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Cronaca

Pusher e ladri di ferro, tutti condannati

Sono stati tutti condannati, al termine del processo per direttissima, il ragazzo arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti e la famiglia di nomadi, padre, madre e figlio, dai carabinieri di San Nicolò

Sono stati tutti condannati, al termine del processo per direttissima, il ragazzo arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti e la famiglia di nomadi, padre, madre e figlio, dai carabinieri di San Nicolò. Tutti hanno scelto il rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena, davanti al giudice Gianandrea Bussi e al pm Sara Macchetta.

Il 23enne di Rottofreno è stato condannato a 8 mesi. Il 26 luglio era stato arrestato, dopo che la madre e la nonna avevano trovato in casa sua della marijuana e il necessario per la coltivazione. La madre aveva portato la droga, che era stata gettata nel water, ai carabinieri. In un primo tempo, il peso era di quasi un etto, ma lasciata asciugare si è ridotta a circa 70 grammi, inoltre, il principio attivo era molto basso. Il ragazzo è stato difeso dall’avvocato Stefania Losi.

La famiglia di nomadi proveniente da Brescello, invece, difesa dall’avvocato Claudia Pezzoni, del Foro di Parma, è stata condannata sette mesi (il pm ne aveva chiesti otto) con l’accusa di tentato furto. Il padre e il figlio, inoltre, resteranno gli arresti domiciliari, mentre per la madre è stato disposto l’obbligo di firma. I carabinieri li avevano fermati poco lontano dall’isola ecologica di San Nicolò, dove avevano tentato di rubare del ferro. Il furgone era stato segnalato e i militari lo avevano rintracciato.

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