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"Ecce Homo. Immagini da Antonello": mostra prorogata fino al 10 aprile

Sarà ancora possibile visitare la mostra, la Galleria e il Collegio Alberoni, nei pomeriggi di giovedì, venerdì, sabato e domenica, con le stesse modalità praticate nei mesi scorsi. Tutte le informazioni utili

A seguito del grande interesse manifestato dal pubblico dei visitatori, dalla stampa locale e nazionale alla mostra Ecce Homo. Immagini da Antonello. Artisti contemporanei a confronto, e in considerazione delle numerose richieste pervenute, gli organizzatori hanno concordato di prorogare l’apertura dell’evento espositivo fino a domenica 10 aprile 2016.  Sarà pertanto ancora possibile visitare la mostra, la Galleria e il Collegio Alberoni, nei pomeriggi di giovedì, venerdì, sabato e domenica, con le stesse modalità praticate nei mesi scorsi e sotto riportate analiticamente.  Ottimo il riscontro delle aperture straordinarie nelle Festività Pasquali: Galleria, Collegio Alberoni e mostra, infatti, sono stati visitati da circa 300 persone.

Come e quando visitare la mostra

DA GIOVEDÌ A DOMENICA POMERIGGIO

PERCORSI ACCOMPAGNATI E VISITE GUIDATE

Per le settimane di proroga straordinaria della mostra permangono le stesse identiche modalità di visita praticate nel corso dell’apertura ordinaria dell’evento espositivo. Si potrà accedere alla mostra, alla Galleria e al Collegio con le seguenti modalità:

Giovedì, venerdì, sabato pomeriggio

La Galleria e la mostra sono visitabili dalle ore 15.00 alle ore 18.00

Alle ore 16.00 e alle 17.00 percorsi accompagnati attraverso la mostra, la Galleria e il Collegio (Ecce Homo di Antonello da Messina, la biblioteca monumentale e la sezione scientifica).

Domenica

La Galleria e la mostra sono visitabili dalle ore 15.00 alle ore 18.00

Alle ore 16 visita guidata alla mostra, alla Galleria e al Collegio Alberoni (Ecce Homo di Antonello da Messina, la biblioteca monumentale e la sezione scientifica).

Biglietti:

Ingresso alla sola mostra: €. 2,50

Ingresso alla mostra e alla Galleria Alberoni €. 4,50

Percorsi guidati €. 6,00

Come si può notare la mostra può essere visitata liberamente e in modo autonomo rispetto alle collezioni storiche alberoniane. Le visite guidate e i percorsi accompagnati, attivati nei giorni di apertura della mostra, prevedono un itinerario di visita che intende portare il pubblico dal ‘400 di Antonello da Messina e del suo capolavoro, attraverso la storia del Collegio e delle sue collezioni artistiche, fino all’attualità delle opere presenti in mostra.

Da 22 a 23 artisti in mostra

Alle 44 opere che rileggono l’Ecce Homo o Cristo alla colonna di Antonello da Messina se ne aggiunge, in questi ultimi giorni, una ulteriore, particolarmente significativa: l’Ecce Homo realizzato, nel 1968, da Ludovico Mosconi (Piacenza, 1928 – Milano 1987).  Si tratta di una carta dipinta con olio magro appoggiata al vetro di uno specchio con argentatura danneggiata.  L’opera appartiene alla collezione dell’Architetto Artemio Cavagna che ha segnalato l’esistenza di questo Ecce Homo, realizzato da Mosconi, rendendosi disponibile al prestito temporaneo per la mostra.

Come ricorda l’arch. Cavagna, l’opera appartiene al periodo artistico probabilmente più importante di Mosconi, quello riconoscibile per la presenza dei cuori all’interno delle sue opere, cuori dipinti in senso metafisico. L’artista, come narra il collezionista, trovò un antico specchio e decise di farne la base per un’opera che si ispirasse a un grande capolavoro della pittura. Lo specchio evoca, il volto, il mistero dell’identità e del destino dell’uomo. Per questo Mosconi scelse la raffigurazione di un volto che incarna in sé tutti gli interrogativi dell’umana esistenza: l’Ecce Homo di Antonello da Messina. Nato a Piacenza nel 1928, Mosconi fu allievo dell’Istituto d’arte Gazzola, frequentò lo studio del pittore piacentino Luciano Ricchetti e lavorò poi nello studio di Alberto Aspetti, finissimo affrescatore di chiese, che Mosconi considerò il suo vero maestro.
Dal 1951 al 1954 frequentò la Grande Chaumière di Parigi e lo studio del pittore Mac-Avoy. Dal 1955 alla morte fu attivo prevalentemente a Milano e a Orio Litta, pur abitando a Piacenza, dove espose specialmente alla Galleria Buffalmacco, da Centenari, da Baio e alla «Galleria l’Angolo».

ECCE HOMO. IMMAGINI DA ANTONELLO: ARTISTI CONTEMPORANEI A CONFRONTO

VENTIDUE ARTISTI PER QUARANTAQUATTRO OPERE

Ventidue artisti e quarantaquattro opere (due per ciascuno artista) costituiscono pertanto una mostra che si presenta come importante evento culturale per la città di Piacenza, capace di attrarre appassionati, turisti e visitatori e in grado di stimolare la riflessione, i sentimenti e le emozioni di ciascuno; un contributo ancora più prezioso in una fase storica particolarmente delicata e segnata da eventi drammatici. Selezionati all’inizio del 2015 da Gianfranco Centenari, in collaborazione con i promotori dell’iniziativa e il critico Claudio Cerritelli, gli artisti che hanno accettato la sfida entusiasmante e impegnativa di dialogare e confrontarsi con il Volto di Cristo di Antonello, sono tutti estremamente significativi, alcuni più giovani, di interessante talento, la maggior parte di consolidata esperienza e rilevante carriera italiana e internazionale. Partecipano, tra gli artisti d’origine piacentina, Giancarlo Bargoni, Franco Corradini, Mauro Fornari, Paolo Pagani e William Xerra; tra gli artisti italiani Sandro Cabrini, Ennio Calabria, Michele Canzoneri, Roberto Casiraghi, Giulio Catelli, Mino Ceretti, Attilio Forgioli, Giovanna Fra, Marco Luzi, Sandro Martini, Franco Pedrina, Giuseppe Pugliesi, Mario Raciti, Ruggero Savinio e Piero Zuccaro. 

Due gli artisti stranieri: il giapponese Fujio Nishida e il danese Nes Lerpa.

DALL’ECCE HOMO ALLO SGUARDO CONTEMPORANEO

La mostra è allestita in due sale della Galleria Alberoni: la Sala Scribani Rossi e quella che ordinariamente ospita una selezione di opere della collezione Mazzolini d’arte contemporanea, che torneranno a essere collocate in essa dopo le festività di Pasqua 2016. La straordinaria tavola di Antonello da Messina, raffigurante l’Ecce Homo, che costituisce il punto di partenza della mostra nonché il costante confronto e riferimento per ogni opera esposta, è invece custodita e allestita nel cuore del Collegio Alberoni in una sala dell’Appartamento del Cardinale.  E’ per questo che in ogni giorno di apertura della mostra e della Galleria sono previsti itinerari accompagnati che condurranno i visitatori in un percorso suggestivo ed emozionante da Antonello ai giorni nostri. 

I MOTIVI DELLA MOSTRA

Con l’Ecce Homo di Antonello da Messina (1430-1479 ca), un’originalissima sintesi del tema dell’Ecce Homo con quello del Cristo alla colonna, ci poniamo certamente al cospetto di uno dei più alti capolavori dell’artista messinese e a un’opera fondamentale per la storia dell’arte. In questa tavoletta, così come nella “Madonna annunciata” di Palermo, Antonello rivoluziona infatti l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo. Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprime intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo.  Nell’importante catalogo della mostra, Claudio Cerritelli, critico, storico dell’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, descrive così il senso e la forza del progetto di mostra:  “L’intenzione è di porre al centro il confronto tra le diverse reinvenzioni degli artisti, una coralità di voci che nel loro insieme offrono un ampio panorama di esiti espressivi, tramiti di un rapporto con il passato di cui il presente non può fare a meno, con tutti i dubbi e le inquietudini che la pittura sa trasmettere. (…) Lo sguardo rivolto ad Antonello non è stato condizionato da griglie storicistiche vincolanti, il dialogo è avvenuto con naturalezza, senza emulazioni retoriche, come se l’Ecce Homo potesse diventare l’icona sublime da leggere e filtrare per via di assonanze sedimentate dalla sensibilità poliedrica del presente.(…)

In tal senso, lo spettatore è sollecitato a decifrare il divenire di segni, colori, materie, gesti emozionali e riverberi mentali, evocazioni e risonanze che gli artisti hanno sviluppato intorno alla inimitabile icona antonelliana: come uno splendido pre-testo per restituire immagini filtrate dagli stili contemporanei. (…)

La sacralità dell’Ecce Homo è percepita nel suo essere immagine carnale e insieme spirituale, identità di corpo e anima, congiunzione di sensi visibili e invisibili, luogo dove si decantano velature luminose e delicate ombre, segni distintivi sul volto e sul corpo, come la lieve cordicella sul petto della figura. Il profondo senso comunicativo del Cristo rimanda alla dolorosa esperienza della flagellazione, l’espressione dolente del volto, il rossore degli occhi, lo sguardo smarrito e attonito, i capelli finemente attorcigliati, le lacrime come gocce di sofferenza, il tratto della bocca come segno di muta rassegnazione.

La misteriosa limpidezza dell’immagine emana un senso di abbandono al destino dell’umana sofferenza, dimensione drammatica da cui emerge la possibilità di attenuare la misura del tragico con il soffio della luce interiore. Al cospetto di quest’ineffabile incanto, gli artisti hanno cercato di captare sintonie attraverso ipotetiche collimazioni visive, corrispondenze segniche e cromatiche che interrogano a proprio modo il volto doloroso del Cristo.

I PROMOTORI DELLA MOSTRA

La mostra nasce da un’idea di Franco Centenari, fondatore e responsabile dello Studio Centenari, storica e significativa Galleria d’arte piacentina che, quest’anno, in occasione della ricorrenza del 50° anniversario di attività della sua Galleria, ha voluto proporre alla città, e in primis al Collegio Alberoni, un evento d’arte contemporanea, ma capace di affrontare uno dei più preziosi tesori artistici custoditi a Piacenza.

L’iniziativa è stata accolta e assunta dall’Opera Pia Alberoni, da sempre impegnata nella conservazione di questo delicatissimo capolavoro e attenta ad accogliere le proposte idonee a valorizzare questo capolavoro e che risultino all’altezza dell’importanza storico-artistica di questa straordinaria tavola.

L’esposizione, inaugurata pochi giorni dopo l’apertura del “Giubileo della Misericordia”, voluto da Papa Francesco, si pone in sintonia e a servizio anche di questo grande evento religioso oltrechè del tempo di Quaresima, durante il quale, in collaborazione con la Diocesi di Piacenza Bobbio, vengono proposti al pubblico e alla cittadinanza, alcuni momenti di approfondimento, a partire proprio dal tema del volto di Cristo che ha appassionato tanto Antonello da Messina e con il quale si sono confrontati gli artisti presenti in mostra.  L’evento espositivo è promosso e organizzato da STUDIO CENTENARI, OPERA PIA E COLLEGIO ALBERONI, con la collaborazione della DIOCESI DI PIACENZA-BOBBIO, il patrocinio del COMUNE DI PIACENZA, il contributo tecnico di ULTRAVIOLETAPP. Main Sponsor della mostra è BANCA GENERALI, che fa dell’attaccamento al territorio e alla valorizzazione delle sue eccellenze gli elementi prioritari nelle scelte strategiche di comunicazione.

Banca Generali, riconoscendo la particolare rilevanza artistica e più ampiamente culturale dell’iniziativa, ha voluto impegnarsi direttamente sostenendo i costi necessari alla realizzazione. La mostra è a cura di Gianfranco Centenari, con la collaborazione di Claudio Cerritelli, critico e storico dell’arte nonché docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, e il coordinamento generale di Opera Pia Alberoni. 

Il catalogo della mostra

Il percorso espositivo è accompagnato da un ampio catalogo (oltre 80 pagine a colori) che approfondisce il progetto della mostra e il suo significato sotto il profilo critico artistico, ma anche nella dimensione più antropologica e teologica. In esso troviamo infatti un saggio critico di Claudio Cerritelli, che costituisce una vera e propria guida all’itinerario espositivo, e una riflessione teologica di Padre Erminio Antonello, Superiore del Collegio Alberoni e teologo. Il volume illustra le opere esposte e presenta gli artisti che si sono confrontati con il capolavoro di Antonello. 

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