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Azione: «Il piano sanitario del 2017 è da rivedere»

Il movimento di Calenda dalla parte del coordinamento dei comitati per la difesa della sanità pubblica

«Come comitato promotore del partito “Azione” per la provincia di Piacenza, vorremmo sostenere con forza le rivendicazioni del Coordinamento Comitati per la difesa della sanità pubblica piacentina. Le Case della salute, tanto pubblicizzate in questi anni, non hanno saputo dare ad oggi le risposte alle esigenze sanitarie richieste, non riuscendo a colmare la discrepanza tra assistenza ospedaliera ed assistenza territoriale, arrivando anche a giustificare il preoccupante depauperamento di servizi negli ospedali provinciali». Così il partito di Carlo Calenda commenta il suo punto di vista sulla medicina territoriale.

Piacenza in Azione ritiene che «il focus sulle strutture murarie per l’assistenza sanitaria sia positivo a livello potenziale ma che nasconda delle insidie: la principale è perdere di vista che la salute dei cittadini, obbiettivo primario dell’Ausl, si realizza in primo luogo attraverso la salvaguardia delle professionalità sanitarie operanti nelle strutture della provincia. Ricordiamo il totale annullamento dell’Ospedale di Fiorenzuola nel 2014 che ha visto eliminare interi reparti, dalla traumatologia al punto nascita, dalla chirurgia all’otorinox».

«Osserviamo anche come la struttura ospedaliera di Castel San Giovanni, nonostante sia dotata di strumentazioni all’avanguardia e sale operatorie completamente ristrutturate grazie a cospicui investimenti, si trovi di fatto, rispetto a prima del Piano sanitario approvato nel 2017, privata della traumatologia e chirurgia in acuto, vedendo emigrare in altre realtà importanti figure sanitarie. Tale organizzazione oltre ad andare ad oberare il nosocomio cittadino ha creato problemi anche sul territorio; problemi che vengono spesso arginati non da un piano organico ben strutturato, ma da qualche iniziativa illuminata di bravi professionisti sanitari presenti sul nostro territorio».

«Se a tutto ciò aggiungiamo le dichiarazioni del ministro Speranza, il quale durante la visita a Piacenza nella prima fase della pandemia aveva dichiarato che il Piano Sanitario Piacentino era oramai superato, alla luce di quanto sopra esposto e delle istanze presentate dai cittadini che in questi anni hanno espresso in tutte le sedi le difficoltà e le carenze riscontrate dall’utenza, chiediamo alle Istituzioni preposte la totale revisione del piano sanitario che dovrà non solo contemplare progetti di opere murarie, ma anche e soprattutto fornire una visione di sanità piacentina in termini di servizi con previsione di adeguata presenza di personale medico e paramedico sia in ambito strettamente ospedaliero che sul territorio».

«Crediamo che il più alto tasso di mortalità in proporzione ai contagi che ha visto la nostra Provincia, maglia nera in Italia, necessiti di una attenta revisione di quanto adottato fino ad ora, evitando di delegare al privato l’assistenza sanitaria che deve essere garantita in primis dalle strutture pubbliche. Si chiede pertanto la revisione del piano sanitario approvato nel 2017 e di dare seguito alle richieste dei Comitati per una maggiore partecipazione dei cittadini alle Conferenze Territoriali Sociosanitarie per garantire una maggiore trasparenza e informazione che risulta non solo necessaria, ma dovuta».

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