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Fratelli d'Italia: «L'unità nazionale va ricordata sempre, non quando fa comodo»

Sit in di Fratelli d'Italia in centro, Morganti: «Se l'Italia compie 50, 100 o 150 anni, allora tutti a fare festa, ma in occasione degli altri compleanni tutti se ne dimenticano. Il 17 marzo ricorreva il 154esimo anniversario dell'unità d'Italia e a Piacenza, ma non solo, non se n'è accorto nessuno»

"Se l'Italia compie 50, 100 o 150 anni, allora tutti a fare festa, ma in occasione degli altri compleanni tutti se ne dimenticano. Non si può essere essere patrioti a seconda della presunta importanza dell'evento. Il 17 marzo ricorreva il 154esimo anniversario dell'unità d'Italia e a Piacenza, ma non solo, non  se n'è accorto nessuno. Noi non ci stiamo, è un evento che va ricordato sempre, non quando fa comodo" l'ha detto Massimiliano Morganti, capogruppo di Fratelli d'Italia a Fiorenzuola, nel corso del sit-in organizzato in piazzetta San Francesco.
" E il colmo - ha aggiunto Erika Opizzi, capogruppo in Comune a Piacenza - è che tanta indifferenza è stata riservata alla celebrazione proprio nell'anno in cui ricorre il centenario della nostra partecipazione alla prima guerra mondiale. Sarebbe stato bello legare i due avvenimenti: se si vuole davvero riaffermare l'identità nazionale, allora non si può giocare a nascondino con i suoi simboli."
"Siamo la città Primogentita e dobbiamo andarne fieri - ha sostenuto Filippo Galba, del movimento giovanile di Fratelli d'Italia - mentre invece abbiamo il fondato sospetto che molti se ne vergognino. In Francia o negli Stati Uniti una città che come Piacenza potesse fregiarsi di un tal vanto sarebbe l'epicentro di eventi importantissimi. Qui, invece, solo e sempre calma piatta."
"Se per  molti rappresentanti delle istituzioni piacentine l'identità nazionale anziché un valore è un onere - ha concluso Edoarda Ghizzoni, dirigente provinciale di FdI - lo dicano chiaramente, farebbero più bella figura. Una cosa è certa: noi non ammaineremo mai la bandiera tricolore, perché  racchiude la storia di chi ci ha preceduto, di chi ha combattuto perché fossimo un popolo libero, non certo testimoni d'un volgo disperso che nome non ha."
 

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