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Bonifica, Foti: «L'eliminazione del minimo di contribuenza è una beffa»

Il consigliere di Fdi-An, Tommaso Foti torna sul tema dell’operato dei Consorzi di Bonifica e sul malcontento che solleverebbe tra i cittadini

Il consigliere di Fdi-An, Tommaso Foti torna sul tema dell’operato dei Consorzi di Bonifica e sul malcontento che solleverebbe tra i cittadini. “Dopo il teatrino delle elezioni consortili, dei diffusi allagamenti, di frane e dissesti che colpiscono ‘ordinariamente’ il territorio, ma che vengono sempre ascritti a ‘eventi eccezionali’- scrive in un’interrogazione rivolta alla Giunta - è la volta dei nuovi piani di classifica”: secondo il consigliere si tratta di “documenti illeggibili, incomprensibili, poco trasparenti”, che determinerebbero “aumenti spropositati e ingiustificati” ma che “si fregiano della compatibilità, sancita dalla Regione, a Linee guida regionali che a un comune cittadino sembrano disporre l’esatto contrario di ciò che è stato attuato”. “A questo – riferisce il consigliere - si aggiunge la beffa della tanto attesa eliminazione del minimo di contribuenza che, dalle prime notizie, non sembra sia avvenuta”. Nel 1992 - spiega l’esponente di Fdi-An- la Giunta regionale approvò i criteri per la formulazione dei piani di classifica ai fini del riparto delle spese consortili, “attribuendo ai Consorzi il potere di imporre una contribuzione minima ai cittadini consorziati che traevano dall’attività di bonifica un esiguo beneficio”: anzichè “esonerarli dal pagamento per l’anti economicità della riscossione”, dispose che “venissero chiamati a pagare un’imposta maggiorata rispetto a quella dovuta, in modo da non perdere il diritto, costituzionalmente garantito, all’elettorato attivo e passivo”. “La Regione – aggiunge Foti - stabilì inoltre che l'entità del contributo fosse definito dai singoli Consorzi in base al costo di esazione del contributo e di tenuta e aggiornamento della posizione catastale del contribuente presso il Consorzio”, tanto che, “nell’applicazione pratica, la contribuzione minima, non ovviamente in cifra assoluta, ma quale minimo “pro capite” adottato da ciascun ente, è risultata incomprensibilmente molto diversa da Consorzio a Consorzio, con forbici di valori quasi doppi fra il più basso e il più alto”. Nel 2012, con la legge 7 (Nuove norme in materia di bonifica), “la Regione ha finalmente messo fine a questa prassi- prosegue-, disponendo che il contributo inferiore alla soglia di economicità di riscossione prevista dalla legislazione vigente, così come ogni altro contributo, venisse comunque riscosso in via volontaria, cioè mediante gli avvisi di pagamento, senza alcuna maggiorazione e riscosso in via coattiva solo quando la somma di più annualità avesse raggiunto questa soglia”. I Consorzi, tuttavia, “non hanno applicato la nuova disposizione, continuando a esigere la contribuzione minima nel 2013, nel 2014 e nel 2015” e la Regione,riferisce il consigliere, “nonostante la chiara violazione di legge, ha comunque approvato i bilanci dei Consorzi per gli stessi anni, che comprendevano anche gli introiti derivanti dall'applicazione illegittima e illecita dei minimi di contribuenza”. Il consigliere chiede quindi di conoscere i dati analitici riferiti a ciascun Consorzio di bonifica riguardanti l’impatto delle contribuzioni minime dell’ultimo quinquennio 2012-2016, suddivise rispettivamente per gli anni 2012-2015e relative al minimo di contribuenza applicato, e per il 2015-2016, dopo l’applicazione della legge regionale 7 rispetto all’anno 2015.

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