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«Fare luce su atto Atersir che penalizza gli utenti e non calmiera le tariffe»

Il consigliere regionale Tommaso Foti chiama in causa il Consiglio d’ambito dell’agenzia per due atti che autorizzano i gestori a rifarsi sugli utenti per il recupero di mancati contributi pubblici

Tommaso Foti (Fdi-An) punta il dito contro il Consiglio d’ambito di Atersir– l’organo di indirizzo politico-amministrativo dell’Agenzia di regolazione dei servizi pubblici locali ambientali della Regione – per due atti relativi al Servizio gestione rifiuti urbani nel territorio provinciale di Reggio Emilia, assunti nel giugno 2016. Con i due atti – evidenzia il consigliere in un’interrogazione – il Consiglio d’ambito autorizza i due gestori Sabar Servizi s.r.l. e Iren Ambiente S.p.a. a rifarsi sugli utenti per il recupero delle anticipazioni finanziarie derivate dall’approvazione dei Piani economico-finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani relative all’anno 2016, per la mancata erogazione, da parte della Provincia di Reggio Emilia (3,5 milioni) e della Regione, di un contributo finalizzato al contenimento delle tariffe, dato l’incremento del prezzo di smaltimento registrato tra gli anni 2015 e 2016.

Il capogruppo ricostruisce in modo puntuale la successione dei provvedimenti. Il Consiglio locale di Reggio Emilia in seno ad Atersir, il 20 aprile 2016, esprime parere favorevole al Piano economico-finanziario 2016 relativo al Servizio gestione rifiuti urbani nel territorio provinciale, che riporta la previsione, da parte della Provincia, del contributo di 3,5 milioni, da destinare per il 13 per cento a favore di Sabar Servizi e per la restante parte a favore di Iren Ambiente, a seguito di erogazione, sempre per calmierare i costi di smaltimento dei rifiuti, da parte della Regione Emilia Romagna, da formalizzare in specifico accordo. Il Consiglio d’ambito di Atersir, il 26 aprile 2016, approva i Piani economico-finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani per l’anno 2016 dei territori provinciali di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, prendendo atto dei contributi previsti da parte della Provincia di Reggio Emilia e della Regione Emilia-Romagna finalizzati a calmierare i prezzi di smaltimento e ad attivare nuovi investimenti. Infine, il Consiglio d’ambito, il 6 giugno 2016, assume i due atti coi quali autorizza i due gestori al recupero delle anticipazioni, dato che “per ragioni indipendenti dalla volontà di Comune di Reggio e Regione - si legge negli atti - non è stato possibile dare seguito all’erogazione dei contributi previsti”.

È di tutta evidenza – scrive il consigliere nell’atto ispettivo – che non si tratta di anticipazioni, bensì di mancate entrate da compensare. Peraltro, pur non trovando menzione in alcun atto del Consiglio d’ambito, un analogo contributo, pari a 780mila euro, da parte della Regione, sempre per calmierare i prezzi di smaltimento e per attivare nuovi investimenti, viene ventilato in una delibera del Consiglio locale di Piacenza.

Di qui l’iniziativa di Foti, che chiede alla Giunta regionale “quali trattative siano intercorse tra la Regione e la Provincia di Reggio Emilia in ordine al contributo in questione e quali eventuali atti siano stati adottati”. Inoltre, domanda “come sia spiegabile che il Consiglio d’Ambito di Atersir abbia approvato i Piani economico-finanziari del servizio di gestione dei rifiuti urbani nella provincia reggiana per l’anno 2016 sulla base di semplici congetture riguardanti ipotetiche contribuzioni non ancora formalizzate in atti da parte di Provincia e Regione”. E, ancora, “se il prefigurato accordo tra la Regione e la Provincia di Piacenza sia stato formalizzato o anche in questo caso si dovrà assistere all’ennesimo balletto di atti destinato a scaricare sugli utenti errori altrui”. Infine, “quale giudizio si dia circa la ‘leggerezza’, al limite del dolo, con la quale il Consiglio d’Ambito ha agito”.

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