Processo Bazzoni, inchiesta partita dalla denuncia di un mobiliere

Nuova udienza del processo che vede imputato il commercialista Carlo Bazzoni. Il  25 settembre, ha deposto in aula il luogotenente dei carabinieri Roberto Penge. Il pm Antonio Colonna gli ha chiesto di ripercorrere dall’inizio il cammino dell’indagine che vede il professionista imputato di estorsione e millantato credito. Il collegio presieduto da Italo Ghitti, in apertura, ha acquisito la trascrizione di una telefonata intercettata e durata quattro ore dal perito Alessandro Manfredi. La richiesta era stata avanzata dal difensore di Bazzoni, l’avvocato Paolo Fiori che lo assiste con il professor Luigi Stortoni di Bologna. In aula, erano presenti anche i due legali di parte civile, Enzo Faraone e Massimiliano Ielo, del Foro di Catania, che assistono i fratelli Ferrari.

Il sottufficiale dell’Arma ha ricordato che tutto è partito dalla segnalazione di un mobiliere piacentino che aveva avuto richieste da due funzionarie dell’Agenzia entrate che stavano svolgendo una verifica fiscale. Le due avrebbero chiesto denaro per ammorbidire i controlli. Parte l’inchiesta e si intercettano i telefoni. L’incontro per la consegna di denaro, però, salta. Si scoprirà in seguito che le due erano state avvertite dalla funzionaria della procura Maria Rosa Perazzi (tutte e tre sono state già state giudicate). Intanto i carabinieri continuano le indagini sulle due funzionarie delle Entrate e in una ispezione in alcune aziende, tra cui quelle dei Ferrari, vengono a sapere della presenza anche di Bazzoni.

Secondo le accuse della procura, Bazzoni avrebbe lasciato intendere ad alcuni clienti di poter intervenire, all'interno dell'Agenzia delle Entrate, per far evitare controlli che avrebbero potuto comportare sanzioni fiscali. Alcune persone, però, avevano già pagato in anticipo due funzionarie del Fisco (già condannate) per lo stesso motivo. Da qui, è partita l'inchiesta sfociata poi nel processo. Il processo è slittato a ottobre, quando saranno sentiti altri testimoni.