Il Partito Radicale in visita alle Novate: «Situazione positiva, non c'è sovraffollamento»

Come di consueto il Partito Radicale ha organizzato l'iniziativa Agosto in carcere che prevede l'accesso alle case circondariali italiane. Il 5 settembre gli esponenti del partito, Fausto Forti, Monica Mischiatti, e Gemma Gasponi, hanno visitato le Novate. «Abbiamo visitato 50 istituti detentivi, e in Emilia Romagna abbiamo visitato tutte le carceri, escluse Ravenna e Parma, che effettueremo prossimamente». Ha detto Mischiatti. «Usciamo dalle Novate con un’opinione positiva: non c’è sovraffollamento, conta 380 detenuti, sotto la capienza regolamentare, nella parte vecchia un detenuto per cella mentre nell’ala nuova due detenuti per cella ma questa è più ampia. Nel reparto femminile due detenute per ogni cella. Una situazione positiva per la riqualificazione degli ambienti, di pulizia generale, di imbiancatura, i luoghi conciliano l’armonia e l’estetica, che offrono situazioni rilassanti e ai detenuti. La direzione si è impegnata molto in questi anni per offrire opportunità per il dopo pena. All’interno del carcere ci sono educatori, psicologi e mediatori culturali. Dei 380 detenuti 142 di essi risultano senza fissa dimora, il che sarà comunque un problema quando usciranno da queste mura».

«La nostra visita - ha spiegato Gasponi - non è mirata a censire la popolazione carceraria dal punto di vista dei reati, ma vuole censire la situazione carceraria sotto il profilo della vivibilità degli ambienti e di quello che poi succede quando una persona va in carcere. Il problema della detenzione deve essere affrontato a livello di politica criminale: se vuoi arginare il crimine devi usare il tempo della detenzione come qualcosa di passaggio e non come uno stop, poi dopo quando esci da dove riparti? Occorre incentivare anche l'apertura della struttura al territorio, con la partecipazione di soggetti esterni.  C'è da tenere presente che molti carcerati fuori non hanno niente, vogliamo dire che non sono piu persone. A loro deve essere data una prospettiva, perché la prospettiva che si toglie a uno, si toglie a tutti».