Un tesoro verde, il parco e il giardino del Collegio Alberoni protagonisti delle visite guidate
Come preannunciato da Luca Mercalli nella rubrica intitolata Il Clima pubblicata sulla rivista Gardenia nel mese di maggio, in tutte le domeniche del prossimo mese di giugno le visite guidate domenicali (e quella straordinaria di venerdì 2 giugno) si arricchiranno di un’ulteriore tappa costituita dal giardino e dal parco del Collegio Alberoni, veri e propri tesori verdi custoditi all’interno del grande Istituto di San Lazzaro.
La visita guidata ordinaria che ha inizio ogni domenica alle 16, oltre a condurre i visitatori alla scoperta dei tesori artistici e scientifici custoditi ed esposti nel Collegio e nella Galleria Alberoni, accompagnerà i visitatori attraverso questi due spazi naturali tanto antichi quanto preziosi. (Ingresso €. 8,00, senza prenotazione e fino a esaurimento dei posti disponibili).
Un tesoro verde
Visita al solo giardino e parco alberoniano
Per chi avesse da poco visitato il Collegio o desiderasse visitare solamente il parco e il giardino del Collegio Alberoni sarà possibile aggregarsi alla visita guidata domenicale alle ore 17.15, partecipando così all’ultima tappa dell’itinerario specificamente dedicata agli ambienti naturali alberoniani.
(Ingresso €. 3,00; accesso senza prenotazione fino a esaurimento dei posti disponibili).
Attraversando il giardino interno del Collegio sarà così possibile apprezzare i cedri del Libano, le siepi di ligustro e di bosso, gli alberelli di tasso; inoltrandosi tra i profumati filari di tigli nel grande parco si potrà approdare alla monumentale e antica quercia e vedere, immerse nella natura, le capannine della stazione meteorologica nonché, dall’esterno, la grande Specola Astronomica.
Domenica 11 giugno
Alla scoperta dei licheni del parco del Collegio Alberoni
Un’ulteriore novità animerà la visita guidata di domenica 11 giugno.
Guidati dalla naturalista Cristina Bertonazzi e con l’aiuto di speciali lenti, sarà infatti possibile conoscere ed osservare i licheni del parco del Collegio Alberoni.
I visitatori potranno conoscere questo elemento della natura, il microcosmo che lo costituisce e apprenderne l’importante funzione di sentinelle della qualità dell’aria.
Cristina Bertonazzi, naturalista, è stata autrice, nel 2004, di una pubblicazione dedicata ai licheni e, nel corso dell’estate 2018, ha studiato quelli che vivono sugli alberi del parco del Collegio Alberoni.
Venerdì 2 giugno
Apertura straordinaria della Galleria Alberoni
Nella ricorrenza della festa della Repubblica la Galleria Alberoni effettuerà un’apertura straordinaria e sarà visitabile nel pomeriggio con le stesse modalità della domenica: ore 15.30 – 18 visita libera alla sola Galleria Alberoni (ingresso €. 5,00); ore 16: visita guidata al Collegio e alla Galleria Alberoni (indispensabile per vedere l’Ecce Homo di Antonello da Messina. (Ingresso €. 8,00)
La visita guidata comprenderà il giardino e il parco e anche in questo caso ci si potrà aggregare alla visita alle ore 17.15 per partecipare al modulo dedicato al tesoro verde.
Dalle 15.30 alle ore 18 sarà visitabile gratuitamente la mostra Impronta di pace che presenta l’opera realizzata da Ugo Locatelli con frammenti di pietra di Gerusalemme.
DENTRO LE VISITE
Il giardino del Collegio Alberoni
A metà del corridoio un portone in legno e un più leggiadro cancello in ferro battuto immettono nel giardino interno, generato dalla distribuzione dei quattro corpi di fabbrica del Collegio ad angolo retto. Le pareti dell’edificio mostrano una successione di pilastri ed archi a pieno centro lievemente aggettanti, solo il lato verso Sud Ovest presenta un porticato sormontato da una terrazza. Tale sistemazione è dovuta all’ampliamento ed innalzamento di quel braccio nel 1758/60; su di esso si eleva una torretta con un grande orologio che il Cardinale fece realizzare nel 1751 dalla ditta Ramponi di Pavia e che suonava le ore di sei in sei. Un’ulteriore modifica fu l’innalzamento dello spigolo del belvedere sul quale fu costruita nel 1870 la prima piccola specola astronomica.
Nel XVIII secolo questo spazio era probabilmente coltivato a orto. Da una pianta del 1746 al centro sembra già presente una fontana. Successivamente è sempre citato come “cortile” anche se da un disegno di inizio Ottocento appare già delineato il giardino all’italiana simile a quello attuale, ma più elaborato; manca qualsiasi accenno a una fontana centrale. Il disegno permane anche nel Novecento come si rileva da alcune foto risalenti a prima della seconda guerra mondiale; le aiuole centrali erano piantumate a rose ed era presente la fontana. La sistemazione attuale risale forse ai primi anni Cinquanta del Novecento quando l’architetto piacentino Giulio Ulisse Arata fu incaricato di disegnare la fontana e venne posta al centro l’immagine della Vergine in marmo di Carrara. Successivi inserimenti di piante da frutto hanno reso meno regolare l’aspetto del giardino.
Su tutte e quattro le pareti del giardino erano stati delineati cinque quadranti solari, oggi leggibili solo in traccia, che riportavano le ore italiche, francesi e babiloniche.
Attraversando il giardino interno del Collegio si possono apprezzare, tra le altre piante, due cedri del Libano, le siepi di ligustro e di bosso, gli alberelli di tasso.
Il parco del Collegio Alberoni
Fin dal progetto iniziale il Cardinale aveva previsto dietro al Collegio la presenza di un grande pomario, contemporaneamente frutteto e luogo di svago. La pianta di Francesco Mazzoni del 1738 ci tramanda l’immagine di un grande rettangolo di circa 30 pertiche piacentine (quasi 23.000 m/q) attraversato da due grandi viali alberati perpendicolari che conducono a tre cappelle inserite nella recinzione. Si individuano altri quattro viali minori che congiungono i vertici dei maggiori realizzando una figura a rombo. Il resto dello spazio è occupato da una piantata di alberi da frutto disposti a quinconce (sfalcati come se occupassero i vertici di una serie di triangoli isosceli), soluzione che permetteva una migliore esposizione al sole. Anche il muro di cinta è fiancheggiato da alberi da frutto potati a spalliera. Non sappiamo se tale disposizione sia stata mai realizzata, un disegno dei primi dell’Ottocento mostra un aspetto molto diverso con disposizione a scacchiera, molto simile all’attuale. I riquadri, coltivati a orto e a prato da fieno, erano generati come oggi da due viali laterali e tre trasversali. Soltanto una parte del terreno era riservata allo svago dei collegiali. Lungo la recinzione una serie di colonne e di capriate di legno sorreggevano filari di uva da tavola che veniva consumata in Collegio.
Si individuano ancora i canali di irrigazione e le saracinesche per la gestione del flusso d’acqua.
Oggi l’intero appezzamento è adibito a parco, i profumati filari di tigli vennero piantati negli anni sessanta del secolo scorso. La monumentale e antica quercia, abita invece il parco da almeno 200 anni e ha raggiunto dimensioni ragguardevoli avendo potuto crescere senza impedimenti
La sezione meridionale del parco presenta un interessante esempio di prato stabile polifita. In questo habitat che da circa un secolo non ha subito modifiche, graminacee, leguminose, labiate ed altre essenze si contendono lo spazio vitale creando un angolo di biodiversità speciale.
Nel parco sono collocate due capannine meteorologiche e un pluviometro collegato elettricamente allo strumento scrivente collocato nell’Osservatorio meteo. Al centro del parco si trova la Specola Astronomica edificata nel 1882, per iniziativa di Giovan Battista Manzi (1831-1912), per accogliere il grande telescopio rifrattore di Merz.
I licheni, bellezze naturali e sentinelle della qualità dell’aria
In passato i licheni sono stati apprezzati per svariati motivi: dalla loro bellezza e varietà di forme all’utilizzo pratico e terapeutico. Sulla base di antiche superstizioni, a molti di essi, venivano attribuiti poteri “magici”, erano usati per curare le malattie secondo la analogia delle apparenze. Da alcuni si ricavavano un tempo estratti per tingere lana e tessuti, per preparare le cartine al tornasole, cosmetici e profumi; da alcune specie si possono ottenere medicamenti con proprietà antibiotiche ed antimicotiche.
Altri possono costituire una fonte di cibo per l’alimentazione umana e quella degli animali: integrano la dieta con licheni non solo renne, camosci e stambecchi, ma anche chiocciole, coleotteri, bruchi di farfalle e vari insetti. Non è raro, inoltre, che servano anche da rifugio per numerosi invertebrati
L’utilizzo dei licheni in ricerche scientifiche è stato considerato più recentemente, perché si è constatato, per esempio, che possono fornire elementi utili per la datazione di morene e reperti archeologici di età ignota; e possono consentire l’individuazione di aree con atmosfera inquinata e, quindi, possono essere impiegati negli studi di biomonitoraggio dell’inquinamento atmosferico.