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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'adesione / Gragnano Trebbiense

Anche la Giunta di Gragnano firma contro il cibo sintetico

La campagna di Coldiretti appoggiata dall'Amministrazione Calza

La Giunta del Comune di Gragnano ha aderito alla campagna avviata da Coldiretti contro il cibo sintetico. Il testo sarà successivamente ratificato dal Consiglio Comunale. «Sono tanti i contenuti sottesi a questa mobilitazione che ci sentiamo di condividere, in particolare la tutela della salute e della sicurezza alimentare», ricorda il sindaco Patrizia Calza. «Non siamo contrari alla ricerca anche alimentare ma dietro alla carne prodotta in laboratorio , al latte senza le mucche e al pesce senza fiumi e mari, temiamo che si nascondano interessi economici poco rispettosi del diritto di tutti alla salute senza contare i risvolti etici connessi». La petizione avviata da Coldiretti  e da Filiera Italia e sostenuta anche dai Pediatri italiani risponde al timore che presto il cibo sintetico possa inondare il mercato europeo poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue mentre entro il primo semestre 2023 negli Usa potrebbero entrare in commercio i primi prodotti sintetici.

Il cibo sintetico, si legge nel testo della petizione, è prodotto in bioreattori; non salvaguarda l’ambiente perché comporta un maggiore consumo di acqua ed energia rispetto agli allevamenti tradizionali e soprattutto è meno efficiente di quelli oggi più performanti; limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo; favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l'offerta di cibo nel mondo; spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura. Non  tutela la salute non essendoci garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo limitata per giungere a conclusioni differenti; non aiuta a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale, in quanto prodotto sulla base di brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali; infine può avere impatti socio-economici molto pericolosi, in quanto frutto di una fascinazione ecologica che non ha finora consentito riflessioni ben più approfondite.

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