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dAS Festival, il 15 settembre atteso Wood: il legno lasciato dal mare come il compagno di una danza lenta e sensibile

Intervista alla coreografa e danzatrice Lara Russo che si esibirà il 15 settembre nel cortile d'onore del Palazzo Anguissola di Cimafava Rocca nell'ambito di dAS Festival

L’Associazione Culturale De Arte Saltandi presenta la prima edizione di dAS Festival - a Palazzo. Si tratta del primo festival multidisciplinare dedicato alle arti della danza e della coreografia sul territorio piacentino. Il Festival - come l’omonima Associazione Culturale De Arte Saltandi che lo promuove - è dedicato alla figura di Domenichino da Piacenza, considerato il primo coreografo della storia della danza occidentale e autore del primo trattato umanistico sulla danza dal titolo De Arte Saltandi et Choreas Ducendi.

La finalità del Festival è quella della divulgazione, di proporre un immaginario simposio delle arti attorno alla Danza e alle sue declinazioni negli spazi urbani come palazzi storici, musei, cortili e giardini. L’edizione inaugurale di dAS Festival ha come sottotitolo A Palazzo e parte dal tema dell’abitare in senso figurato e proprio. Gli eventi della prima edizione saranno proposti in Palazzo Anguissola di Cimafava Rocca, con l’idea di abitarne e far rivivere gli spazi proprio come all’epoca di Domenichino, figura che operava in questa tipologia di luoghi organizzando feste e cerimonie per i suoi committenti.

Attraverso la generosa collaborazione dei Proprietari ed inquilini del Palazzo, il sostegno economico della Fondazione di Piacenza e Vigevano, di Steriltom e Crédit Agricole, la collaborazione di Biffi Arte, dell’Associazione Culturale RatHaus e di Concorto Film Festival, dAS Festival proporrà una serie di eventi nei giorni 14-15-16 settembre 2023 nelle location del Cortile e Salone d’Onore, ma anche nei locali di RatHaus e di Biffi Arte per poter accogliere gli spettatori/visitatori nel più ospitale dei modi.

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WOOD

Il 15 settembre Lara Russo si esibirà dalle ore 17.30 alle 18.30 al Palazzo Anguissola di Cimafava Rocca, Cortile d'Onore e secondo Riccardo Buscarini, direttore artistico del festival quello di Russo è uno degli eventi più importanti di dAS Festival. Adattato in forma di installazione appositamente per dAS Festival, Wood attiva l'elegante spazio del Cortile d'Onore di Palazzo Anguissola attraverso l'interazione tra corpo e materia. Lara Russo, qui in veste di coreografa e danzatrice, sceglie il legno lasciato dal mare come compagno di una danza lenta e sensibile che si impregna delle forme, delle qualità visibili e tattili del legno, elemento carico di memoria che a sua volta trova nel movimento nuova linfa. La risultante di questa interazione è un'installazione scultorea, un paesaggio i cui contorni si sfumano e oscillano tra armonia e interdipendenza facendosi metafora di un sottile, ma potente e quanto mai necessario dialogo tra presente e passato, architettura e natura.

L’intervista

Lavori da molti anni con i materiali (alluminio, cartone, rame). La tua performance Wood vive dell'intreccio tra movimento e materiale. Che cosa rappresenta il movimento e che cosa, dal punto di vista scenico e concettuale, il legno in questo lavoro? 

Questi sono legni portati dal mare, sembrano secchi ma continuano a trasformarsi. Mi ha sempre colpito la forma che le rocce e la terra assumono dal continuo sbattere delle onde: una forma che si plasma poco a poco da una relazione quella tra vento e acqua ed è in qualche modo è quello che succede anche dentro di noi: siamo in continua relazione e trasformazione. Con questi legni spezzati ma ancora in vita, provo a farmi suggerire il movimento, sentire le memorie che racchiudono e trasmetterle nella danza.

Parlaci di più della tua pratica in relazione alla natura, in che modo l’ambiente ti ispira?

Proprio per questo fitto intreccio di relazioni e convivenze: guardo un pezzo di macchia mediterranea, quanti tipi di foglie diverse si alternano, c'è contrasto e armonia. Essendo nata a Milano, forse ho una certa nostalgia per la natura, ho cercato negli ultimi anni di frequentarla di più per poterla integrare nello studio della danza, provare a esserne parte e cercare di trovare un movimento disponibile e organico, mettendomi a disposizione di quello che sento e tocco.

Che cosa è per te la danza e come si inserisce nella tua vita quotidiana da un punto di vista pratico e filosofico?

La danza è una meditazione in movimento che sa di viscere e di cielo. E’ ritornare a sé per poter stare nel presente e connettersi con gli altri e a volte è un sorriso. Quando qualcuno si mette a ballare cosi all'improvviso perché arriva una musica, cambia volto. E’ anche un modo per alleggerire il peso della vita.

Che significato ha per te l’espressione “site-specific” ovvero “specifico per un determinato luogo” quando si parla di mettere in scena una performance in spazi non prettamente teatrali?

Occorre un ulteriore elemento di adattamento e trasformazione. Bisogna rimanere aperti e creativi per adattare un’idea, un progetto a un determinato luogo. E’ una fonte di nuove possibilità e contribuisce a far crescere il lavoro che si stratifica di nuove esperienze. Senza gli artifici del teatro, l'atto performativo è come se fosse ancora più esposto: il pubblico è più vicino e senza le luci teatrali è tutto visibile e ancora più autentico. La danza non è quindi più appartata nel luogo deputato, ma diventa parte del quotidiano.

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