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Girometta: «Ecco perché è ancora necessaria la "Commissione delle elette”»

Dopo le critiche arrivate dal capogruppo 5 stelle Mirta Quagliaroli, il consigliere di Forza Italia difende l'operato della commissione: «Siamo il 71° Paese al mondo nella parità di genere»

Mirta Quagliaroli del Movimento 5 Stelle ha chiesto, nei giorni scorsi, di abolire la commissione delle elette in Comune a Piacenza. A difesa dell’operato della commissione si pone ora il consigliere comunale di Forza Italia Maria Lucia Girometta. «La condizione delle donne – spiega Girometta - è indubbiamente mutata negli ultimi decenni, come, del resto, è cambiato il ruolo femminile nella società; tuttavia, il difficile cammino verso l’emancipazione, nel mondo del lavoro, come negli altri settori, non ha ancora condotto a una sostanziale parità tra uomo e donna.  Il divieto di discriminazione nei confronti delle donne e il principio di eguaglianza tra generi è principio cardine del nostro ordinamento, sancito a livello costituzionale (art. 3, art. 37 Cost.), ma di difficile attuazione pratica.  Non si può parlare della dicotomia tra partecipazione ed esclusione della Donna nella Società, senza prendere atto che esiste un circolo vizioso – o virtuoso, a seconda dei punti di vista – che lega inestricabilmente partecipazione e pari opportunità, intese come accessibilità ai ruoli gestionali, alle possibilità di crescita individuale, ai diritti fondamentali.

In un contesto socio-culturale pronto a riconoscere e favorire la parità di genere, si creano le condizioni per promuovere e incentivare la partecipazione attiva delle donne alla politica e alle dinamiche della società; al contrario, in una società che osteggia o non offre gli strumenti idonei a consentire l’incisività e la partecipazione della sua componente femminile, si innestano più facilmente fenomeni di sfruttamento, disagio, auto-esclusione e svantaggio sociale che inevitabilmente si alimentano a vicenda. Mi preme sottolineare, anche a nome delle colleghe con cui condivido, in sede di Consiglio comunale, l’impegno nella Commissione delle Elette, che viviamo in un Paese in cui il Global Gender Gap Report stilato per il 2013 dal Forum economico mondiale, ha relegato l'Italia al 71° posto a livello internazionale per quanto riguarda la parità di genere.  Dunque, è per questo e per il “Tanto” ancora da fare per le Donne che La Commissione delle Elette, esprimendo politiche di Pari Opportunità, è necessaria».

L'INTERVENTO DI GLORIA ZANARDI

«La commissione delle Elette – aggiunge il consigliere provinciale Gloria Zanardi (Forza Italia) - in quest'ultima consigliatura, non mi pare si sia occupata solo dell'organizzazione della “festa della donna”; al contrario, ho sempre appurato grande partecipazione a molte altre attività e momenti di confronto che hanno interessato il tema della parità di genere e la condizione femminile (es. tavolo provinciale contro la violenza sulle donne, pulcheria, problemi del lavoro, art. 583 bis c.p...).

Mi sembra alquanto riduttivo esiliare il lavoro della commissione alla celebrazione dell'8 marzo (termine che ritengo più corretto in ragione del significato da attribuire alla ricorrenza, almeno a mio parere).  Per quanto riguarda il merito, credo che “non si punti tutto sulle norme antidiscriminatorie”, non penso che questo sia lo scopo teorico né tanto meno quello pratico della commissione.  

Ritengo, al contrario, che l'obbiettivo sia, non quello di perseguire una tutela aprioristica della donna, sempre e comunque, ma quello di valorizzare la figura femminile, esaltandone i suoi aspetti caratteristici e la sensibilità, e promuovendo un modello di donna che rispecchia in pieno quello delle grandi eccellenze, che con serietà e perseveranza hanno raggiunto ottimi risultati; spronando proprio ogni donna ad essere consapevole delle proprie potenzialità e responsabilità in prospettiva di acquisire un ruolo finalmente paritario nella società.  Ho la delega alle pari opportunità in Provincia e mi occupo, dunque, personalmente di questo ambito e, devo ammettere, sono la prima a ritenere che non si debbano perpetrare battaglie di principio.

Non sono mai stata particolarmente favorevole alle quote rosa, ma più vado avanti, più ritengo che siano l'unico mezzo per garantire una rappresentanza paritaria e, non credo (e comunque parlo da eletta) che le donne in politica, come in altri settori, non ce la facciano perché non valgono.  Non dobbiamo considerarci una specie protetta, ma una categoria ricca di risorse che, però, a volte nessuno vuole volontariamente esplorare e riconoscere.

Tra l'altro, alcune considerazioni da parte alcune rappresentanti politiche mi fanno pensare che i primi ostacoli per le donne siano proprio le altre donne.  Comunque, tornando a noi, io non escluderei, a prescindere, la partecipazione degli uomini alla commissione delle elette; credo, però, che le riunioni della stessa siano aperte e sarei curiosa di sapere se qualche uomo abbia mai partecipato alla stessa (per ascoltare senza gettone, per proporre)..ma dubito fortemente».

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