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Profughi, Movimento 5 Stelle: «Non ci stupisce la rabbia dei sindaci»

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Movimento 5 Stelle di Piacenza, Podenzano e San Giorgio

«Leggendo sui quotidiani – spiega in una nota il Movimento 5 Stelle - della rivolta dei sindaci piacentini contro la distribuzione di profughi in strutture situate nei vari comuni della Provincia sporge spontaneo chiedersi come sia stato possibile arrivare fino a questo punto. Il 25 luglio scorso la prefettura di Piacenza ha emesso un bando di gara rivolto a soggetti privati relativo all'aggiudicazione dell'affidamento del servizio di accoglienza di cittadini stranieri nell'intero territorio della provincia di Piacenza. Il suddetto bando prevedeva un totale di 209 persone da accogliere ma all'interno dello stesso si preannunciava un probabile aumento ''in base alle esigenze governative''. La procedura di affidamento si è svolta direttamente tra i privati ammessi al bando e la Prefettura, scavalcando completamente le amministrazioni locali a cui viene demandato il semplice controllo sull'idoneità delle strutture indicate dai soggetti privati come locali destinati all'accoglienza dei profughi.

In poche parole ai Comuni viene imposta l'accettazione delle scelte governative, non solo lo schema di accordo proposto da Provincia e Prefettura prevederebbe per i Comuni addirittura la possibilità di ''ricorrere alla facoltà di requisire immobili sfitti''! La gestione autoritaria dell'immigrazione che stiamo subendo è lo specchio dell'ottusità politica italiana che, dopo anni di ''spremitura'' delle amministrazioni locali, si dimostra sempre più lontana dalla realtà e dai suoi cittadini.

Il bando prevede che i gestori privati si occupino di vitto/alloggio, assistenza sanitaria e psicologica, fino alla lavanderia e garantiscano l'igiene degli ambienti. In nessuna parte del bando è previsto un coinvolgimento dei profughi nello svolgimento di attività sul territorio, quindi queste persone di base saranno in stallo presso i locali di accoglienza, solo i comuni più illuminati (magari in accordo con gestori altrettanto illuminati) potranno pensare di realizzare attività socialmente utili, anche se non si capisce come mai non lo si sia fatto prima visto che questa non è certo la prima esperienza di accoglienza profughi nel nostro territorio. Ancora fresco il ricordo dell'esperienza - da più parti ritenuta fallimentare - della gestione del Ferrhotel, di cui nessuno ha dato giustificazioni accettabili, ma vediamo che la memoria è corta e tra le società private che gestiranno buona parte dell'accoglienza sul nostro territorio ritroviamo quella stessa società che ha gestito il Ferrhotel nell'emergenza nordafrica (ENA).

Alcune domande necessitano di risposta: se la fase di monitoraggio e di controllo prevista dall'art.7 della convenzione è demandata alla solo facoltà della Prefettura di svolgere tale attività, nel caso in cui manchino le risorse (economiche e di personale) per realizzarla chi garantirà che il servizio sarà davvero svolto secondo gli accordi? Il gestore? Sembra che l'unico controllo oggettivo sia la verifica dell'effettivo numero di accolti nei locali, in base al quale verranno corrisposti i relativi contributi economici. Per il resto sembra possa bastare una sorta di autocertificazione da parte dei privati che attraverso una relazione mensile aggiorneranno circa l'attuazione dell'accordo.

La convenzione non richiede alcun dettaglio circa le professionalità di cui si dovrebbe garantire l'operato in contesti così delicati, tutto sembra lasciato alla volontà dei gestori, ma riteniamo che non siano dettagli indifferenti per la buona riuscita di un progetto d'accoglienza seppur temporaneo. Dopo il periodo di accoglienza inoltre cosa devono prevedere i nostri territori? Cosa prevede la Prefettura? Il nulla come nel caso dell'emergenza nordafrica? Ci troveremo in un'altra emergenza ma addirittura senza fondi?

Questa gestione all'italiana non garantisce nessuno, non stupisce quindi la rabbia dei sindaci, né la preoccupazione dei cittadini che alle rispettive amministrazioni chiedono spiegazioni: come spesso accade si ha la sensazione che si affrontino le cose senza lungimiranza, senza condivisione e senza il necessario approfondimento.  Memore dei recenti scandali romani ci chiediamo: a chi giova tutto ciò?».

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