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Cronaca Via Giuseppe Taverna

Midollo osseo, Piacenza accreditata anche per il trapianto da donatore familiare

Il Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo (Gitmo) accredita l'Ematologia dell'ospedale di Piacenza per una procedura considerata ad alta complessità clinica

Trapianti di midollo sempre più sicuri e di qualità, a Piacenza, con la garanzia per il paziente di poter essere curato vicino a casa per patologie anche gravi. Il Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo (Gitmo) accredita l’Ematologia dell’ospedale di Piacenza per una procedura considerata ad alta complessità clinica. “Nella cura delle patologie ematologiche e oncologiche – spiega il primario Daniele Vallisa - quando le terapie convenzionali e i farmaci biologici non sono efficaci o non sono indicati, si ricorre al trapianto di midollo o, meglio, di cellule staminali emopoietiche”.

La consegna della targa ©IlPiacenza.it

Esistono due modalità: “Se possibile, si esegue un trapianto autologo. La procedura prevede la reinfusione di cellule staminali emopoietiche dello stesso paziente, precedentemente prelevate e criopreservate”. L’Ematologia esegue trapianti autologi dal 1999: la procedura è stata eseguita 260 volte. In alcuni casi, però, si deve invece ricorrere a un donatore (trapianto allogenico).

Si cerca prima nella cerchia dei familiari consanguinei (genitori, fratelli o sorelle, figli) e, in caso di insuccesso, ci si rivolge al registro internazionale dei donatori volontari. “L’Ematologia di Piacenza è già accreditata per il trapianto autologo dal 2002. Ora ci è stato riconosciuto l’accreditamento per il trapianto allogenico familiare”. Si tratta di una procedura considerata ad alta complessità clinica, valutata addirittura più impegnativa di un trapianto di cuore.

“A Piacenza si eseguono trapianti allogenici da circa 10 anni, in modalità sperimentale. Ne abbiamo eseguiti una cinquantina”. L’accreditamento è conferito da organismi di grande valore scientifico: uno italiano (Gitmo) e l’altro europeo (Ebmt). Per Piacenza tale riconoscimento è importante e va a inserirsi nel solco dell’impegno perseguito dal dipartimento di Oncoematologia: “Cerchiamo – sottolinea il direttore Luigi Cavanna – di qualificare costantemente e progressivamente la qualità del nostro servizio per offrire le migliori possibilità di cura ai nostri cittadini senza che questi debbano migrare e affrontare i cosiddetti viaggi della speranza”.

A testimonianza della qualità di tali riconoscimenti va ricordato che Piacenza è il terzo centro regionale ad aver ottenuto tale riconoscimento. Le uniche strutture accreditate sono infatti quelle di Bologna e Modena. “In questo modo riusciamo a trattare circa il 99 per cento dei pazienti, perché il ricorso al trapianto allogenico da donatore non familiare – che il nostro prossimo obiettivo – è limitato a un numero molto esiguo di casi”.

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