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«Praticanti avvocato, bene l’ok agli esami ma il Governo aveva detto no»

Finalmente esami sbloccati per tante giovani toghe, Murelli: «Alla Camera la Lega aveva presentato un emendamento per garantire le correzioni e l’esame orale entro il 2020, ma l’esecutivo lo aveva bocciato il 9 aprile nel decreto Cura Italia»

«Un mese fa il Governo aveva bocciato la nostra proposta per risolvere il problema degli esami per avvocato che si erano bloccati. Ora l'esecutivo l’ha inserito nel decreto Rilancio. Bene, ma si poteva agire prima. Attendiamo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale per chiudere questa vicenda, speriamo senza sorprese». Lo afferma la deputata della Lega, Elena Murelli, capogruppo in commissione Lavoro, che spiega come il 9 aprile il Carroccio avesse presentato alla Camera, all’interno del decreto Cura Italia, un emendamento che impegnava il Governo a risolvere questa situazione. 

Murelli era intervenuta dopo le preoccupazioni espresse dai giovani praticanti dell’Aiga (Associazione giovani avvocati). A dicembre 2019 si è svolta la prova scritta (solo a Bologna 2.000 esaminandi) ma le correzioni si sono poi fermate. Chi supera questa prova, dopo sei mesi può sostenere l’esame orale per l’abilitazione alla professione forense di avvocato. «Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il premier Giuseppe Conte sono due avvocati, ma a loro non sembrava interessare il futuro delle giovani toghe» chiosa Murelli. 

Il deputato leghista Luca Toccalini, lo stesso 9 aprile, aveva scritto una lettera al ministro Bonafede, chiedendo una circolare che chiarisse lo svolgimento degli esami «ma che soprattutto sia in grado di dare garanzie ai giovani praticanti-avvocato che attualmente si trovano nel limbo».

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