Famiglia Piasinteina, serata dedicata al vino e a "Doppio gioco"
Venerdì 6 maggio alle ore 21, nella sede della Famiglia Piasinteina ancora una serata sotto il segno del bicchiere e del vino. Vino che però stavolta esce – come un coniglio bianco dal cilindro nero di un mago – schietto e non allungato dall'acqua, dalle pagine di un libro, “Doppio Gioco” di Umberto Fava e Maurizio Rossi.
Non è un libro di mille pagine, ne ha solo cento, ma è pieno di spiriti vinosi ed effervescenze fantastiche. Ribolle di fantasia, ironia e leggerezza. Ma sopra il piacere delle mescite, delle bevute e dei brindisi, c'è l'orgoglio piacentino del lavoro, l'onore della fatica che produce uve e vini, la volonterosa razza di chi si indurisce le mani nei vidùr.
Come le mani di Maurizio Rossi, che oltre ad essere uno che scrive in poesia e prosa - come, in questo “Doppio Gioco”, il racconto “Gli spiriti del vino” - è anche uno che lavora e fatica nella sua vigna di Sariano per far crescere i grappoli e farne buon vino.
E Umberto Fava? Lui aspetta che il vino sia fatto, e lo beve. Sì, beve la nobile razza dei vini di quelle vigne che sanno di sudore maschile e grazia e fragranza femminile. E mentre beve, è accaduto che la Vigna di Sara del vignaiuolo-scrittore Maurizio Rossi è diventata il punto di partenza per il suo fantasticare su “Quella vigna profuma di donna”, il porto dove approda e salpa la sua arca, che è anche l'arca di Noè.
Cento pagine piacentinissime scritte da due piacentini, illustrate da un altro piacentino come Gianfranco Asveri, pubblicate da un'editrice piacentina come Scritture, stampate da La Grafica piacentina, e venute alla luce grazie alla Fondazione di Piacenza.
Un libro nato, come Venere, anzi meglio di Venere, da un voluttuoso piacentino mare di Gutturnio e di Ortrugo, cento pagine di bollicine da bere mentre si ascolta magari una fisarmonica, un libro musicale non solo perché è pieno di musiche ed ogni nota è una bollicina, ma anche perché ha debuttato ad ottobre in Fondazione con un preludio di tromba e pianoforte, il Concerto in mi bemolle maggiore di Haydn, alla tromba Alessandro Cremonesi, al piano Sara Rossi (ossia la figlia di Maurizio che presto sarà sposa di Alessandro). Ad aprile a Pecorara con l'accompagnamento di chitarre; ed ora a maggio, alla Famiglia Piasinteina, con la voce di una fisarmonica, suonata da Fausto Frontini, che ci riporterà dentro le atmosfere popolaresche delle vecchie osterie.
Ecco cos'è “Doppio Gioco” giocato da Fava e da Rossi, un libretto rosso vino che è assai meglio del libretto rosso di Mao, perché Mao nuotava nell'acqua, mentre in queste cento pagine si naviga nel vino come l'arca di Noè nel racconto di Fava naviga in un mare di fantasia; e i due vecchi protagonisti del racconto di Rossi si dibattono come onde stanche nel loro mare di vigne. Naturalmente al gioco parteciperà anche Danilo Anelli come padrone di casa, regolando le mescite di parole e note.
Insomma, una serata con l'antico piacere del vino, del bere, della compagnia, della musica, dell'amore e della donna. Sì, sarà proprio come vedere Venere nascere da un mare di Ortrugo e di Gutturnio. E ciascuno a piacer suo: ai due autori e al razdur Danilo Anelli il piacere di darla a bere, non solo metaforicamente, ma anche realmente, versando e facendo scorrere il vino felice e abbondante per il verso più giusto e naturale: dalla bottiglia al bicchiere.
Per saperne di più, basterà partecipare in Famiglia alla serata di venerdì 6 maggio, e leggere le cento bevibilissime pagine di “Doppio Gioco”.