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Alan Fabbri a Piacenza: «Battere il centrosinistra? Missione possibile»

Il candidato presidente leghista del centrodestra Alan Fabbri, accompagnato dai candidati consiglieri della Lega Nord Ghilardelli, Testa e Rancan, ha fatto visita alla redazione de "IlPiacenza" per spiegare il suo programma elettorale, in vista delle elezioni Regionali del 23 novembre

Dopo la festa della Zucca del 31 ottobre, manifestazione storica del Carroccio locale, il candidato presidente della Lega Nord alle prossime elezioni Regionali del 23 novembre, ha fatto ancora visita in città per incontrare simpatizzanti e cittadini. Durante il tour elettorale piacentino, Alan Fabbri, sindaco di Bondeno (Ferrara), classe ’79, ha incontrato i giornalisti della redazione de “IlPiacenza” per spiegare i punti chiave del suo programma amministrativo per la Regione Emilia-Romagna. Fabbri è infatti il candidato presidente sostenuto dal centrodestra: appoggiano la sua candidatura Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Il centrodestra ha un candidato presidente leghista in Emilia-Romagna, cosa difficilmente immaginabile in passato…

È la prima volta che abbiamo un candidato alla presidenza della regione della Lega sostenuto dalle altre forze di centrodestra: siamo d’altronde gli unici veri partiti d’opposizione al governo Renzi. La Lega ha avuto il merito di avere un segretario federale giovane, con grandi capacità che vengono palesate quotidianamente. Il partito ha avuto inoltre la forza di costruire una classe di amministratori locali competenti che hanno svolto ruoli chiave nella gestione della cosa pubblica in Regione e nelle province: questi ci hanno dato un valore aggiunto.

Che eredità ha lasciato il quindicennio targato Errani?

Il fatto che andiamo a votare il 23 novembre, sottolinea che la moralità - tanto acclamata - dal Partito Democratico - viene a cadere nel momento in cui Vasco Errani è stato condannato per aver favorito la cooperativa “Terremerse” del fratello. Tutto questo la dice lunga su questa Regione gestita con arroganza e forte senso di onnipotenza dal presidente. Ci sono punti positivi a livello amministrativo, ma anche tanti problemi. Già il fatto che venga candidato l’ex segretario regionale del Pd a livello regionale, vuol segnalare la visione politica del centrosinistra, guidata da cooperative, assicurazioni, banche: è un sistema che tende a mettere a posto i suoi uomini ovunque. Noi ci concentreremo sulla sanità, su cui gravita buona parte del bilancio, anche se stiamo assistendo a continui tagli alle Regioni: si parla di 400 milioni di euro. Bonaccini dice che “è una cosa positiva”, per noi non lo è per niente. La sanità, in maniera dogmatica, è sempre stata troppo legata solo al pubblico e poco al privato. Vogliamo aprire la mente e copiare esempi positivi dal Veneto e dalla Lombardia. Ci sono anziani che organizzano “corriere” per andare a Monselice in Veneto per visite specialistiche di soli 10 giorni di attesa, quando a Bologna bisogna aspettarne 85. I ticket sanitari costano in Lombardia 45 euro, da noi 53. Vogliamo tasse più basse: la Lega propone la “flat tax”, vogliamo meno burocrazia. Se passi nelle aziende dei territori colpiti dal terremoto e dici la parola “burocrazia” rischi di prendere un calcio nel sedere, siamo arrivati a livelli folli. Per loro ci sono ostacoli, mentre a Bologna assistiamo a occupazioni abusive di abitazioni e nessuno fa niente.

Il dopo-terremoto come è stato gestito in questi anni?

C’è stata una buona gestione della fase di emergenza. Il problema che abbiamo riscontrato è stato la visione di Errani, il voler fare bella figura rispetto a L’Aquila, che ha creato un sistema burocratico elefantiaco che non si riesce a sbloccare.  Manca un miliardo e mezzo di euro che chiediamo al governo, mentre per un finanziamento privato ci vogliono mediamente 5 o 6 mesi.  A Cavezzo ho letto un bel manifesto: “il terremoto non ci ha fermato, ma la burocrazia sì”. L’Emilia produce 15 miliardi di residui fiscali in un anno - 3500 euro per ogni piacentino - se fossimo una regione autonoma avremo risolto il problema del terremoto in 6 mesi di residui grazie alle nostre tasse. Invece siamo andati a elemosinare a Roma i finanziamenti per ricostruire. Avevamo chiesto una “no tax” nell’immediato dopo terremoto: c’è ancora un amico della Lega di San Felice sul Panaro che vive da due anni e mezzo in una roulotte e deve pagare ugualmente Tari e Tares.

Un problema del nostro territorio mai risolto è il collegamento ferroviario con Milano…

Ieri Roberto Maroni, presidente della Lombardia, era a Ziano, sicuramente possiamo sbloccare la situazione direttamente con lui. Io ho seguito il problema dei pendolari piacentini perché ho lavorato per l’ufficio di presidenza della Regione Emilia-Romagna e ogni giorno affrontavo il tema. Parliamo di alta velocità, di aeroporti comprati dai cinesi e russi, aeroporto di Rimini che chiude e su Piacenza, da che a mondo a mondo, se uno si mette un po’ lì, si può risolvere anche questa cosa. Purtroppo i dirigenti di Fer – ferrovie Emilia Romagna – sono tutti ex amministratori del Pd: ci vorrebbero persone più capaci che prendono in mano la situazione, non tappabuchi messi dal partito per non disturbare.

Cosa può fare di concreto la Regione sul tema del lavoro?

Gli imprenditori che stiamo incontrando in queste settimane non vogliono un “patto sul lavoro”, tavoli di categoria, comitati o altre chiacchere, come propone Bonaccini.  Chiediamo innanzitutto una detassazione a livello nazionale, che sbloccherebbe le assunzioni. Finché non avremo una riforma federale a livello statale, i territori che producono - come il nostro - non vengono premiati. L’Irap deve rimanere invariata e occorrono infrastrutture: aspettiamo da 35 anni la Cispadana, le E45, e garanzie sugli aeroporti per il nostro turismo. Mentre vi sono questi problemi, gli immigrati clandestini nel comune di Bologna non pagano l’abbonamento al tram e sborsiamo 154mila euro per pagarglielo noi. La gente onesta ne ha piene le scatole: ieri abbiamo visitato un’azienda agricola a Sarmato, dove a due fratelli stanno rubando tutte le attrezzature. La gente onesta che lavora è penalizzata, tutto questo è folle.

Nella nostra città sta aumentando il senso di insicurezza, come interverrete a livello regionale?

La prefettura è un ente inutile, Renzi ci dice che ne terrà una sola in ogni regione, ma se lo aspettiamo rischiamo di farci massacrare dalle bande di stranieri di Piacenza. Io nel mio comune non ho accolto i clandestini. Ho italiani che vivono ancora nei container, non posso accettare i clandestini, abbiamo fatto “obiezione di coscienza” sul problema.  Qua il prefetto dovrebbe preoccuparsi della situazione, c’è la paura di arrivare a casa e starci: abbiamo visto la rassegnazione negli occhi della gente in questi giorni nel Piacentino. Il vostro prefetto verrà pungolato dalla Lega Nord. Purtroppo in Regione abbiamo avuto amministratori che non consideravano clandestini questi “nuovi arrivi”, perciò i prefetti si sono comportati come sappiamo. Si può intervenire con un’illuminazione delle strade, monitoraggio, ma ci deve essere una linea politica diversa da quella attuale. La regione chiama il prefetto e gli dice quello che deve fare: qua assistiamo a continui finanziamenti regionali per i campi nomadi. Bisogna convocare in ogni provincia un tavolo con tutte le forze dell’ordine, nel mio comune l’abbiamo fatto: ci sono persone preparate che sanno come fare per migliorare la situazione, ci vogliono dei patti sulla sicurezza, c’è troppa dispersione tra le forze.

È la volta buona per il centrodestra per vincere in Emilia?

Noi stiamo facendo una campagna elettorale con la gente, sappiamo che è un territorio difficile, ma soprattutto i giovani vogliono un cambiamento importante. C’era un manifesto a Bologna, con la mia faccia al posto di Tom Cruise e la scritta “Mission possible”. Se l’alternativa è poi Bonaccini, troppo legato al partito, che ha l’arroganza di saper comandare a prescindere, il risultato si vedrà.

Hanno accompagnato Alan Fabbri nella redazione de “IlPiacenza” anche tre dei quattro candidati piacentini al consiglio regionale della Lega Nord: Matteo Rancan, Silvia Testa e Manuel Ghilardelli. I tre candidati si sono espressi su un tema molto sentito all’interno del Carroccio locale: il degrado di alcune zone della città.  «C’è troppo lassismo sulla sicurezza – rileva Matteo Rancan -, abbiamo zone più sensibili e meno sensibili. Durante questa campagna elettorale ho ricevuto due chiamate da residenti di via Roma che mi han detto che non sanno più cosa fare e si affidano a noi, unica ancora di salvezza. L’amministrazione comunale di Piacenza, dovrebbe investire qualche risorsa sulla sua municipale. Vogliamo che il Comune sia vicino ai cittadini. Dobbiamo far cambiare la gente la percezione dell’insicurezza, hanno paura a girare: occorre incentivare i controlli, dare meno importanza – e contributi - all’accoglienza dei clandestini, per concentrare le risorse verso questo problema».

Silvia Testa è partita da un’esperienza personale per affrontare il tema sicurezza. «In piazza Cittadella – ha spiegato - questa mattina ero circondata da abusivi: di criminalità autoctona ne abbiamo già tanta, non importiamone dall’estero. Queste persone si sentono autorizzate a compiere qualsiasi gesto, sanno che rimarranno impunite. La politica si è disinteressa al problema sicurezza. La regione dal ‘94 solo sulla carta promuove incentivi, e i politici piacentini che se ne vanno a Bologna se ne fregano del tema. La Regione può intervenire eccome: i consiglieri devono metterci la faccia e segnalare che a Piacenza c’è un problema. Dieci anni fa dicevamo di monitorare la città, ora il problema è grave».

«La Regione può fare tanto per la sicurezza – ha sottolineato Manuel Ghilardelli – come ad esempio dare più risorse ai comuni per telecamere, assicurazioni, vigilanza. Se ne era parlato in passato, poi però in Regione si doveva foraggiare l’assistenza ai campi Rom. Se vado in Regione discuterò di bandi di questo genere: anche in provincia stanno aumentando i furti di gasolio, rubano attrezzature per l’agricoltura, mezzi. Le aziende hanno bisogno di sicurezza, la criminalità si è spostata da queste parti. Tanti vengono da fuori per fare furti nel piacentino, siamo un territorio di frontiera per la criminalità: ormai siamo la logistica del furto».

Alan Fabbri in redazione ©ilPiacenza.it

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