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«L'intervento repressivo della questura funzionale al piano di chiusura di Tnt-Fedex»

Il 10 maggio il coordinatore provinciale del Si Cobas Piacenza Mohamed Arafat è stato ricevuto in via ufficiale dal presidente della Camera Roberto Fico nell’ambito della vertenza Fedex-Tnt

«Il 10 maggio il coordinatore provinciale del Si Cobas Piacenza Mohamed Arafat è stato ricevuto in via ufficiale dal presidente della Camera Roberto Fico nell’ambito della vertenza Fedex-Tnt. Con lui erano presenti i rappresentanti del movimento “disoccupati 7 novembre” di Napoli, a loro volta coinvolti per la vertenza relativa alla manutenzione stradale del S.I.Cobas napoletano». Si legge in una nota del sindacato.

«Sono state rappresentate al presidente Fico  - proseguono - tutte le dinamiche che hanno portato alla chiusura irregolare (riconosciuta come tale dal prefetto Daniela Lupo, dal sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri e dall’assessore regionale Vincenzo Colla) del sito piacentino, oltre che i documenti che dimostrano come Fedex abbia perseguito l’esplicito fine di eliminare i lavoratori che comportano un maggior costo del lavoro al fine di sostituirli con precari, interinali e in generale profili dal minor esborso, il tutto mentre il suo fatturato cresceva e venivano aperti nuovi magazzini per lavorare la merce sottratta a Piacenza. Dei veri e propri “lavoratori in affitto”, come li ha definiti durante l’incontro il presidente Fico».

«E’ stata spiegata con chiarezza la natura discriminatoria della chiusura unilaterale del sito piacentino e l’intrinseca mancanza di rispetto verso le istituzioni italiane derivante dall’aver fatto carta straccia dell’accordo siglato in Prefettura a Piacenza l’8 febbraio scorso. Non solo: si è convenuto di ritenere una provocazione la proposta avanzata dal fornitore Alba SRL su mandato di Fedex di ricorrere alla ricollocazione dei 300 lavoratori attraverso l’agenzia “Intoo”, già nota per gestire processi di ristrutturazione al ribasso per conto di Fedex sin dal 2013».

Il SiCobas ha infine «esposto con chiarezza come l’intervento repressivo agito in marzo della Questura di Piacenza sia stato funzionale al piano di chiusura da parte di Fedex, e come la stessa Questura sembri considerare i lavoratori in sciopero per il proprio posto di lavoro come dei veri “nemici di guerra” da eliminare e non come onesti lavoratori nel pieno di una crisi drammatica per le loro vite e per l’intera città. Tale intervento repressivo non si risolve solo nella maxi-operazione ai limiti del ridicolo a cui abbiamo assistito in marzo ma anche nell’indebita invasione di campo che negli ultimi giorni ha visto un intervento della questura presso il sito UPS di Piacenza volto a far licenziare un delegato sindacale del Si Cobas. Un eccesso di potere che tracima nel campo della discriminazione sindacale già visto in occasione della conferenza stampa della procuratrice Grazia Pradella in marzo all’indomani degli arresti».

«Il Si Cobas prosegue la nota si sta muovendo su tutti i livelli apicali dell’amministrazione statale e del coordinamento sindacale in Italia per rivendicare la riapertura del sito di Piacenza o in subordine la ricollocazione dei lavoratori all’interno della filiera Fedex con le medesime condizioni salariali. Purtroppo sembra che, dopo la altisonanti dichiarazioni seguite alla chiusura del sito da parte di partiti e istituzioni, sia oggi il solo Si Cobas ad adoperarsi concretamente per le 300 famiglie coinvolte: incontri con parlamentari, due ministeri coinvolti, la terza carica dello stato e di concerto continue azioni di sciopero e lotta: pare proprio che il significato della parola “sindacato” sia stata dimenticata da altre sedicenti sigle intente più a fare opere di autopromozione a fini giornalistici che alla sostanza del lavoro sindacale».

«Al termine dell’incontro, il presidente Fico si è impegnato a far convocare dal ministro Giancarlo Giorgetti un tavolo interministeriale urgente che coinvolga Fedex al fine di arrivare a una soluzione condivisa per la crisi piacentina che vede 300 famiglie da due mesi senza salario. In attesa del tavolo, il Si Cobas, come promesso all’inizio della vertenza, continuerà a impegnarsi con tutte le sue forze nei fatti e non solo con comunicati stampa: un impegno pienamente riconosciuto dalla collettività, che vede sostenuta la lotta dei facchini giorno per giorno nonostante le continue aggravanti che gli istituti repressivi pongono in essere, facendo percepire ai lavoratori piacentini che loro primo interesse non è combattere la criminalità ma solo intervenire ostinatamente contro le fasce sociali esposte alla crisi economica».

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