Appuntamento al Municipale e al Teatro Filodrammatici il 15 e 16 novembre
Una commedia nera, una macchina fatta di trovate, energia, divertimento; il teatro comico di Eugéne Labiche; un cast di prim’ordine guidato dalla coppia Massimo Dapporto - Antonello Fassari affiancata da Susanna Marcomeni; la sapiente regia di Andrée Ruth Shammah. Sono alcuni degli ingredienti de “Il delitto di via dell’Orsina”, spettacolo prodotto da Teatro Franco Parenti e Fondazione Teatro della Toscana che vedremo al Teatro Municipale di Piacenza martedì 15 e mercoledì 16 novembre alle ore 21 per la Stagione di Prosa 2022/2023, direzione artistica di Diego Maj, la diciannovesima edizione organizzata da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Iren e il contributo di Mic e Regione Emilia-Romagna.
Mercoledì 16 novembre alle 17.30 al Teatro Filodrammatici la Compagnia in scena con “Il delitto di via dell’Orsina” incontrerà il pubblico. L’appuntamento si inserisce nel programma di “Rumori fuori scena”, il ciclo di incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa 2022/2023 del Teatro Municipale di Piacenza a cura di Nicola Cavallari, attore e regista. Un progetto proposto da Teatro Gioco Vita con l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’ambito del programma “InFormazione Teatrale”.
“Il Delitto di via dell’Orsina” è uno degli atti unici più conosciuti di Eugène Labiche, padre nobile del vaudeville, talento prolifico e sopraffino capace di svelare, con indiavolate geometrie di equivoci e farse, il ridicolo nascosto sotto i tappeti della buona borghesia. Due uomini, un ricco nobile ed elegante (Massimo Dapporto) e un proletario rozzo e volgare (Antonello Fassari), si risvegliano nello stesso letto, hanno le mani sporche, le tasche piene di carbone e non ricordano nulla di quanto accaduto la notte precedente. Quando dal giornale apprendono della morte di una giovane carbonaia si convincono di essere stati loro a commettere l’omicidio. Per i due protagonisti, disposti a tutto pur di sfuggire alla colpa e mantenere le apparenze, non resta che far sparire ogni prova. Andrée Ruth Shammah che firma la regia e, assieme a Giorgio Melazzi, l’adattamento, mantiene intatta la struttura della pochade e del gioco indiavolato degli equivoci ma vira al noir seminando inquietudini all’ombra di qualcosa che incombe. La Francia perbenista e ottocentesca di Labiche diventa l’Italia del primo dopoguerra, pre-fascista e conformista. Alcune battute e personaggi sono “rubati” da altri lavori del drammaturgo francese per dare più spessore alle sottotrame e rendere più stratificata la vita che c’è dentro. Un sottile turbamento, fatto di piccole sospensioni, guida gli attori. Clownerie e astrazione beckettiana, il ritmo del vaudeville e la tradizione del teatro brillante italiano si incontrano in un vaudeville noir che fa ridere e pensare e che con i suoi vorticosi intrecci riesce a raccontarci, in modo non scontato, il disorientamento che stiamo attraversando.
In scena, oltre a Dapporto, Fassari e Marcomeni, Marco Balbi, Andrea Soffiantini, Christian Pradella, Luca Cesa-Bianchi. Le musiche sono di Alessandro Nidi, le scene di Margherita Palli, i costumi di Nicoletta Ceccolini, le luci di Camilla Piccioni e le sagome di Paolo Ventura.