseriti nella brigata aeromobile "Friuli", di Bologna, al comando del generale di brigata Antonio Bettelli, il primo emiliano a comandarla.

I pontieri piacentini in missione in Libano ©Gis/ilPiacenza

I genieri sono addetti a uno dei compiti più delicati, pericolosi e nello stesso tempo importanti per la pace: sminare i campi dagli ordigni letali per consentire di stabilire una linea di demarcazione. Periodicamente, nella base di Naqqura, al confine fra i due stati, si svolge un incontro tripartito dove isareliani e libanesi, con la mediazione italiana, stabiliscono i punti del nuovo confine. Fissate le misure, i tratti vengono marcati con dei piloni sormontati da un bidone blu (blue pillar). Un lavoro, questo, che richiede un ingente dispendio di energie da parte dei 12mila caschi blu presenti in Libano, dalla linea del fiume Litani fino al profondo sud.

Oltre allo sminamento - che richiede un addestramento continuo - i soldati "piacentini" si occupano della bonifica di ordigni esplosivi, della potabilizzazione e distribuzione delle acque sul territorio di Shama (dove si trova la più grande base che ospita i caschi blu), delle strade e di tutti i lavori che sono utili alle truppe multinazionali della missione Unifil. In questi giorni, gli uomini del capitano Zarzana sono stati impegnati nel rifacimento di una strada, devastata dalle piogge, che porta al confine con Israele, nella dove si bonificano i campi minati. Il lavoro non è finalizzato solo a quello. I ragazzi del 2° reggimento, infatti, hanno reso utilizzabile quell'arteria, seppur sterrata, a tutti gli abitanti del villaggio di Iarin consentendo collegamenti fra diverse zone. Un gesto applaudito dallo stesso "sindaco" perché consente agli agricoltori di seguire i campi, in particolari i tantissimi uliveti. Con il comandante Zarzana, ci sono anche il capo ufficio logistico, il capitano Salvatore Lanza, il comandante del plotone Minex, il tenente Walter De Iorio e distaccato al comando di brigata il capitano Freddy Formichetti.

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