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Cronaca

Tratteneva quei soldi per mantenere i due figli, assolta

Una 50enne accusata di false fatturazione. L’ex marito, condannato, le aveva aperto un’impresa edile. Lei riceveva bonifici e girava assegni ad altre persone. Il giudice: manca il dolo, era in uno stato di necessità

L’ex marito le aveva aperto quella società su cui finivano i bonifici per lavori eseguiti da altre persone. Lei tratteneva 1.000 euro al mese per mantenere i due figli e mandava gli assegni alle persone che avevano eseguito lavori edili. Un’inchiesta della Guardia di finanza aveva portato alla denuncia per false fatturazioni, ma oggi, il giudice Gianandrea Bussi l’ha assolta - il fatto non sussiste - mentre ha condannato il marito a umano e un mese per false fatturazioni e false dichiarazioni.

E’ la storia di una 50enne, di origine campana, finita nei guai nel maggio del 2013, dopo un controllo della Finanza. Alla donna, difesa dall’avvocato Riccardo Curtarelli, le Fiamme Gialle avevano contestato di aver ricevuto bonifici per circa 40mila euro e di aver girato gli assegni ad altre persone. Lei tratteneva solo mille euro al mese perché le servivano per vivere dopo la separazione. Inutile spiegare che l’impresa edile le era stata aperta dal marito e lei era la titolare. Era stata denunciata e rinviata a giudizio.

Secondo la difesa, mancava il dolo. L’imputata agiva in stato di necessità e non conosceva le persone a cui girava gli assegni. Il giudice ha accolto questa tesi e, dopo aver assolto con formula piena la donna, ha condannato solo l’ex marito, difeso dall’avvocato Graziella Mingardi, ritenendo l’uomo il mandante di tutto il giro. In pratica, chi riceveva i soldi evadeva le imposte e lavorava in nero. Il pm Monica Bubba aveva chiesto la condanna della donna a un anno e 8 mesi.

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