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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Una lapide ricorda la casa natia del cardinale Giulio Alberoni

All’illustre concittadino cardinale Giulio Alberoni (1664-1752) Piacenza, nella seconda metà dell’Ottocento, ha intitolato la via dove agli attuali numeri civici 20-22, sorge il palazzo che lo ha ospitato negli ultimi anni di vita. La toponomastica cittadina lo ricorda però da diversi decenni anche con Cantone Alberoni, strada nella quale è tuttora edificato l’antico muro che sino al 1933 costituiva la facciata della modesta casa natia.

Per individuare Cantone Alberoni, scriveva il quotidiano La Scure nel settembre 1943 “da via Taverna, pieghi a destra in cantone del Cristo, fai quaranta passi, poi a sinistra ecco il Cantone Alberoni, lungo 37 metri”. Qui da oggi, 23 settembre, una targa commemorativa affissa sul muro originario, fa memoria del luogo con l’epigrafe “Nella casa che qui sorgeva ebbe i natali il 21 maggio 1664 GIULIO ALBERONI cardinale di S.R.E. e primo ministro in Spagna, fondatore del collegio di S. Lazzaro che ne conserva grato il nome e il ricordo. Piacenza 21 maggio 2016”.

Alla cerimonia di presentazione della lapide collocata a cura dell’Opera Pia Alberoni, che ha condiviso la segnalazione dello storico Giorgio Fiori, sono intervenuti il presidente Giorgio Braghieri con il direttore Angelo Anfini e Umberto Fornasari, Padre Erminio Antonello, superiore del Collegio Alberoni, il direttore generale dell’ASL Luca Baldino e Fiori. Presente anche l’unico abitante della stradina, il signor Alberto Magrelli che, a titolo di volontariato provvede alla manutenzione periodica.

Questo vicolo – ha ricordato Giorgio Fiori - anticamente si chiamava cantone di Pochettino, oppure cantone Stoppo, perché non aveva sbocco d’uscita, ma poi gli fu dato il nome del grande cardinale Giulio Alberoni che vi ebbe i natali da modestissima famiglia oriunda di Vigolo Marchese. Fu il nonno del cardinale che pure si chiamava Giulio e che faceva l’ortolano, che dopo un periodo di permanenze in altre case, il 29 novembre 1657 acquistò tutte le case esistenti nel vicolo, da Francesco e Domenico Rossi, figli del fu Pietro, detto Pochettino. Attraverso diversi passaggi di proprietà il 23 maggio 1933 il nucleo di case fu acquistato dall’Amministrazione provinciale di Piacenza, già proprietaria degli orti retrostanti la via verso l’attuale Polichirurgico. Lo scopo era quello di ricavare un’ampia area verde da destinare all’Ospedale Psichiatrico. Nel luglio 1933 il Comune autorizzò la demolizione di tutte le case, pur mantenendo in piedi in funzione di muro di cinta dello stesso ospedale psichiatrico le facciate ormai tamponate verso cantone Alberoni. Della casa natale del Cardinale Alberoni oggi resta dunque la facciata con porte e finestre tamponate che reca l’antico numero civico 1.

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